Quando mi è stato chiesto di scrivere una rubrica sul GDR ho pensato alla mia esperienza personale e mi sono sorti subito dei dubbi: cosa posso scrivere?
Ci sono tantissime pagine Facebook, canali YouTube, blog, siti che parlano di GDR… di cosa potrei parlare io?
Io sono un Master praticamente da sempre. Amo master(izz)are, per me è il ruolo più divertente! Puoi interpretare chiunque tu voglia, dare vita a qualsiasi cosa, descrivere i tuoi pensieri e vedere come gli altri giocatori reagiscono.
Quindi di cosa parlare? Di come interpretare i PNG (Personaggi Non Giocanti)? Di come bilanciare un incontro? Di come rendere avvincenti le sessioni? Questi sono argomenti trattati nel dettaglio da altri bravissimi divulgatori, quindi parlerò di cosa ho utilizzato io per essere il Master che sono oggi, ovvero spiegherò alcuni metodi non convenzionali che possono essere utili al giocatore che si cimenterà in questo meraviglioso ruolo.
Io personalmente mi esercito molto davanti allo specchio. Quando gioco mi agito, salto sul tavolo, gesticolo come un pazzo, corro in giro per la stanza e qualsiasi oggetto trovo davanti a me lo trasformo, grazie al potere delle parole e del teatro della mente, in armi incredibili, mazzi di fiori, tessuti pregiati, interi banchetti.
E questo l’ho imparato dal Rakugo.
Ma prima di entrare nel dettaglio su cosa sia il Rakugo e di come si possa sfruttare nelle sessioni di GDR è doveroso descrivere chi sia il Master e quali siano le sue funzioni - magari qualche lettore non ha mai giocato di ruolo (dovete rimediare il prima possibile)!
IL MASTER
Nella maggior parte dei giochi di ruolo cartacei, la figura del Master è fondamentale.
Il Master (chiamato a seconda del gioco Dungeon Master, Game Master, Custode, Narratore, Cartomante, Maestro di Cerimonie, Arbitro di Gioco, etc etc) è un giocatore al tavolo che ha il delicato compito di raccontare la storia, plasmarla intorno agli eroi, modificarla in base alle loro scelte e di animare tutto il mondo in cui gli altri giocatori vivono le proprie avventure.
Tutti pensano che fare il Master sia complicato, che porti via tantissimo tempo. In realtà non è così.
Per fare il Master servono due qualità: creatività e improvvisazione.
Se avete questi due requisiti, allora per voi sarà una passeggiata.
In ogni gruppo c’è sempre una persona (e a volte anche due o tre) naturalmente portata a fare il Master. A volte si accetta per necessità, ma è sempre qualcosa che ci si sente dentro, la voglia di provare a stare “dall’altra parte dello schermo”. E fidatevi, la soddisfazione che si prova a vedere i giocatori che pendono dalla vostra bocca, leggere i messaggi sulla chat del gruppo (tutti hanno la chat del gruppo!!!) e rimanere sorpresi dalle scelte dei propri giocatori è qualcosa di indescrivibile. Se siete dei master sapete esattamente di cosa sto parlando, se non lo siete… beh, provateci!
IL RAKUGO
Il Rakugo (落語, lett. "parole lasciate cadere") è un particolarissimo genere teatrale giapponese, dove un unico attore, il Rakugo-ka, racconta una storia interpretando tutti i personaggi.
Una aspetto molto particolare del Rakugo è che l’attore che recita indossa un kimono tradizionale, è seduto sui talloni nella classica posizione di seiza e ha davanti a sé, come unici oggetti di scena, un ventaglio e un fazzoletto di tessuto rettangolare, detto tenugui.
I temi trattati durante il Rakugo sono comici o sentimentali e sono presenti molti dialoghi tra due o più personaggi. Vedere l’artista cambiare il timbro di voce, muovere in determinate maniere la testa, coprirsi il viso con la manica del kimono, fa capire immediatamente allo spettatore il cambio di personaggio.
Un elemento molto utilizzato durante gli spettacoli sono le pause, che hanno un peso importantissimo e sono studiate a tavolino.
Ho visto maestri di Rakugo utilizzare il ventaglio come una katana e mi sono spostato per lo spavento. Ho visto tenerlo in mano come un paio di bacchette con il tenugui per ciotola, e sbavavo all’idea di mangiare quel ramen. Ho visto impugnare il ventaglio come un bastone da passeggio e volevo quasi alzarmi per aiutarli a camminare.
