Gli ultimi giorni della Nuova Parigi. Fantasy, surrealismo e nazisti indemoniati
Gli ultimi giorni della Nuova Parigi è l'ultimo romanzo di China Mièville, un racconto allucinante e potente sulla seconda guerra mondiale dove i nazisti e i surrealisti francesi combattono tra loro in un universo ucronico e governato dall'arte.
Non è semplice giocare con le ucronie, soprattutto se si usano gli ingredienti di altri celebri romanzi come La svastica sul sole di Philip Dick, eppure China Mièville crea il romanzo magistrale e assurdo, Gli ultimi giorni della Nuova Parigi. La perfetta fusione tra surrealismo, fantasy, ucronia e nazisti.
l'arte non è lo specchio che riflette il mondo, ma il martello per scolpirlo
C'è una cesura post-romantica, anzi un tradimento della sensibility squisitamente europea di matrice realista e razionalista. Le guerre dilaniano l'uomo e come mutano i confini geografici sullo scacchiere del mondo così anche i contorni che delineano la figura dell'uomo sfumano. Tutto è evanescente, anche la realtà. Cosa può capitare allora se si progettano nuove armi? E usare l'immaginazione come cannone metaforico per abbattere il grande nemico. I nazisti assediano Parigi in una guerra che esiste e che viene solo immaginata. Gli alleati progettano una bomba S, farcita con tutti gli incubi, le visioni, i deliri e le passioni dei surrealisti. Poeti, scrittori, artisti, pallidi filosofi di anarchiche realtà visive sono il nuovo incubo atomico.
Il surrealismo diventa un'arma, Parigi è avvolta da un'esplosione di potenza ctnoia e primitiva. L'arte morente diventa viva e la natura diventa un'agonia estetica. Ovunque si manifestano necrotiche creature bizzarre e incontrollabili, i demoni emergono dal sottosuolo e chissà come anche gli angeli della psicosi collettiva scendono in battaglia per reclamare un'oncia di terra.
Parigi è infestata dai manif (in francese manifestazioni) ovvero epifanie concrete dell'arte surrealista. Così la Francia si difende evocando le fantasie più disparate. Biciclette umane, gufi giganti, occhi enormi, lupi-tavolo, polipi in giacca e cravatta, foreste che baciano Parigi in vortici neri di urbanistica decadente. Tutto questo è una bomba narrativa in pieno stile Miéville.
Guerre realistiche in ucronie metafisiche, nazisti che cavalcano demoni abortiti dall'anarchia onirica, il tutto seguendo gli insegnamenti di Andrè Breton e degli altri grandi illustri maestri dell'arte e filosofia surrealista. Il surrealismo non è indagine dell'interiorità ma abbacinante esplosione delle più tacite fantasie e delle eclettiche complessità del mondo cerebrale, va oltre il razionale e monopolizza gli strati superficiali della ragione. Il surrealismo è "un automatismo psichico puro", libero pensiero senza volontà personali o codificazioni razionali, un vero flusso di energia mentale e spirituale che è capace di corroborare il mondo.
Il surrealismo è il processo al mondo reale, dove un tribunale di dèi ubriachi condannano la ragione dell'uomo
China Miéville crea un mondo nuovo dove l'arte mangia se stessa e siamo costretti a seguire le vicende di poeti maledetti e bugiardi che cercano di sopravvivere in un mondo patologicamente dannato. A salvare Parigi dai nazisti e dalla fagocitazione dell'esercito allegorico ci sono i surrealisti, che alla fine non possono vincere i nazisti. Hilter non sapeva nemmeno dipingere. Artisti poeti scrittori e fotografi contro tutti e tutto, contro l'inferno e il cielo.
Gli ultimi giorni della nuova Parigi sono centinaia di miliardi martelli che forgiano mondi e li distruggono per gioco.