L'ascesa di Twitch - A tu per tu con Marco Merrino
Un'intervista per capire il futuro dei contenuti di Twitch, i rischi del burnout, il rapporto col pubblico e le tendenze di un mondo in continuo mutamento
La pandemia ha duramente colpito la nostra quotidianità, anche nella multimedialità. Nonostante si abbia più tempo che mai a disposizione per fruirne, i contenuti hanno subito una brutta battuta d'arresto. Hollywood rischia di ripartire non prima del 2021, per non parlare dell'industria della musica e della difficoltà di organizzare concerti. Ma c'è chi indirettamente si è trovato avvantaggiato dalla situazione. Mi riferisco al mondo dello streaming, che ha visto nella quarantena un connubio agrodolce.
Ci ha visto lungo Amazon che, nel 2014, siglò un accordo da circa 1 miliardo di dollari per acquisire Twitch. Probabilmente conoscete già la piattaforma di stampo videoludico, ma quello che forse non sapete è che l'idea embrionale aveva tutto un altro sapore. Ne 2007 esordiva Justin.tv, portando il concetto di "Broadcast Yourself" di YouTube all'estremo. Justin Kan ebbe un'idea tanto affascinante quanto al limite del normale: filmare la propria vita 24/7 e proiettarla in diretta sul web, un'odissea che durò 8 mesi.
Da allora molte cose sono cambiate: la piattaforma crebbe, nel 2011 Justin.tv divenne Twitch e il mondo videoludico trovò piena espressione nella piattaforma. Ma è a cavallo fra 2019 e 2020 che accade qualcosa: il "Just Chatting" sale di prepotenza fra le preferenze del pubblico, al fianco di mostri sacri di Twitch quali League of Legends, Dota 2 e Fortnite. Di questo è indubbiamente complice l'esodo dei content creators, scontenti di una YouTube sempre meno "Broadcast Yourself" e sempre più mainstream. Da questo momento anche in Italia si scopre che Twitch non è più soltanto luogo di tornei videoludici, ma dimostra di avere le carte in regola per divenire un fenomeno di massa. In virtù di ciò, abbiamo deciso di intervistare alcuni dei creators che caratterizzano la divisione nostrana di Twitch, in modo da capire da dentro quale sia la visione presente e futura della piattaforma.
∙ La crescita del Just Chatting su Twitch deriva dallo spostamento degli youtuber e della relativa utenza. Il tuo spostamento incarna una contro tendenza: penso tu mi possa confermare che i format che più vanno nelle tue live non riguardano i videogiochi. Pensi che questo dipenda dal pubblico che vuole la chiacchiera?
- Spesso il pubblico vuole conoscere i propri idoli. Non a caso i miei gameplay migliori sono quelli dove racconto qualcosa. Si è scoperto che il Just Chatting può fungere da radio, tenendo le live in sottofondo. Ne consegue come l'attenzione, sia dei creator che del pubblico, si sia spostata. Gli youtuber hanno portato su Twitch una ventata di freschezza, come contenuto e come personalità. Da questo punto di vista, l'Italia si è molto contraddistinta nei confronti delle altre nazioni e dovremmo esserne fieri. La gente vuole sentirci parlare, e allora parliamo. Dei miei 11 anni da content creator, 10 li ha passati su YouTube con video scritti da copione. Riscoprirmi, tramutando quei discorsi che facevo fra amici in un qualcosa di intrattenente, per di più in live, è una vera sfida.
∙ Da quando il Just Chatting è cresciuto, da parte dei primissimi steamer (spesso gamer) sono arrivate diverse lamentele. C'è chi crede che si tenda a premiare il culto della personalità anziché la creazione di contenuti. Che ne pensi?
- Sono critiche super sterili. Come chi si lamenta che io, che impiego 1 mese a fare un video per YouTube, faccia meno visite di chi fa 1 video al giorno. La scelta di cosa guardare spetta al pubblico. Una regola non scritta dell'evoluzione di internet è che l'attenzione cambia, sia per il pubblico che per i creators. Mi auguro che queste lamentele siano soltanto invidia, perché sarebbe una giustificazione molto più plausibile del non capire come funziona internet da persone che ci lavorano. Altrimenti meglio scegliere un lavoro tradizionale da ufficio.
