La Revue Dessinée - La rivista che non sapevi di volere
La Revue Dessinée è una rivista arrivata in Italia da un paio di anni, ed è subito riuscita a imporsi come un faro per il graphic journalism del panorama internazionale.
Nei mesi scorsi, complici i commenti di alcuni amici, un post di un paio di autori che apprezzo particolarmente e un’offerta da fiera, ho preso qualche numero de La Revue Dessinée, la rivista di graphic journalism nata in Francia nel 2013 e approdata in Italia quasi dieci anni dopo.
La Revue Dessinée è una piccola gemma nel mondo delle pubblicazioni a fumetti e delle graphic novel, che si è affermata e distinta per la sua combinazione di narrativa visiva e approfondimenti giornalistici: la grande capacità di La Revue Dessinée – quella che ha colpito me, perlomeno – è quella di trasmettere informazioni complesse attraverso immagini accattivanti e storie narrate (e disegnate) magistralmente.
Sfogliando i numeri su cui sono riuscito a mettere le mani (finora il numero 1, il 2 e il 6), ho notato che uno degli aspetti più affascinanti di La Revue Dessinée è la sua capacità di esplorare temi complessi attraverso illustrazioni e fumetti coinvolgenti: ogni numero offre una varietà di storie, coprendo argomenti che spaziano dalla politica alla scienza, dall'ambiente alla cultura, offrendo così una panoramica completa della società contemporanea.
Ogni storia è una fusione armoniosa di testo e illustrazioni, creando un'esperienza di lettura coinvolgente e mai banale.
È il caso della storia scritta da Marco Rizzo e disegnata da La Tram sugli incendi che hanno colpito la Sicilia nell’estate del 2023, o quello sul calcio come strumento di integrazione, di Francesca Mannocchi e Paolo Castaldi o ancora quello che affronta il tema semisconosciuto della violenza ostetica, ad opera di Irene Caselli e Rita Petruccioli.
La qualità delle illustrazioni è eccezionale, con artisti di talento che trasformano le pagine della rivista in veri capolavori visivi. Nei numeri usciti in Italia, ci sono spesso combinazioni di storie e reportage di autori italiani con altrettante tradotte dall’edizione francese. In un solo numero si possono trovare autori come i già citati Francesca Mannocchi, Paolo Castaldi, Rita Petruccioli, Marco Rizzo, Vanni Santoni, Lelio Bonaccorso e la lista potrebbe andare avanti ancora per molto.
La rivista, quindi, dà voce a una vasta gamma di autori e artisti, offrendo una piattaforma per storie provenienti da diverse culture e contesti. Questo impegno per la diversità – dei toni, dell’impostazione delle tavole, del tratto, delle modalità narrative – contribuisce a rendere La Revue Dessinée un'opera ricca e inclusiva.
Va sottolineata anche la cura nella selezione degli argomenti e la profondità delle indagini giornalistiche, che dimostrano un notevole impegno verso la qualità e la rilevanza: la rivista, infatti, affronta questioni cruciali con un approccio analitico e critico, fornendo al lettore un quadro completo delle brutture ma anche delle opportunità e delle buone notizie del nostro mondo in rapido cambiamento.
Nel corso dei quasi due anni di vita editoriale, La Revue Dessinée Italia, ha trattato temi come lo sfruttamento del lavoro, le radici dello Yoga, la lotta alla mafia, la guerra, la sessualità e via discorrendo.
Quando ho cominciato a sfogliare, leggere e portare a casa i primi numeri de La Revuee, mi sono chiesto - spinto da una cronica mancanza di spazio - quale fosse il senso di pubblicare una rivista del genere, esclusivamente in formato cartaceo, in un mondo sempre più spinto verso la fruizione digitale. In effetti, anche dal punto di vista progettuale, mettere in piedi una macchina come quella necessaria a produrre un prodotto del genere (sorvolando sulla qualità impeccabile dei contenuti), tra autori, royalties, diritti dall'estero, spedizioni, abbonamenti, gestioni degli ordini e così via, non deve essere per nulla facile. Aggiungo, giusto per rimarcare l'ovvio, nel 2024 in cui le edicole chiudono e le riviste si assottigliano.
La risposta era sotto al mio naso, metaforicamente e letteralmente: come tanti avidi lettori, ho la casa invasa di libri, le pareti traboccano di librerie, i comodini sono diventati dei giochi di equilibrio e ogni superficie più o meno piatta porta il peso di una o più pubblicazioni. Non mi lamento, anzi mi piace.
Negli ultimi anni, però, ho virato verso il digitale, e praticamente compro solo ebook, per tutti i motivi di praticità, economicità, reperibilità che chiunque abbia un lettore sotto mano potrà confermare.
Lo stesso non è mai accaduto con i fumetti, anzi. Se con i libri sono riuscito a superare il limite dell'odore di colla di cui tutti gli appassionati della carta sono inebriati, con i fumetti ho bisogno ancora del volume da avere tra le mani. E non è una mera questione romantica, pure i fumetti cominciano a essere ingombranti (grazie, inventore di Vinted!), ma di fruizione dell'opera: io so che i disegnatori e i coloristi hanno fatto di tutto per darmi quella particolare resa cromatica su carta, so che gli sceneggiatori hanno odiato o amato comporre quella doppia splash page, so che i letteristi sono stati chini sul tavolo a creare un font su cui passerò pochi secondi, so che gli editor sono stati dietro a tutto questo per fornirmi un'esperienza completa e quindi, per goderne appieno, devo avere il volume tra le mani, sfogliarlo, avvicinarlo, allontanarlo, pasticciarlo tra le mani e goderne del peso.
Ora che rileggo quest'ultimo periodo, mi rendo conto di essere a cavallo tra la nostalgia per un medium in declino e una nicchia di appassionati, quindi di non essere in alcun modo un campione rappresentativo. Però, il racconto di chi è e perché nasce La Revue Dessinée, che trovate sul loro sito in homepage, fornisce una chiave di lettura e una chiusura del cerchio alla mia domanda sul perché lanciarsi in un'opera come questa, nel 2024.
Le risposte, che potete trovare da soli, si sintetizzano nell'indipendenza di pensiero e di espressione che una rivista senza nessun gruppo editoriale può avere, oltre che nel giusto compenso degli autori coinvolti (chi frequenta il fumettomondo sa quanto sia attuale questo tema). Motivi in più per averla tra le mani.
In conclusione, La Revue Dessinée è una lettura essenziale per chiunque sia interessato a esplorare il potenziale narrativo e informativo dei fumetti ma anche per i semplici appassionati: con la sua combinazione unica di illustrazioni di alta qualità e reportage giornalistici, la rivista si è distinta come un faro nella vastità del panorama fumettistico.
Un faro che personalmente spero rimanga acceso a lungo.