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Gli autori di giochi da tavolo sono matti, aka cosa è l'IDEAG?

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Sapete cosa è l'IDEAG? Forse uno dei momenti più importanti per la comunità degli sviluppatori di giochi da tavolo italiana e non solo. Venite con noi per conoscerla!

Articolo di Franco Sardo

Vi invito a fare un piccolo esperimento di immaginazione: centinaia di registi e sceneggiatori si danno appuntamento da qualche parte per visionarsi a vicenda, in forma di copioni, storyboard e videoclip, i propri progetti cinematografici. O ancora: l'intera scena nazionale dei gruppi musicali si organizza per passare un weekend intero ad ascoltarsi i pezzi, dandosi consigli tecnici e pareri professionali. Un'ultima volta: una miriade di scrittori da ogni parte d'Italia, tra venerati maestri e giovani promesse, si raduna per confrontarsi e leggere le bozze dei propri lavori, nello stesso luogo in cui diversi editori tentano di intercettare i prossimi libri da piazzare sugli scaffali.

Sarebbero eventi incredibili, vero? Fantasmagorici. Ovviamente però è un qualcosa di impensabile, una vera follia anche solo immaginare situazioni del genere, figuriamoci. Eppure è esattamente quello che gli autori di giochi da tavolo italiani fanno durante l'IDEAG Nazionale l'incontro di cui si è da poco tenuta la diciannovesima edizione a Parma, dal 12 al 14 Gennaio.

Ideato dal decano del game design Walter Obert, il primo raduno si svolse nell'ormai lontano 2005, mentre oggi viene ufficialmente organizzato dai soci della SAZ Italia, parte di un'associazione con sede in Germania che svolge fondamentali compiti di organizzazione, rappresentanza e consulenza per i professionisti del settore. Oltre all'IDEAG Nazionale, durante l'anno si tengono poi numerose edizioni locali, raccolte in un calendario sempre più nutrito.

"La vera forza di IDEAG è proprio quella di mettere in contatto gli autori - spiega Matteo Sassi, socio di SAZ-Italia e fra gli organizzatori di IdeaG Nazionale 2024 - Gli incontri locali in questo senso non sono meno importanti di quello nazionale, sono il cuore del confronto tra gli autori di ogni parte d'Italia e mantengono vivo lo spirito primigeno di IDEAG. Quest'anno poi abbiamo lavorato in particolare su due punti: in primis abbiamo deciso di concentrarci sulla formazione in cui SAZ Italia crede tantissimo. I panel saranno inoltre disponibili a breve e per tutti sul nostro canale youtube. Il secondo punto su cui abbiamo lavorato per l'edizione 2024 è stato il codice di condotta. IDEAG vuole essere un punto di confronto per tutto il game design italiano. Da quest'anno IDEAG è l'Incontro Nazionale DEgli Autori e DElle Autrici di Giochi da tavolo. Rendere l'ambiente accogliente per tutte le persone è quindi stata la nostra priorità!"

Un'associazione internazionale con funzioni para-sindacali e di sostegno, un raduno nazionale fra autori di ogni estrazione, svariati incontri locali, percorsi di formazione accessibili a tutti e divulgazione delle competenze, un ambiente che pone l'accessibilità al primo posto... quanto è distante tutto ciò dagli altri settori creativi a cui siamo abituati?

Che i giochi da tavolo (e di ruolo) stiano uscendo dalla nicchia a cui sono stati a lungo relegati d'altronde è evidente: sempre più luoghi di aggregazione mettono a disposizione una più o meno nutrita selezione di titoli, mentre cominciano a fare le loro apparizioni anche attraverso canali che finora li snobbavano: pensiamo per esempio al programma Toy Inventor su Real Time, al podcast Dungeons and Deejay di Francesco Lancia o ad alcuni interventi di Alessandro Gori (Lo Sgargabonzi) per Rolling Stones.

Va detto però che, rispetto ad altre due nuove linguaggi che il Novecento ha visto nascere e/o ha consacrato (fumetto e videogioco, a cui è legato da diverse analogie), il gioco da tavolo sembra rimanere ancora un passo indietro in termini di popolarità e riconoscimento, almeno in Italia. D'altronde, anche senza eccessivi clamori, i numeri dicono che il mercato sta comunque crescendo a buoni ritmi, nonostante una naturale flessione rispetto al periodo pandemico. L'aumentata offerta di giochi e di autori la si può vedere anche dai corsi di game design disponibili, sempre più numerosi e accessibili, ma anche via via più specifici e altamente professionalizzanti.

Non a caso forse l'IDEAG del 2024 è stata l'edizione dei record: più di 200 autori hanno portato ufficialmente oltre 400 prototipi di giochi (più molti altri non registrati), mettendoli letteralmente nelle mani di colleghi, playtester ed editori per farseli provare, stressare, magari anche smontare, eppure comunque collaudare, migliorare e raffinare, in un'occasione di sviluppo collettivo caratteristico del settore che non sembra avere paragoni. E neanche epigoni: unica eccezione sembra essere il neonato Playfest, che si propone come "IDEAG dei giochi di ruolo".

"Molti pensano che IDEAG sia una fiera del prototipo, dove gli autori mettono in mostra le proprie idee agli editori presenti. Sicuramente IDEAG è un occasione dove poter conoscere gli editori. Ma l'incontro è fatto per migliorarsi come game designer ed avere l'occasione di migliorare i propri prototipi. Per questo il primo consiglio del Decalogo è Prova e fai Provare. La mia prima IDEAG nel 2017 l'ho fatta da playtester provando decine di idee di gioco in una due giorni che mi ha trasformato." (Matteo Sassi)


Lo spirito dell'evento è quindi quello della reciprocità e, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non si teme che altri rubino le proprie idee, anzi l'approccio invoglia a prendere spunti e magari ad aprire a collaborazioni. D'altra parte il gioco da tavolo si trova in un contesto legale dove i diritti d'autore coprono la sua mera realizzazione materiale ma non propriamente le sue meccaniche. Non che questo eviti che si arrivi a contenziosi acerrimi o a veri e propri scandali editoriali.

Ad ogni modo la creazione del gioco da tavolo sembra vivere un ottimo momento, che trova nell'IDEAG la sua autentica festa, forse pure un po' perché, per il tipo di progettazione materiale e comportamentale richiesta, ci si sente relativamente al sicuro dal terremoto dell'intelligenza artificiale, almeno per quanto riguarda il design, mentre per le illustrazioni e le grafiche le scosse si fanno sentire eccome, con esiti anche molto controversi.

Inventare giochi richiede insomma competenze ancora molto lontane da ciò che una macchina può ora come ora riprodurre, per quanto avvenieristica. Questi oggetti di design in scatola devono riuscire infatti nell'ardua impresa di mettere insieme persone diverse ad interagire con una realtà appena abbozzata su carte, pedine e cubetti colorati. Per crearli l'intelligenza non basta affatto senza un'irriducibile umanità e una buona dose di follia, come quella che porta a chiudersi in massa in un albergo per un fine settimana intero, per scoprire insieme ciò a cui giocheremo nel futuro.

"Il numero di autori presenti in italia è altissimo e sempre più preparato. Ma sebbene veder pubblicato un gioco sia una cosa più semplice di un decennio fa, bisogna ricordare che non è facile trasformare questa passione in un lavoro e da un'idea presa da una casa editrice ad un gioco prodotto possono passare anche 3-5 anni." (Matteo Sassi)

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