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WWE 2K22, il wrestling e io

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Dopo due anni d'attesa il wrestling ritorna a farsi apprezzare sulle nostre console casalinghe, con molte novità e voglia di fare.

Questa è una recensione di WWE 2K22, ma prima, vorrei parlarvi di chi sono io e cosa sono i giochi di wrestling per me. Potrei metterci un po’, quindi se non siete interessati potete passare avanti tranquillamente, vi perdono, stavolta.

 

Il primo videogioco su cui ho mai messo mano è stato Tekken 3, provato a casa di mio cuGGGino (licenza poetica) all’età di 4 anni. Da subito m’infatuai di cosa significava avere un joystick tra le mani, ma se vi devo parlare di quando mi sono letteralmente innamorato di giocare ai videogiochi è stato con un titolo a cui sono sicuro tutti abbiano giocato almeno una volta: Smackdown: Here Comes The Pain.

Che dire su HCTP, è un gioco pazzesco. Tutt’oggi rappresenta la perfezione di come si fa un gioco di wrestling arcade. Ultra rapido, mosse finali ogni due secondi, le corde che si scuotono ogni volta che qualcuno cade per farti comprendere l’adrenalina. Ma la vera specialità di quel gioco, è la stipulazione ‘’First Blood’’.

 

Lo scopo è quello di ottenere la vittoria facendo sanguinare l’avversario, e qui gli sviluppatori non si sono regolati. Si va nel backstage, si può lanciare l’avversario nel gabinetto, investirlo con una motocicletta (quella di Undertaker, per essere precisi), salire su un elicottero e perfino effettuare un’Elbow Drop dalla cima di un palazzo, ovviamente con l’esecutore che si rialza all’istante anche dopo aver saltato da quasi 20 metri d’altezza. E non ditemi che il wrestling è finto.

 

Da quando ho provato quel gioco, è scoccato l’amore, sia per il wrestling, che per i videogiochi. Fu così che poco dopo fracassai le scatole ai miei genitori per comprare una PlayStation 2, cosa che fecero, grazie mille Bombi! Il tutto mentre si viveva la giornata nell’hype più totale (senza neanche che la parola hype esistesse) attendendo la puntata di Smackdown dove vedere Brock Lesnar scagliare dalle scale un ragazzo in sedia a rotelle. In televisione nazionale.

Ma non sono qui per parlarvi di questo, ma di come, quelle canzoni dei wrestler, e dei giochi sul wrestling sarebbero diventate le colonne sonore della mia vita per tanto, tantissimo tempo. Grazie al primo Smackdown Vs Raw ho cominciato ad ascoltare rock (alla veneranda età di 5 anni) con gruppi che ancora adoro come i Breaking Benjamin, o i Killswitch Engage a causa della prima, indimenticabile Theme Song di CM Punk.

 

C’è altro che il wrestling e i videogiochi condividono insieme, oltre la mia esperienza? Io penso di sì.

 

Entrambi sono suddivisi in due ‘’macro-fasi’’, ovvero una dove si svolge la narrazione, dove si parla e si sviluppa una storia, e l’altra dove c’è l’azione, dove accade l’imprevedibile e dove chi è nel ring come chi ha il pad tra le mani può decidere cosa deve succedere secondo uno schema delimitato di possibilità. Certo, può esistere il wrestling senza promo, come anche i videogiochi senza le cutscene, poiché l’essenza di entrambe sta nel lottato e nel gameplay, ma sarebbero la stessa cosa? Ci piacerebbe vedere match incredibili, ma senza una posta in palio che ne alimenta la drammaticità? Definiremo lo stesso ‘’arte’’ i videogiochi se questi si limitassero a farci uccidere i mostri in maniera epica senza darci un contesto? Probabilmente no, per entrambe.

