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Un assaggio di Mutazioni Seriali: Buffy L'ammazzavampiri

Cos'hanno in comune Twin Peaks e Le terrificanti avventure di Sabrina? Il formato, direte voi, ma anche un persorso lungo decenni che ha portato nella serialità televisiva tutti gli elementi più eversivi dell'horror, adattandoli al nuovo pubblico e alle nuove modalità di consumo. Nel saggio Mutazioni Seriali - La stramba vicenda che ha portato l'horror dal cinema al salotto si tenta proprio di fare un breve riassunto di questa evoluzione, partendo dagli epigoni di fine secolo scorso per arrivare alla produzione originale Netflix, soffermandosi ad analizzare alcuni dei titoli più emblematici per contenuto e linguaggio.

Partiamo dalle basi: Buffy L'Ammazzavampiri.

"Prima vampiri, ora streghe... ecco perché a Sunnydale gli affitti sono così bassi."

Xander Harris – Buffy L’ammazzavampiri

Nel corso degli anni ‘90, la tv e le sue serie prendono a trascurare in maniera evidente il core business degli show del decennio precedente: la famiglia. I Robinson, Genitori in blue jeans, Casa Keaton e Happy Days avevano mostrato già ampiamente la vita quotidiana di diversi nuclei familiari, quasi sempre con il tono leggero della sit-com, ma i principali fruitori di serie alla fine del secolo sono gli adolescenti, che di vita in famiglia ne vogliono sentir parlare il meno possibile. Sono finiti i tempi in cui la tv si guardava insieme ai genitori, per loro ci sono le soap e le serie d’azione. Si apre l’era d’oro del teen drama.

Dimenticando il rigurgito puritano di Settimo Cielo, gli show degli anni ‘90 con il maggior seguito sono quelli dedicati ai ragazzi in età da liceo, alle loro scoperte, alle loro piccole e grandi tragedie ormonali, come in Beverly Hills 90210, Dawson’s Creek, Bayside School, Freaks and Geeks e Willy, il principe di Bel-Air. Nel 1996 arrivò la prima variante soprannaturale del filone, Sabrina, vita da strega, tratto dall’omonimo fumetto della Archie Comics e incentrato sulla vita dell’adolescente protagonista, che deve far coesistere la magia con il quotidiano. Appena un anno dopo, Joss Whedon trasforma il suo film del 1992, Buffy L’ammazzavampiri, in una serie tv, che negli Stati Uniti andrà in onda non a caso sullo stesso canale di Sabrina, la WB di Warner Bros. Negli Stati Uniti Buffy debutta nel 1997, mentre in Italia abbiamo aspettato fino allo scoccare del nuovo secolo, proprio nel 2000, nonostante lo show fosse, soprattutto agli inizi, un catalogo meraviglioso di anni ‘90.

Buffy Summers arriva a Sunnydale dalla glamour Los Angeles per frequentare il liceo, dopo essere stata espulsa dalla sua precedente scuola per vandalismo. Insieme alla madre spera di cominciare una vita più regolare e tranquilla, ma con lei arrivano nella piccola cittadina californiana anche i numerosi vampiri che è destinata a combattere nel ruolo della Cacciatrice. Al suo fianco ci saranno Giles l’Osservatore e i nuovi amici incontrati tra i banchi, Xander e Willow, oltre al tenebroso non-morto Angel, con il quale Buffy inizierà una travagliata storia d’amore. Il compito di Buffy è quello di tenere a bada le forze malifiche che gravitano intorno a Sunnydale, costruita niente di meno che sulla Bocca dell’Inferno, ma tra i suoi compiti c’è anche la salvaguardia dell’anonimato e la gesione della sua esistenza di adolescente, spesso sacrificata, anche letteralmente, per il bene dell’umanità.

La macrotrama di Buffy L’ammazzavampiri è frammentata in sottotrame stagionali, ne sono andate in onda 7, e in microtrame da uno, massimo due, episodi, nei quali viene offerto al giovane pubblico di riferimento una sorta di bignami di mostri e atrocità varie, dai sempre presenti vampiri ai licantropi, dai fantasmi alle aberrazioni scientifiche. Il tutto è incastonato perfettamente nello schema generale della teen comedy, con ampio spazio dato alle relazioni, alla scuola, alla famiglia e all’amore. Uno dei grandi punti forti di Buffy è la commistione tra leggerezza da sit-com e contenuti spesso fortemente adulti, raccontati in maniera onesta, veritiera e comunque divertente e ironica.

Tra una battuta e l’altra, nella serie di Whedon vengono trattati argomenti delicati per un contesto televisivo, come il sesso, il lutto, l’amore non corrisposto e la depressione, unito oltretutto a una messa in scena della violenza a tratti propriamente horror. Pur essendo uno show su vampiri e mostri assortiti, la quantità di sangue che vediamo in Buffy è totalmente irrisoria, ma non sono mancate nel corso degli anni le manovre di censura, soprattutto da parte della programmazione italiana, nei confronti di scene dedicate a mutilazioni, squartamenti, sesso esplicito e argomenti tabù come l’omosessualita. Anche soltanto nel trattamento del fondamentale tema della morte, Buffy ha costituito un piccolo miracolo seriale, in cui il Tristo Mietitore va costantemente a braccetto con siparietti, love story e comicità. Buffy ha già compiuto 20 anni, quindi niente è più spoiler: Buffy muore, non una ma due volte (tre se contiamo un momentaneo schermo piatto da un letto d’ospedale). Ogni volta torna dall’oltretomba e ogni volta è un po’ cambiata, meno leggera e più investita di responsabilità, anche perché ogni sua morte è frutto di sacrificio. Niente male per un teen drama su una ragazzina che caccia vampiri.

Saggiamente, lo show amplia i propri contenuti adulti con l’evoluzione della sua protagonista. Buffy passa da ingenua e confusa adolescente a donna consapevole del proprio ruolo nel mondo, nel quale arriva ad affermare il proprio potere dopo anni di lotta, soprusi e sofferenza. Ogni ragazza che ha seguito l’avventura televisiva di Buffy può rispecchiarsi nell’eroina di Sunnydale, con tutti i suoi difetti e le sue insicurezze, bilanciate però da una forza di volontà adamatina che si nutre dell’amore degli amici, della famiglia e, soprattutto, della fiducia in se stessa.

Sebbene, quindi, Buffy L’ammazzavampiri non sia una serie horror al 100%, la sua eredità televisiva sta prorio nell’aver dimostrato che l’orrore può mischiarsi e convivere con una vasta gamma di altri generi, mantenendo intatta la propria carica sovversiva pur innestandosi sul terreno della comedy o del teen drama. L’horror può essere pop, non solo prendendo la via dell’astrazione onirica alla David Lynch, ma anche percorrendo i corridoi di un liceo. I fan dei vampiri sexy di True Blood e Twilight adesso sanno chi ringraziare.

Turbamento: 2

Gore: 1

Contaminazione: 5

Buffy L’ammazzavampiri in cinque (o meno) parole: Girl power e canini affilati.

Mutazioni Seriali è edito da Gonzo Editore ed è reperibile sui principali store online:

www.ibs.it

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