Beforeigners: una vichinga per amica
Immaginate che all'improvviso compaiano nel mondo persone provenienti da diversi momenti del passato. Beforeigners ci racconta cosa succederebbe in Norvegia
Immaginiamo per un attimo cosa succederebbe se una guerriera vichinga dell'XI secolo arrivasse senza motivo apperente nella Norvegia del 2020.
Per me il pitch potrebbe concludersi qui, berrei questa serie tv come fosse idromele e sembra esserne piuttosto convinta anche HBO, che ha basato su questa premessa la sua prima produzione originale norvegese. Beforeigners ha debuttato negli Stati Uniti il 18 febbraio, ma se non vi lasciate scoraggiare dalla versione originale sottotitolata potete già bingiare i sei episodi della prima stagione, che è uscita ad agosto 2019. Fidatevi, il norvegese è piuttosto gradevole!
La guerriera vichinga in questione è Alfhildr Enginnsdóttir, tranquilli, non lo sanno pronunciare nemmeno i norvegesi. Un tempo era una delle shieldmaiden di Thorir Hund, leggendario condottiero pagano che uccise il futuro santo Re Olaf II di Norvegia, tra gli altri. Alfhildr è solo una delle migliaia di viaggiatori temporali che dalle acque del mare emerge nella Oslo dei giorni nostri, insieme a cittadini preistorici dell'Età della Pietra e dandy ottocenteschi.
Nella Norvegia del presente si trovano quindi, con enorme sorpresa per tutti, esponenti di epoche storiche completamente differenti, ma con la comune appartenenza alla stessa nazione e, presumibilmente, allo stesso bagaglio storico-culturale. Errore.
Il nuovo flusso migratorio che investe la Norvegia in Beforeigners (geniale unione di before foreigners) segue esattamente le stesse derive associate ai flussi migratori che già conosciamo, ancorando la diffidenza alla paura per un altrove cronologico invece che per uno geografico. Le difficoltà di integrazione e interazione rimangono pressoché invariate, con pregiudizio, intolleranza, violenza, dispezzo e arroganza che portano il razzismo a un inedito e paradossale livello, costretto ad abbandonare la xenofobia per concentrarsi sul rifiuto della diversità culturale.
La Norvegia, come buona parte di Europa, è guidata da una maggioranza di destra con tendenze populiste, anche se il Partito del progresso ha sempre rifiutato l'aggettivo o l'accostamento con altri paesi dallo schieramento simile. In sostaza però le somiglianze sono numerose. Nato negli anni '70 del novecento come movimento contro le tasse, il partito ha poi fatto proprie le istanze di scetticismo verso la politica tradizionale e di xenofobia a tutti gli effetti, compreso un sempre presente allarme per la progressiva islamizzazione del paese. Nei quasi otto anni di governo di destra, in Norvegia sono infatti arrivati alle stelle i rimpatri e praticamente azzerate le concessioni di asilo politico.
L'approccio molto furbo di Beforeigners alla questione, che sposta l'accento dal terrore dello straniero al terrore del diverso in generale, permette di godersi una satira ben fatta sulla xenofobia norvegese senza doversi subire uno spiegone con presentazione powerpoint su ogni elemento metaforico utilizzato. Ma basta politica, torniamo ai vichinghi!
Mentre i soliti guastafeste reclamano la Norvegia per i norvegesi di oggi (Norway for nowadays people), i migranti temporali tentanto di adattarsi alla modernità, con diversi gradi di integrazione, assimilazione o resistenza. I tentativi sono solitamente esilaranti o molto teneri, ma anche perfettamente riusciti, come quello della nostra Alfhildr, primo elemento della polizia di Oslo con "background temporali multipli", come definito con un eccesso di cautela dal capo.
Tra gli aspetti più divertenti, ma anche più acuti, della serie c'è proprio quello linguistico, che tenta e fa fatica ad adattarsi alla nuova composizione etnografica del paese. I vichinghi non si chiamano più vichinghi, non si usa la V-word, ma "discendenti delle popolazioni Norse" (antiche e scandinave), e c'è sempre qualcuno che si lamenta del politically correct imperante, alla "non si può più dire niente". Nel frattempo nascono luoghi dove prolifera la prostituzione con fetish temporale, ma anche comunità di individui trans-temporali, che scelgono di identificarsi con ere che non hanno vissuto, dando nuova vita al concetto di nostalgia grazie alle inedite possibilità di mimetizzazione.
La nostra discendente Norse preferita invece sguazza nel suo presente senza troppa fatica. Veste addirittura abiti contemporanei, sebbene interamente composti di pelle, usa internet e fa serata in discoteca. Mescola il retaggio vichingo con le possibilità di oggi, abbraccia il progresso ma non si dimentica mai da dove (quando?) viene. Un esempio strepitoso è il suo uso di fresche zolle di terra al posto degli assorbenti, perché il debito studentesco è pur sempre una mazzata, ma quando finalmente prova l'ebbrezza del cotone si bea della sensazione di avere "dei soffici gattini nelle mutande".
Grazie a questi continui elementi di sorpresa, divertimento e commento sociale, Beforeigners fila via che è una meraviglia, alternando il dramma venato di critica al poliziesco più classico, il tutto immerso nella bellissima fotografia a tinte nordiche che riporta più volte la mente a Dark, il suo semi-contemporaneo tedesco di Netflix, che a sua volta gioca con gli intrecci temporali e le sovrapposizioni cronologiche. Andando ancora più indietro riaffiora l'eco di The Leftovers, ma al contrario, senza dimenticare i momenti crime di Top of the Lake.
Menzione d'onore per l'altra shieldmaiden che si unisce a Alfhildr nelle sue scorribande alcoliche ma anche nelle missioni ufficiali di polizia. Il loro rapporto parte dalla rivalità storica e si trasforma in una forma di sorellanza che strappa il lacrimone a più riprese, perché alla fin fine erano e rimangono guerriere, in qualsiasi tempo e di fronte a qualsiasi nuova configurazione della battaglia. Per tutti quelli che "bei tempi andati quando le donne erano più docili e femminili", beccatevi queste vichinghe che ruttano, scopano chi vogliono, vi colpiscono con una pietra a distanza di trenta metri e fanno pure carriera in polizia. Tiè.