L'educazione sentimentale di Scott Pilgrim
Scott Pilgrim vs The World è un brillante mix di citazioni e riferimenti, ma sotto la pelle da cinecomics nasconde una non banale commedia romantica.
C'è un prima e un dopo Scott Pilgrim nella vita di una persona.
Anche se questo "prima" e questo "dopo" non coincidono necessariamente con la prima visione della pellicola, tanto dalle suggestioni e dagli spunti di riflessione che la pellicola offre vista a distanza di anni.
Il bello di Scott Pilgrim vs the World è quello delle buone opere di intrattenimento, quell'abilità di sapere mescolare elementi e suggestioni al fine di trasmettere un messaggio.
Non stiamo qui a parlare di nulla di trascendentale, sarebbe anche stupido pretendere qualcosa di simile da un film del genere, un film che nasce mezzo indi, con un cast di attori all'epoca misconosciuti, tratto da un fumettino indipendente nato quasi per scherzo e sicuramente per sfida, volendo imitare nel tratto e nella storia gli shonen manga alla Ranma 1/2
Però un messaggio significante ce l'ha, per quanto tradizionale e banale esso sia, la sua messa in pratica e la sua narrazione sono stati, per quel determinato periodo storico, una variazione sul tema del cinecomics mentre questo era ancora in via di canonizzazione.
La pellicole è una esuberante commedia post-adolescenziale, che si trascina nello spirito qualcosa della scansonatezza degli anni del liceo ma che suo malgrado deve andare avanti.
Ecco, il tema del "andare avanti" è un elemento ricorrente, è ciò che cercano di fare Ramona e Scott, i due protagonisti della storia.
Entrambi portano sulle spalle il "peso" di un passato recente, storie di brutte rotture e relazioni abusive.
Certo, i trascorsi brutti sono altri, ma quello che cambia con la maturità è come si vivono queste rotture.
Gli Ex rappresentano, che lo vogliamo o no, un momento specifico del nostro passato, ne sono la personificazione, un coacervo del tempo che ci abbiamo speso insieme e di quello che "saremmo potuti diventare se".
Chi più, chi meno.
Scott Pilgrim vs The World sotto questo punto di vista aderisce perfettamente al profilo della commedia romantica, alla Chasing Amy volendo ricordare uno dei lavori giovanili di Kevin Smith. La commedia romantica del confronto e del superamento del passato.
Il cammino dell'eroe che diventa un percorso di riabilitazione sentimentale.
la Lega dei Sette Malvagi Ex è una rappresentazione allegorica di un rapporto abusivo, un'imposizione negativa di Gideon (Jason Schwartzman) sul futuro di Ramona Flowers. Non è amore, è cupo compiacimento narcisistico nell'avere qualcuno intorno completamente assoggettato al proprio volere. Altri simboli di questa smania sono da ricercare nell'anello di Ramona e nel chip di controllo mentale. Segni, simboli di un legame abusivo, antesignani della grande attenzione del pubblico di ricerca di simboli di mascolinità tossica.
Volendo raccontarcela tutta, Scott Pilgrim non è che sia uno stinco di santo. Il suo recente passato, la sua rottura con Envy (Brie Larson) non giustifica minimamente il suo comportamento, anzi. Scott è minato alla base delle sue certezze, un uomo in via di ricostruzione che cerca il modo per definire se stesso attraverso gli altri. È membro poco entusiasta di una band, non ha una casa, non ha un lavoro, è uno che si è lasciato andare.
Il punto di partenza di Scott affonda i piedi nel torto. La sua pseudo relazione con la liceale Knives Chau è un forzare la normalizzazione in ripresa della rottura: "Adesso sto con un'altra, adesso sto bene". Nulla di più lontano dal vero.
E qui arrivano I Sette Malvagi Ex, il percorso di catarsi camuffato da picchiaduro old school 2D.
Con il passare degli incontri, a crescere è la consapevolezza di Scott su cosa effettivamente è legittimo in una relazione.
Questo percorso consiste nell'accettare il passato di Ramona per il quale è persona che è adesso, ma anche è il viaggio che Scott compie per diventare una persona migliore e redimere il suo passato.
La consapevolezza per migliorare se stessi non arriva dall'esterno, nella forma dell'amore romantico, il Potere dell'Amore letteralmente non è sufficiente come motore dell'automiglioramento.
Scott trova la forza di sfuggire a se stesso, di non cadere nei suoi vecchi errori attraverso l'accettazione di sé, il Potere dell'Amor Proprio.
Il Film di Wright nel tempo è legittimamente asceso allo status di cult, riuscendo in una trasposizione non banale nonostante riprenda solo in parte gli eventi del fumetto, che pur mantenendo lo stesso livello simbolico si sviluppa in una conclusione diversa da quella del film.
Una nicchia di appassionati continua a preferirgli il finale del film.
Difficile propendere per una versione o per l'altra.
Il film è inoltre arricchito da un cast eccezionale la cui alchimia tra i personaggi, la recitazione e la resa della materia sullo schermo si fondono in un unicum adorabile.
Trovate che adesso abbiamo assimilato come abituali, come le onomatopee in sovrimpressione, l'estetica pixel art, il continuo rimandare a elementi della cultura pop quando non specificatamente nerd, qui vengono usate senza essere sbandierate andando a confluire tutte nel flusso di immagini e suoni.
Sono passati 10 anni ma la patina del tempo piuttosto che invecchiare, impreziosisce la pellicola.