- Solitamente la figura dello youtuber è accompagnata da competenze tecniche. Oggi le diamo per sottintese, ma agli albori non era scontato avere una buona attrezzatura, senza considerare le capacità di montaggio e di editing. Adesso il livello si è alzato, gli spettatori sono più esigenti e si hanno anche molti più punti di riferimento qualitativi. Con Twitch c'è ancora una certa dose di amatorialità, seppur l'asticella si stia lentamente alzando. Pensi che il Just Chatting si sposterà verso una professionalizzazione o rimarrà un'isola franca per l'amatorialità?
- Spero entrambe. Ci sarà un miglioramento tecnologico generale, ma perché è un progresso che trascende Twitch. Ci sono già contenuti di alta qualità, come il late show "The Box". Ma bisogna sempre considerare il punto di partenza o si rischia di essere eccessivi ed alienanti. Bisogna tener conto dei cliché della piattaforma, fra cui il premiare l'amatorialità. Ci sono streamer di successo, come il mio amico Sdrumox, che giocano molto su questo. E se la gente si abitua a questa loro immagine, vederli poi in un contesto professionale diventa una bugia. Arriveranno questi tecnicismi ma permarrà un'amatorialità necessaria, anche negli ambiti più professionali: e per me è un bene, anche per non creare elitarismi.
∙ Quanto accaduto con il calo di monetizzazione su YouTube sottolinea quanto convenga più investire su di sé che sulla piattaforma. Le skill che solitamente si acquisiscono su YouTube sono spendibili altrove. Nel caso dello streaming, invece, ad oggi non c'è un'alternativa a Twitch, soprattutto remunerativamente. E le abilità che si acquisiscono facendo lo streamer rischiano di non essere facilmente spendibili. Pensi che questo rappresenti un rischio?
- Chi fa contenuti con pochi tecnicismi può traslarli altrove, a meno che la piattaforma su cui migra non comporti un cambiamenti tecnico, come lo è stato Twitch per me youtuber. L'azzardo va fatto ma consci del fatto che non si può puntare solo sulla capacità oratoria. Ogni social è diventato famoso non per i contenuti ma per le modalità in cui vengono proposti. Questo è un consiglio per investire su qualsiasi social, specialmente su Twitch, i cui tecnicismi sono difficilmente spendibili altrove. Senza considerare che Twitch è considerabile un monopolio: bisogna stare attenti a come si investono le proprie risorse. Ma è anche un vantaggio, perché un monopolio difficilmente muore.
∙ E se Twitch seguisse le orme di YouTube, prima investendo su tutti gli streamer, per poi spostarsi su altro, come sport ed eventi dal vivo?
- Twitch ha una ben maggiore coscienza della community rispetto a YouTube. C'è un senso di appartenenza e di congregazione bellissimo supportato dallo stesso staff. Senza contare la facilità nell'interfacciarsi con la dirigenza, la comunicazione sui social o l'organizzazione di eventi come il Twitch-con. Se Amazon cambiasse target, puntando a qualcosa di più televisivo, ci sarebbe una rivolta. Con YouTube questa rivolta non c'è stata perché non ha mai creato una vera community.
∙ Con il Just Chatting c'è stata un'inversione dall'individualismo. Le tue live sono perlopiù in coppia e spesso partecipi a quelle altrui, come Homyatol e Dario Moccia. Reputi che il Just Chatting sia un collante o pensi che l'individualità dei creators rimanga una componente rilevante?
- Spesso le mie live in solitaria hanno un andamento intellettualoide/depressivo, mentre quelle in coppia sono più briose. Il pubblico deve capire che il fattore community è positivo, soprattutto per il desiderio di vedere il proprio punto di riferimento adattarsi alla presenza di altri, parlando e scherzando con loro. Si chiama social e dev'essere tale, deve creare società. Va incentivato il dialogo, l'opinione diversa dev'essere agognata.