E inoltre, i videogiochi di wrestling hanno quel qualcosa che li separa dagli sports game, e che lì fa entrare più in una sfera di videogioco puro, invece di limitarsi a quello sportivo. I giochi basati su sport reali, si limitano a rendere interattivo lo sport in forma videoludica, non vanno oltre. A me il tennis non piace, e non piacerà neanche un gioco di tennis. Ma i videogiochi di wrestling, in particolare da quando la licenza era nelle mani di THQ, s’impegnavano a dare di più al giocatore. Non ci si pone il limite di trasporre solo lo sport, ma si dà totale libertà al giocatore. Come giostrare l’incontro è una scelta libera, non devi limitarti a fare belle azioni per spingere la palla dentro. C’è una vera modalità storia, che non fa solo da riempitivo per dare del contenuto in più, ma viene raccontata una trama, con protagonisti, antagonisti e quant’altro.

 

In questo i videogiochi basati sul wrestling si sono sempre differenziati, non soffermandosi al dare al videogiocatore un titolo per appassionati, ma proprio un buon videogioco, che può far breccia anche in chi non sa neanche chi sia John Cena.

 

E questa idea esprime alla perfezione WWE 2K22.

 

L’ultimo della WWE esce dopo più di due anni da quel disastro che è stato 2K20, e mira a farsi perdonare da tutti. E ci riesce.

 

Parto con la grafica

Un problema che ha sempre afflitto gli altri giochi WWE dall’acquisizione da parte di 2K è il lato tecnico. I modelli dei lottatori, insieme a tanti altri aspetti grafici, hanno sempre lasciato a desiderare, basti guardare il disastro tecnico che era WWE 2K20. Quest’anno WWE2K22 sorprende eccome e ha una bella grafica, soprattutto per i capelli, finalmente decenti.

Veniamo alle modalità

La quantità di contenuti single player è sconfinata, e può tenere incollati per centinaia d’ore grazie a tante modalità, che seppur non tutte modificano il gameplay, si differenziano con una propria identità. WWE 2K22 è nel mezzo fra titolo simulativo e arcade, e lo si evince anche dalla possibilità di cambiare il rilevamento del peso nella gestione delle opzioni. Io sono dell’idea che un gioco di wrestling debba essere arcade per essere divertente, poiché si è uno sport/spettacolo stupendo da vedere, ma lo è un po’ meno quando stai giocando e il tuo personaggio resta a terra 5 minuti senza muoversi.

 

Ma un connubio ben bilanciato come in questo caso funziona, grazie a un sistema di combo preso da un picchiaduro, contrattacchi che ritornano infiniti ma che necessitano di un buon timing, e meno momenti in cui il nostro lottatore finisce stordito per spezzare il ritmo.

 

Le stipulazioni presenti sono sufficienti ad accontentare tutti, e fa anche il suo ritorno la possibilità di creare un match personalizzato. Seppur si potesse fare di più in termini di personalizzazione, va benissimo anche solo la sua presenza.

 

Va dedicato un piccolo spazio al Backstage Brawl. Non è più una rissa in un corridoio, ma un’arena dietro le quinte molto ampia, con scale dove salire, punti alti dove lanciare gli avversari, macchine dove effettuare momenti OMG e tante piccole chicche che divertono. Si sente l’ispirazione a HCTP e mi fa piacere, non hanno osato a quel livello ma il risultato e buono, e la rende una vera modalità più che un riempitivo.

Il roster è massiccio, e non si fa mancare nessuno degli atleti dei due show principali, una grossa porzione di NXT e tantissime leggende, che sicuramente andranno a includere la tua preferita. È molto bello rivedere finalmente i render dei lottatori presi da foto reali, e non quei pessimi modelli poligonali privi di espressione.

 

La modalità principale è la Showcase, che riprende la carriera di Rey Mysterio. Sono stato un po’ scettico quando vidi che il protagonista sarebbe stato Rey e vi spiego perché. Per quanto il Folletto di San Diego sia, senza dubbi, il miglior saltatore e lottatore mascherato della storia della WWE, la sua carriera ha pochi picchi per farci una showcase mode, e infatti così è stato. In pochi match, che si affrontano tutti allo stesso modo, seguendo sempre gli stessi obiettivi, si ripercorre la sua carriera.

