Westworld 3, episodio 5: Planet Earth is blue and there’s nothing I can do
Qualche bella canzone e un po' di flashback non salvano l'episodio 5 di Westworld 3 dall'impressione di essersi arenati in situazioni già viste
Prendiamoci una pausa dalle congetture, mettiamoci la droga e la musica, sarà divertente, dicevano. In Westworld 3, l'episodio 5 scavalla la metà percorso e riesce contemporaneamente a far procedere a ritmo incredibile le vicende, congelando invece in un angolo le macchinazioni più introspettive. In maniera molto silenziosa, Dolores è riuscita a riportare il caos per le strade della Los Angeles ammaestrata da Rehoboam, con facilità estrema, un comando e via.
L'attacco al cervellone arriva infatti con un grosso anti-climax, nonostante l'inseguimento in macchina e Caleb ripieno di droga, di quella genre che prometteva di essere così divertente durante l'orgia della puntata scorsa. La sostanza che viene iniettata a tradimento allo scagnozzo di Dolores avrebbe anche avuto delle belle possibilità visive ed è un peccato che sia rimasta limitata a qualche filtro e un bella colonna sonora. Sarà che ancora una volta di ciò che succede a Caleb ci importa veramente poco, così come purtroppo succede con il grande villain ora rivelato, il cattivissimo Serac.
Flashback e narrazione ci portano in pieno ambiente di distopia apocalittica. Città rase al suolo, bombe nucleari, devastazione generale e quant'altro. Serac e il fratello, messi di fronte all'evidente assenza di Dio, decidono di crearsene uno, con i soldi di Dempsey padre. Vediamo quindi i due a lavoro sulle precedenti versioni di Rehoboam, e vediamo anche il fratello di Serac perdere il cervello e finire in una struttura segreta in attesa di essere "aggiustato", in compagnia di molti altri cittadini difettosi, divergenti, non adatti alla nuova vita perfetta programmata dal cervellone.
Mentre Dolores spezza l'incantesimo del determinismo tecnologico, Westworld 3 spezza l'incantesimo che ci prometteva un villain decente. E invece ci ritroviamo con il solito uomo deluso dalla vita che usa il talento altrui per creare un Dio che sia solo un'estensione di se stesso. Il passato e il presente di Serac sono infatti di una noia mortale, come lo sono quelli di Caleb, che sappiamo essere coinvolto in qualcosa di losco, ma semplicemente non ci interessa.
Con un episodio talmente asciutto e tirato, nonostante le libertà creative della droga, vengono a galla le grandi pecche di questa terza stagione. Messo da parte l'enigma, è chiaro che Westworld non ha dedicato altrettata cura allo sviluppo e alla creazione dei personaggi, che fanno cose, sparano a gente, ma si allontanano sempre più perdendosi in un racconto distopico che ha poco di rivoluzionario. Ben fatto, ci mancherebbe, ma a tratti anche un po' basic. In sostanza, si è sentita la mancanza della magia del rompicapo.
Un'indicazione interessante viene data però sul conto di Rehoboam. Il cerchio che vediamo costantemente associato al cervellone parrebbe essere un'eclissi perenne, il momento in cui Luna e Sole si trovano allineati, quando regna l'ordine predeterminato. Dopo il leak di informazioni messo in atto da Dolores, i due corpi celesti iniziano infatti ad allontanarsi.