∙ L'evoluzione dell'intrattenimento parte dal cinema, storicamente il settore più complesso (tecnicamente ed economicamente), per passare alla TV, meno elaborata ma più accessibile per tutti. Poi c'è YouTube, ancor meno complesso ma più globale, per arrivare all'ancora più accessibile Twitch. C'è effettivamente un desiderio di semplificazione?
- Siamo in un'era dove è più facile accedere non solo a tecnologie professionali, ma anche ai modi per imparare ad usarle. È stata un'evoluzione nell'accezione più positiva del termine. Chi dice che c'è stata un'evoluzione verso il semplice sbaglia in parte: gli obiettivi rimangono complessi, ciò che è più facile è come raggiungerli. La voglia di imparare è l'unico limite fra media tradizionali e moderni. A livello tecnico non ho visto grandi differenze fra la TV e i creators più affermati. L'unica cosa da invidiare a TV e cinema è la numerosità dei team e il tempo da impiegare. Anche io potrei fare un film, ma ci metterei tantissimi anni.
∙ In termini di "semplicità", ci pensi mai che chi sta guardando una tua live su Twitch ti sta preferendo, magari, ad un film hollywodiano?
- Questa voglia del pubblico di cose semplici non parla soltanto di cosa vorrebbe guardare, ma anche di cosa vorrebbe fare. Feci un discorso del genere anni fa in teatro: la chiave per diventare un intrattenitore è la divisione che c'è fra l'incredibile e il poterlo replicare. Quando il pubblico si può calare nei panni di creators famosi, può pensare "Magari lo faccio anch'io". Dobbiamo arrivare ad un mondo che dà a chiunque un pezzo di attenzione, con cui potersi confrontare e migliorare. Così verrà anche meno quell'aura di specialità e la gente avrà molta più coscienza nel riconoscere la genuinità di un influencer.
∙ Non c'è il rischio che ciò possa essere un'arma a doppio taglio per coloro che potrebbero provare frustrazione nel non ottenere gli stessi numeri di coloro a cui si ispirano, pur vedendoli così simili a loro?
- Poter avere uno spazio non significa che tutti lo debbano avere. Aspettarsi di ottenere qualcosa agli inizi è un grande errore., c'è tutto un percorso da intraprendere. Ciò che veramente divide me dagli esordienti è che io ho maturato un'esperienza negli anni. La cosa bella del mio lavoro è che non sono nato attore o montatore, ma mi sono scoperto tale. Conosco tantissime persone che banalizzano il mio lavoro, a queste critiche rispondo: "Ok, fallo tu.". Ma il mio è un vero invito: scopri cosa c'è dietro al mio lavoro, potresti innamorartene. E non basta diventare famoso con un trend, dev'essere un percorso mirato a continuare nel tempo. Sicuramente oggi c'è molta pressione verso chi inizia un percorso lavorativo come il mio. Un'altra delle più grandi difficoltà è capire che, a differenza di ciò che può dire la società, questo è un lavoro molto vero e può esserci chi ci vuole fregarti.
∙ Il burnout è un problema considerevole che ha colpito molti youtuber: Casey Neistat, PewDiePie ed H3H3 sono i nomi più celebri, ma la lista è lunga. Senza considerare i problemi che possono avere coloro che non raggiungono i numeri sperati. Se sei un esordiente, avere a che fare con una piattaforma come Twitch che ti schiaffa in faccia "0 spettatori" può essere duro da digerire. Twitch è un'azienda che dà tanto ma che richiede una costanza mai richiesta altrove. Cosa ne pensi a riguardo?
- Uso un sacco di trick mentali per evitare questa pressione. Sai che se fai live da 7 ore ti arricchisci, ma se dopo 3 ore vuoi chiudere allora devi farlo, altrimenti diventi pazzo. Non farti mangiare dal denaro e dai numeri. Twitch è un esempio estremo di come internet possa essere una fonte di guadagno: più fai, più ti premia. Quando arrivai a Milano volevo solo lavorare su YouTube, ma quando mi venne mostrato quanto si poteva guadagnare in un mese rimasi a bocca aperta. Inoltre, su Twitch devi decidere cosa guardare, al contrario di YouTube. Fare una diretta durante quella di un altro grosso streamer genera ulteriore pressione. E poi fare Twitch non significa soltanto accendere la videocamera: vuol dire anche crearsi un mini-studio televisivo in casa: è un nuovo tipo di pressione.