 

E non c’è molto oltre a questo, ci sono alcuni incontri che veramente contano poco, e pochi altri (in particolare quelli con Eddie Guerrero) che meritano molto. Povera ludicamente, ma l’aspetto migliore sta nelle interviste a priori al match, dove Rey racconta la sua esperienza e che ricordi gli da quel match. Tuttavia qualche chicca l'ho trovata, come nel primo match, fra Eddie Guerrero e Rey Mysterio, perdendo ci sarà una cutscene speciale dove Eddie leva la maschera al Luchador.

La scelta di Mysterio come poster boy mi ha fatto pensare. Rey è una leggenda, e nonostante ciò, ha preso un brutto periodo nella sua carriera che gli ha fatto abbandonare le scene, per poi ritornare in pompa magna a essere il divino luchador che conosciamo. E ci ho visto un’analogia con i giochi di wrestling, e ciò che hanno passato negli ultimi anni prima di questo 2k22.

 

La modalità Universe è da un po’ di tempo la vera forza dei giochi WWE, e anche in questo WWE 2K22 non delude. Tutto funziona bene, specialmente la gestione della rivalità, che garantisce in automatico l’interazione tra lottatori ogni serata se questi sono nemici. Peccato per l’assenza dei promo come vista nel 2K19, che permetteva di creare un segmento parlato partendo dalle basi su cui il discorso doveva vertere, come rispetto, sfida o altro. Quest’anno, ad arricchire lo Universe è lo Universe Superstar, ovvero seguire la carriera di un solo wrestler. Una season, ma che non è una season, ma è gradita.

 

Torna finalmente la modalità General Manager. Erano anni, persino un decennio intero che i fan l’attendevano, e per quanto sia uscita bene, è comunque castrata. Si può affrontare solo uno show avversario per run, e ogni programma ha un solo titolo per genere in palio. Un po’ riduttivo, ma se non altro si può tornare a organizzare degli incontri e cospirare contro il proprio nemico facendogli infortunare i nomi di punta.

Il MyRise ha imparato dai propri sbagli e ritorna sulla retta via, lasciandosi alle spalle oscene storie da college per essere incentrata sul wrestling puro. A stupirmi, di questa modalità, non è stata solo la storia o la personalizzazione, ma dei dettagli che vanno ben al di sotto dei radar.

 

In primis, la presenza di ogni dialogo doppiato mi fa sempre piacere, specie se anche ogni frase del nostro lottatore lo è. La seconda è la più importante. Durante la creazione del personaggio ci viene chiesto di scegliere un background, come atleta, lottatore MMA, attore e altri. Questi influenzano la storia e il carattere del nostro personaggio, in pieno stile gioco di ruolo. Incredibile come un gioco di wrestling mi abbia dato una maggior componente ruolistica di CyberPunk 2077, okay la smetto.

 

WWE 2K22 è davvero un bel gioco, e non sto parlando di gioco di wrestling, ma davvero un bel videogioco. Finalmente rivedo una sorta d'idea dietro la produzione di un gioco WWE, e realizzata anche bene. Tutti i problemi dei precedenti sono stati risolti per incentrare il sistema di combattimento sul divertimento più che sulla simulazione, e ringrazio chiunque negli studi abbia deciso di fare questo passo indietro. Finalmente simulare il wrestling è di nuovo divertente, e con la grandissima quantità di contenuti single player proposti, potrete stare davanti allo schermo a immaginare tutte le faide e Wrestlemania Moments che volete.

 

Io lo consiglio vivamente non solo a chi ama quest sport spettacolo, ma anche a chi vuole comprare un bel gioco da giocare con gli amici a casa dove inscenare i più pazzi Ladder Match.

 

Quando si dice Back From The Dead, e non sto parlando di Undertaker. Arrivederci.

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