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Mitopoiesi di un meme: Ugandan Knuckles

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Come il cinema ugandese, uno youtuber e una chat virtuale hanno creato uno dei meme più famosi del momento

Parafrasando gli immortali versi di Marty McFly: penso che ancora non siate pronti per questi contenuti... ma ai vostri figli piacerà. Sto parlando di Ugandan Knuckles, uno dei meme più famosi del momento e anche un ottimo esempio di come questi tormentoni della rete seguano regole e grammatiche difficilissime da capire, replicare e analizzare. Anzi, come spesso dietro la viralità più potente non ci sia alcun disegno cosciente.

Facciamo prima qualche passo indietro: Knuckles è un personaggio della serie di Sonic che nasce come cattivo nel 1994 ma diventa giocabile in Sonic & Knuckles. Cosa c’entra un’echidna rossa e incazzata con milioni di ragazzini che ripetono continuamente la frase “Do you know the way” con accento africano? Ammirate la magia della rete.

Il 20 febbraio del 2017 lo youtuber Gregzilla pubblica una video review di Sonic Lost World, al minuto 1:50 compare per a malapena un secondo una versione disegnata e storpiata di Knuckles che non si vede più per tutto il resto del video ma il cui aspetto grottesco è sufficiente per essere notato da migliaia di spettatori.

Quella brevissima apparizione viene ripresa e utilizzata per far cantare al personaggio varie canzoni in playback perché qualcuno lo trova divertente da fare, non è ancora il momento di Uganda Knuckles, ma ci arriveremo partendo da un altro fenomeno della rete: Who Killed Captain Alex?

Who Killed Captain Alex? è un film action-comico ugandese della Wakaliwood, un prodotto semiamatoriale incredibilmente e involontariamente trash ma ricco di amore per il cinema, effetti speciali terrificanti, scene d'azione assurde e recitazioni abbastanza imbarazzanti. Pare che il budget per la produzione fosse di 200 dollari. Tutto ciò lo rende il prodotto perfetto per una generazione che ama ridere ironicamente delle cose brutte ed elevarle al rango di cult con video reaction e altre cose simili. Col tempo si sono aggiunti altri film in quello che è diventato un vero e proprio filone in stile Troma, l'Ugawood, i cui cultori si riconoscono in rete seguendo una lingua franca di citazioni.

La parte più bella di Who Killed Captain Alex ? sono senza dubbio i commenti in inglese con accento africano che ogni tanto vengono fatti da una voce fuori campo. Onestamente è difficile resistere al fascino di perle come "STEVEN SENEGAL!" e "EVERYBODY IN UGANDA KNOWS KUNG FU!". Col tempo queste frasi sono diventate un vero e proprio meme a sé stante, una citazione da ripetere all'infinito e più volte ripresi in molte comunità gaming, l’ultima in ordine di tempo è quella legata a Playerunknown’s Battleground o PUBG. 

PUBG è attualmente uno dei titoli più famosi e giocati su Twitch, un gioco che è diventato un vero e proprio fenomeno grazie esclusivamente al passaparola e agli streamer che sempre più spesso ci giocano. Fondamentalmente uno sparatutto in prima o terza persona in un ambiente molto vasto in cui bisogna essere gli ultimi sopravvissuti in una mappa che si restringe sempre di più. In particolare uno streamer ha raccolto attorno a sé una comunità particolarmente devota alle citazioni di Who Killed Captain Alex?

Fin qui tutto chiaro? Abbiamo un Knuckles deformato che canta, un film trash ugandese e un sacco di gente che si diverte a citarlo.

A questo punto entra in gioco VRChat, cos’è? Una sorta di versione aggiornata delle chat room virtuali e di Second Life, un cyberspazio per Oculus Rift e HTC Vive in cui ognuno può vestire i panni del suo avatar preferito e chiacchierare col microfono in ambienti virtuali indossando il proprio visore. Si tratta di un altro fenomeno che sta rapidamente prendendo piede tra streamer e youtuber perché... beh perché è uno spazio in cui possono accadere cose assurde e malate, quindi funziona.

 

Sull’onda dell’entusiasmo dei video di Knuckles a settembre del 2017 un tizio decide di creare un avatar 3D del personaggio da usare su VRChat. Ottima idea no?

No, a meno che tu non voglia ritrovarti circondato da echidna rosse deformate che ti sputano addosso.

Sì perché questo è il punto in cui tutti gli ingredienti che fino a questo momento sembravano privi di un amalgama si trasformano in una deliziosa maionese di meme: Knuckles+l’accento ugandese+VRChat sono i tre robot che formano un meme-Gordian: Ugandan Knuckles, ovvero decine di persone che entrano nelle chatroom virtuali disturbando i poveretti che cercavano solo di avere del sano sesso fittizio agghindati come una maid giapponese o Flanders.

Grazie a meccaniche a noi sconosciute il personaggio acquisisce un certo background, chi lo interpreta gira di solito in gruppo, ripete continuamente “Do you know the way?”, cerca una fantomatica regina, sputa sugli altri avatar, cita l’Ebola e fa degli schiocchi con la bocca.

Perché lo fanno? Qual è l’ultimo anello della catena che collega tra di loro questi elementi? Mistero. Ugandian Knuckles vive e regna, finché anche di lui non ci saremo stufati, cosa che potrebbe accadere oggi come fra dieci anni.

Il risultato come sempre è un qualcosa che sta a metà tra la performance artistica, lo scherzo, il dadaismo e l’aver troppo tempo a disposizione.

Dopo le prime scorribande su VRChat in poi iniziano a uscire video, l'immagine di Ugandan Nuckles comincia a prendere forza e sfonda i recinti di VRChat e Youtube per diventare effige, mescolarsi con i suoi simili e quindi arrivare su Facebook dove esplode definitivamente in centina di riproduzioni, omaggi, citazioni e varianti che i normie faticano a capire e più arguti usano per far capire quanto ne sanno al gioco dei meme.

Cos’è un normie? Beh scusate, ma non è che posso spiegarvi tutti oggi.

Per maggiori delucidazioni su cos’è un meme, su cosa rappresentano per il linguaggio moderno e perché sono importanti vi consiglio l’ottimo La Guerra dei Meme di Alessandro Lolli.

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