∙ C'è chi lamenta che partire da zero su Twitch sia pressoché impossibile, in quanto il pubblico si focalizza sul numero di spettatori. YouTube ha dalla sua l'indicizzazione: puoi arrivare ad un video con poche views ma che parla dell'argomento da te cercato. Questo su Twitch non succede e il Just Chatting diventa un calderone per tutti i contenuti non videoludici. Pensi che questo sia un limite?
- L'utilizzo del "Just Chatting" è un trend di massa e tutti lo fanno, anche per comparire nella stessa categoria dei big. Questa è una falla che Twitch deve aggiustare, anche perché sa il fatto suo nella gestione della community. Per esempio, se sei affiliato o partner, Twitch ti dà dei premi e degli achievement. Potrebbero mettere degli incentivi per stratificare le categorie: se quest'anno anziché 100 ore di Just Chatting avessi fatto 50 ore, che ne so, in Art e Design avrei potuto vincere qualcosa. A tutti piacciono gli achievement e i piccoli creators avrebbero un incentivo per differenziarsi dalla massa.
∙ Questa ondata di nuovi creators su Twitch mi ricorda la cosiddetta "Vine Invasion", quando nel 2017 Vine chiuse e i suoi creator si spostarono su YouTube. Molti di questi, come i fratelli Paul, sono diventati protagonisti di YouTube. Sembra che stia avvenendo lo stesso fra YouTube e Twitch. Il Just Chatting si imporrà sui videogiochi o si tratta di un fuoco di paglia?
- Sono sia contento che scontento che il gaming venga meno rispetto al Just Chatting. Contento perché reputo che tanti gamer non sappiano intrattenere e trovo ingiusto il ritorno che hanno. Soprattutto quando criticano ingiustamente chi fa Just Chatting. Discorso differente vale per i pro gamer: lì subentra un aspetto anche sportivo, oltre al puro intrattenimento. Twitch non sta avvantaggiando il Just Chatting: semplicemente al suo interno ci sono degli intrattenitori che attirano per carisma e personalità. Con solo il gaming Twitch non può esplodere, perlomeno in Italia. D'altro canto, sono scontento perché per me i videogiochi sono la migliore forma di intrattenimento. Quello che faccio con Sdrumox, parlare di noi mentre giochiamo, è quello che consiglio a tutti: gamer e just-chatter devono essere più poliedrici. Forse questo avanzamento del Just Chatting è un bene: un gamer può uscirne migliorato.
∙ Quali sono le difficoltà maggiori che incontri su Twitch?
- Capire come esprimersi in un contesto nuovo come il Just Chatting può essere frustrante. Ci sono volte dove mi sento così costretto dentro alla mia stanza, con regole come quelle di Twitch, che mi passa la voglia di inventarmi qualcosa. Proprio perché so che chi mi segue vuole da me qualcosa che, per come è fatto Twitch, non sempre posso dargli. M trovo molto meglio quando ci sono altre persone con me in live, si crea dialogo e intrattenimento. Credo che le live di coppia piacciano di più al pubblico perché sentire simile a sé un creator e vederlo divertirsi con un amico è forse anche un palliativo per la solitudine.
∙ Basta farsi un giro nelle principali live di Just Chatting per notare un certo livello di anarchia della chat. Per quanto ci siano strumenti di moderazione, il problema rimane. E probabilmente alcuni censurano poco per non castrarsi il pubblico. Twitch si è dimostrata severa con lo streamer in materia di ban, ma non si può dire lo stesso per la chat, pur rappresentando un elemento cardine delle live. Pensi che sia un rischio per Twitch, visto quanto accaduto con l'Adpocalypse su YouTube?
