Westworld 3, episodio 1: Liberaci, oh Dolores, da tutti i mali
La prima puntata di Westworld 3 ci porta nel futuro, con una Dolores feroce come non mai, circondata da un paradiso tecnologico di piena automazione.
Nella nuova sigla di Westworld 3 vediamo molta acqua, molti riflessi, un momento che ricorda La Creazione di Adamo, ma che dà vita a un'immagine fluida invece che a un essere umano. La grande creatrice della terza stagione della serie di Lisa Joy e Jonathan Nolan parebbe essere la nostra amata Dolores, che finalmente va a prendersi il mondo contro cui aveva giurato vendetta dopo lo scoppio della rivolta nel parco. Diciamo parrebbe perché siamo soltanto al primo episodio e lo show ci ha abituati a più di un cambio di direzione a sopresa, quindi staremo a vedere.
Al momento, Dolores gira il mondo architettando il suo insondabile piano e soprattutto prende contatto sotto copertura con la Incite, l'azienda tecnologica che controlla praticamente ogni aspetto della vita rappresenta nella serie, ambientata in un futuro dove tutto è connesso, digitale, smart e autonomo. Forse troppo autonomo. Chi meglio degli androidi può infatti interagire a livello profondo con i sistemi di ausilio alla vita umana, magari ritorcendoli contro i loro stessi creatori?
Sarà la stessa Dolores a far notare questo lieve errore di progettazione al primo gradasso che le vediamo mettere a posto: "Volete essere la specie dominante, ma costruite il mondo con cose più... come me." La sua missione è infatti resa sensibilmente più semplice dalla sua capacità di dialogare con ogni dispositivo tecnologico in circolazione, dalle moto, gli elicotteri e le auto senza conducente, ai sistemi di domotica e di sicurezza.
Dietro all'apparente paradiso tecnologico in cui siamo catapultati, c'è Rehoboam, una sorta di mega cervello elettronico che ha il compito di creare un mondo utopico di semplicità ed efficienza progettando un percorso di vita pianificato per ogni essere umano. In sostanza, il cervellone vuole rendere gli umani un po' automi, privandoli di una grossa fetta del loro libero arbitrio. In un ribaltamento di ruoli, Dolores vuole invece riconquistare il medesimo libero arbitrio per concederlo agli automi, creando così un mondo popolato esclusivamente da divinità algoritmiche. Perché è sempre lei a dircelo: Rehoboam col cavolo che è una divinità. È uno strumento di oppressione, poco diverso dalla Delos con i suoi parchi pieni di robot intercambiabili.
Il nome di Rehoboam apre però dei possibili scenari interessanti. Rehoboam, o Roboamo, è infatti un personaggio biblico, figlio di Re Salomone e primo Re di Giuda. Non solo fu lui a far scindere il suddetto regno da quello che prese poi il nome di Regno di Israele, ma fu anche il sovrano punito con la perdita del suo potere per l’offesa a Dio perpetrata da suo padre. Pare che Salomone avesse una valanga di mogli da ogni parte del mondo e ognuna di esse lo spinse ad adorare un nuovo Dio, facendo infuriare quello “ufficiale”. La cosa può essere vista da due angolazioni: Salomone viene traviato e perde di vista la Verità lasciandosi condizionare da falsi profeti e promesse ingannevoli; oppure, Salomone apre la propria mente all’esistenza di una Verità più ampia, che va oltre il dogmatismo di “un solo Dio” e mette a repentaglio tutto un sistema di valori fondato sull’obbedienza cieca. In entrambi i casi, a rimetterci non è Salomone, ma il suo diretto discendente, il figlio Roboamo. Vedremo più avanti come interpretare la cosa o se si tratta soltanto di un rutto del mio cervello in cerca di collegamenti.
Tornando a Westworld 3, che ora è più inteso come mondo occidentale che come "vecchio west", ci troviamo di fronte a una prima puntata che rivoluziona completamente il suo assetto, visivo e narrativo. A farci da sfondo ora è la città, vetro e cemento, dove si intrecciano i destini di personaggi conosciuti e facce nuove, come quella di Aaron Paul e il suo Caleb, che vive ai margini del sistema portandosi dietro un fardello di lutto che tutta la tecnologia a disposizione non è capace di guarire. C'è molta azione in questo primo episodio, intitolato con un altro rimando biblico "Parce Domine", titolo di un canto di supplica che dovrebbe servire a placare un Dio adirato. Se è a Dolores che è diretta la richiesta, pare proprio che non abbia funzionato.
Mentre Dolores spara, fugge, spia e crea doppelgänger robotici dei suoi nemici, il povero Bernard è in esilio, ricercato e ancora in balia della sua duplice natura. Dopo essere stato smascherato, sarà lui a iniziare il viaggio che ci riporterà a Westworld, il luogo dove tutto è iniziato e dove presumibilmente ritroveremo anche Mae, che vediamo velocemente in una scena sui titoli di coda. In sostanza, Joy e Nolan ci faranno sudare anche in questa stagione. Gli spunti sono veramente molti, il tocco magico non sembra per niente intaccato e il nuovo scenario futuristico potrebbe essere il contraltare perfetto che porta a saturazione le contraddizioni micro e macro della storia, alternando parco e mondo come facce della medesima medaglia.