Con l’arrivo su Netflix di Star Trek: Discovery ripercorriamo i momenti in cui la serie di Roddenberry ha influenzato la cultura moderna
Star Trek: Discovery è finalmente arrivato su Netflix e questo primo contatto mi ha lasciato abbastanza soddisfatto. I personaggi sono interessanti, i Klingon fanno paura (anche se il loro sistema rappresentativo è da rivedere), ci sono navi che si sparano, alieni buffi, ufficiali scientifici puntigliosi e gente che cade quando viene colpita l’astronave.
Ancora qualche pezzo deve andar al suo posto è manca una vera e propria coralità, ma confido nelle prossime puntate. Anche perché per adesso mi mancano i mondi bizzarri, le situazioni comiche e una trama che sappia essere anche autoconclusiva al termine dell'episodio. Certo, il peso verso il passato è forte, ma un macigno così grande è duro da spostare.
Quale migliore occasione per ricordare l’importanza di Star Trek come prodotto culturale di massa, qualcosa che va oltre le parodie che vedono i trekkies come tristi adulti che girano col pigiama e vanno a Las Vegas per sposarsi con le orecchie a punta (un esempio che va benissimo anche per chi ama Star Wars o il Signore degli Anelli o qualunque cosa che non siano calcio, donne o soldi).
Perché non fai una serie che conta centinaia di puntate e 13 film senza lasciare un segno nel mondo, un segno che nel caso di Star Trek si basa su pace, tolleranza e diversità. Non male per una roba nata negli anni ’60 che agli inizi si basa su trash, schiave sessuali verdi e una recitazione mediamente imbarazzante.
Nel 1967 Martin Luther King Jr. in persona implorò Nichelle Nichols, ovvero Uhura, di restare nel cast e non proseguire una carriera in direzione Broadway dopo la prima stagione. Il suo era l’unico ruolo di rilievo per un afroamericano nella TV americana, una posizione troppo importante. “Ti sostituiranno con l’ennesima bionda e sarà stato come se tu non fossi mai esistita”. Tra l’altro pare che il buon King fosse un trekkie incallito e che Star Trek fosse l’unica serie lasciava vedere ai suoi figli prima di andare a letto.
Il bacio tra Kirk e Uhura è il primo bacio interraziale della storia della televisione, originariamente doveva essere tra Uhura e Spock, ma Shatner si impose perché voleva entrare nella storia.
Nel 1969 quando la serie originale chiuse i battenti ma poco prima fu venduta dalla NBC ad altre emittenti che la usarono per rosicchiare ascolti alla fascia pomeridiana delle sei. Il risultato fu che il successo di Star Trek si moltiplicò in modo esponenziale, creando il cosiddetto mercato “post mortem” delle serie TV.
Spesso la fantascienza viene associata a un pubblico maschile, ma Star Trek ruppe anche questo canone, visto che molte donne si appassionarono alla sua storia e furono fondamentali per il suo successo. Bettie “Bjo” Trimble è stata per anni una delle donne più influenti nel mondo delle convention di scienza e fantascienza americane, contribuendo in prima persona alla loro organizzazione e affermazione, in particolar modo per Star Trek. Ed è stata una sua campagna di sensibilizzazione che portò 115.000 lettere alla sede NBC se la serie ha superato la seconda stagione. Ed è sempre grazie a lei, e a suo marito, se lo shuttle della Nasa si chiama Enterprise.
Bjo Trimble è anche l’autrice di “Star Trek Concordance”, la prima minuziosissima enciclopedia sulla serie, ricca di riferimenti incrociati e dettagli su ogni personaggio, location, gadget tecnologico o evento, che fu usata in seguito per stabilire un canone.
Joan Winston è stata invece una figura cardine nell’organizzazione della prima convention dedicata a Star Trek nel 1972 che attirò 3000 persone a New York. Tre anni dopo erano 21.000. Grintosa e persuasiva, riuscì persino far presenziare il suo creatore, Gene Roddenberry e convinse la NASA a esporre il modulo lunare e una tuta spaziale. Dalla sua esperienza sono nati due libri: Star Trek Lives! The Making of the Trek Conventions in cui ha raccontato la propria storia.
Nel 1977 uscì Star Wars e nonostante la storica acrimonia fra i due fandom George Lucas disse che “Star Trek ha ammorbidito il pubblico affinché Star Wars potesse poggiarsi sulle sue spalle". Poi Star Wars rese il favore, visto che il suo successo convinse la Paramount a girare dei film dedicati a Kirk e soci.
In Mork e Mindy non solo il saluto di Mork è ispirato a quello di Spock, ma la sua tuta è un vestito di scena riadattato dall’episodio 22 della terza stagione. A un certo punto ci fu anche un breve cameo del Capitano Kirk.
Nel 1979 la NASA cercò di diversificare maggiormente il programma spaziale, aprendosi alle donne. Per incoraggiare le candidature femminili fu contattata Nichelle Nicols, la quale acconsentì, promettendo che sarebbe diventata il peggior incubo dell’agenzia spaziale se poi non avessero seriamente preso in considerazione le donne. Nel 1992 la prima astronauta afroamericana, Mae C. Jemison, la chiama prima del lancio per ringraziarla.
Il successo de L’ira di Khan creò un nuovo mercato per le VHS in vendita. Nel 1983 di solito le videocassette venivano noleggiate e raramente comprate, erano care e i consumatori non erano abituati. Grazie a un prezzo aggressivo e al successo del film furono vendute 120.000 copie, il doppio di quelle necessarie per rientrare dall’investimento.
A sorpresa, Spock fu un personaggio molto amato dal pubblico femminile, tanto che Asimov scrisse un saggio sul suo successo con l’altro sesso dopo aver partecipato a una convention di Star Trek (ed essere stato zittito da Roddenberry stesso che, nervoso, non lo aveva riconosciuto). Spock fu il primo nerd affascinante della storia della cultura pop, prima che l’intelligenza diventasse sexy.
Nel 1988 The Next Generation cambia la per sempre la storia delle serie TV, diventando la serie più vista negli Stati Uniti a durare un’ora, scardinando l’idea che il formato giusto fosse mezz’ora. Insomma, se oggi alcuni show sono troppo lunghi è colpa di Pickard.
Steve Perlman, il programmatore che nel 1991 sviluppa Quicktime per Apple, ha dichiarato di aver preso ispirazione dalla facilità con cui Data accede alle proprie informazioni e ai file multimediali. Anche Palm, si ispira alle interfacce dell’Enterprise per il suo Palm Os, un sistema operativo per oggetti che oggi sono spariti: i palmari, che tra l’altro ricordano molto i tricorder.
Non fatemi iniziare a parlare di citazioni, riferimenti incrociati, omaggi più o meno palesi e plagi clamorosi, perché non credo basterebbe l’intera grandezza di internet.
Star Trek è semplicemente parte di ciò che eravamo e ciò che siamo oggi, magari non lo conoscete bene, magari lo snobbate pure e va benissimo così, ma sappiate che aveva ragione Lucas. Se oggi lo trovate su Netflix e non vi sentite a disagio nell’esporre il vostro fandom beh, lo dovete a chi negli anni ’60 salutava allargando le dita della mano o qualche anno dopo simpatizzava per un androide giallastro.