- Quando sono ospite in altre live seguo le loro chat e noto questa tendenza. Nelle mia live spesso mi impongo, anche minacciando di chiudere la live. Twitch potrà benissimo scaricare la colpa sullo streamer se la chat risulterà nociva: i mezzi per moderare ci sono, sono semplici ed è facile minacciare conseguenze per la chat. Perché se a perderci è Twitch allora ci perdiamo tutti quanti. Alla piattaforma non frega nulla se moderando perdi visibilità: in caso contrario, dovresti venir bannato. Poche volte gli streamer sono stati bannati a causa della chat, ma dovrebbero iniziare a farlo più spesso.
∙ Parliamo di polarizzazione del pubblico. Da un lato la chat di Twitch, avvertita come più propensa a supportare i creator. Ma scorre così velocemente che formulare una critica costruita, che molto probabilmente non verrà letta, appare quasi inutile. Dall'altro i commenti ai re-upload delle live Twitch su YouTube, più facilmente visibili sotto al video. Qua c'è tutto il tempo di formulare un pensiero più ragionato o delle critiche (sia costruttive che distruttive). Ho notato come molti streamer preferiscano la community di Twitch, recepita come più positiva. Dato che molti si stanno spostando in pianta stabile su Twitch, potrebbe essere un problema non avere più un feedback ragionato dal pubblico?
- Spesso il pubblico di YouTube fraintende i re-upload di Twitch: non ha senso commentare una clip senza il contesto di tutta la diretta da cui proviene. C'è chi mi ha criticato e poi ho scoperto che aveva guardato le mie dirette per soltanto 40 minuti. YouTube non è il posto adatto per il freebooting, anche perchè odia Twitch: basta nominarlo in un video per finire demonetizzati. Vedendo i numeri che generano queste clip, Twitch dovrebbe creare un sistema interno che permetta al creator di creare dei montaggi, dei "Best of" che possano essere anche commentati. Così facendo non solo si eviterebbero i fraintendimenti, ma Twitch ne gioverebbe in termini di numeri.
∙ C'è chi potrebbe opinare che su Twitch ci sia poca varietà nei format. Portare qualcosa di elaborato in live è più difficile da un punto di vista pratico. Quali pensi possano essere dei format futuri per Twitch? Per esempio si è parlato di Watch Parties, con cui gli streamer potrebbero guardare serie TV e film di Prime Video col proprio pubblico.
- Sì, Amazon ci sta lavorando, anche se è un format confinato all'ecosistema Twitch. Quello che voglio fare (e che secondo me molti faranno) è impostare la propria casa per lo streaming, stile Grande Fratello. Già adesso posso fare live in qualsiasi stanza: tanto vale cablare tutto, no? Creare un sistema in cui iniziare la live alla scrivania e, all'ora di pranzo, premere un tasto e switchare all'inquadratura in cucina. A volte ho fatto dirette da 7 ore arrivando quasi alla follia in quanto seduto sempre nello stesso posto. Se avessi un pulsante che mi permettesse di cambiare set lo farei subito: è utopistico, ma è una direzione che tutti gli streamer potrebbero considerare.
∙ Ipotizziamo che qualcuno di nuovo alla piattaforma ti chieda: "Consigliami cosa guardare su Twitch". Tu cosa gli rispondi, rimanendo al panorama italiano?
- Direi Homyatol, ma soltanto se questo qualcuno avesse una visione già "navigata" di come funziona internet.
∙ Cosa c'è nel futuro di Marco su Twitch? Hai un obiettivo, dei format che vorresti portare o vivi alla giornata?
- Ho già diversi format in ballo ma che, per un motivo o per l'altro, continuano ad essere rimandati. Voglio portare contenuti che ricordino il Marco Merrino di YouTube: è difficile, l'unica cosa che posso fare è cambiare le modalità di streaming. Una casa a prova di video, dove tutto sia predisposto per YouTube e Twitch, sarebbe qualcosa di diverso e che rappresenterebbe il mio modo di essere. Sicuramente le IRL sono qualcosa che voglio esplorare, ma soltanto se sarò in grado di organizzare qualcosa di strutturato.