Questo è il potere degli attori del Rakugo, che fanno della suggestione la loro arma più grande. La stessa arma a disposizione di ogni Master.
IL RAKUGO NEL GDR
Da grande appassionato del Rakugo, ho iniziato a imitare i gesti dei maestri, facendo mie le loro tecniche. Innanzitutto non sto mai seduto in maniera normale sulla sedia. Ho una posizione definita “alla Gollum” o, per chi ha visto Death Note, “alla L” , una specie di seiza “occidentalizzato”. In questo modo sono pronto a scattare in piedi, lanciarmi per terra, o a “molleggiare” se la situazione lo richiede (o se mi si addormentano le gambe).
Poi, quando gioco, tengo sempre in mano una matita e dei fogli, l’equivalente gidierristico del ventaglio e del fazzoletto, che grazie alle descrizione delle scene si possono trasformare in qualsiasi cosa.
Se state descrivendo un duello d’onore, saltate giù dalla sedia, mettetevi una mano dietro la schiena e volteggiate davanti voi la matita: sarete un duellante coi fiocchi e gli altri giocatori vedranno il vostro PNG animarsi.
I personaggi stanno montando di guardia durante una serata stranamente tranquilla? Descrivete lo scoppiettio allegro del fuoco, fate a brandelli il foglio mentre parlate e lo sfrigolare del fuoco sarà reale.
Durante una pubblica esecuzione il gran ciambellano sta elencando tutti i reati compiuti dal condannato? Mettetevi in piedi sulla sedia ed ecco che il foglio srotolato diventa una pergamena e la matita la piuma del suo cappello!
Utilizzate le parole per plasmare gli oggetti che tenete in mano. Possono diventare qualsiasi cosa vogliate.
LE PAUSE
Una volta che avrete appreso quanto le parole e i gesti possono influenzare la mente degli altri giocatori, pian piano, mentre vi lanciate in descrizioni, in dialoghi, in combattimenti, iniziate ad inserire delle pause.
“La freccia scocca nella tua direzione, sei distratto, ti accorgi solo all’ultimo che la punta si conficca nella giuntura sotto la tua ascella dove la tua armatura completa è protetta solo da un sottile strato di cuoio. Il dolore è atroce, e mentre ti accasci al suolo, ti soffermi sull’arciere. Strabuzzi gli occhi…. cosa ci fa lui qui?” - PAUSA -
Quando l’attenzione al massimo, gli occhi sono puntati tutti su di voi, le mascelle stanno per cadere… allora fermatevi e fate una pausa che può andare dai 2 ai 5 secondi.
Dopodiché ricominciate. L’effetto sarà incredibile.
La pausa può essere usata anche per infastidire gli altri giocatori. Un PNG è molto anziano? Allora parlerà facendo molte pause tra una frase e l’altra, creando un senso di irrequietezza nei personaggi.
Il malvagio di turno è un signorotto spocchioso? Allora farà della pause fastidiose durante i suoi monologhi e non tollererà mai di essere interrotto.
Sperimentate con le pause. Usatele sia nelle descrizioni che per caratterizzare i PNG. E’ un ottimo strumento nelle mani del Master… ma non esagerate, mi raccomando!
I DIALOGHI TRA I PNG
Nel Rakugo, l’attore interpreta tutti personaggi presenti sulla scena, esattamente come un Master interpreta tutti i PNG.
A volte può capitare che un Master debba interpretare un dialogo tra due o più personaggi non giocanti, e se non si ha molta dimestichezza, o ci si sente a disagio a esibirsi in voci diverse, il rischio per gli altri giocatori di non capire chi sta parlando in quel momento è molto alto. Ecco che di nuovo il Rakugo torna in aiuto a voi Master.
Con gli strumenti che avete dietro lo schermo potete inventarvi un fastidioso tic per un PNG, mettetetevi il foglio davanti alla bocca per il PNG mascherato, picchiettatevi la matita in testa per un altro ancora.
Così facendo i giocatori capiranno perfettamente quale PNG sta parlando e potranno seguire il dialogo senza confondersi.
CONCLUSIONE
Alla fine di ogni spettacolo di Rakugo c’è l’Ochi, ovvero la conclusione dello spettacolo, dove viene a cadere la finzione e l’attore conclude la sua performance. Esattamente come il Rakugo-ka, alla fine della vostra sessione, terminate la vostra “performance”, tirate le file della serata e ringraziate gli altri giocatori al tavolo, perché assieme, avete creato un piccolo spettacolo solo vostro. E un applauso ve lo meritate.