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Fumetti per lettori occasionali — SAGA


Il mondo è pieno di cose bellissime e sono tante, troppe talvolta… quindi ci sta che alcune possano sfuggire. Per questo esiste N3rdcore.it, per mostrarvi tutte le cose interessanti che magari vi siete persi.

Un tesoro che ho scoperto di recente e che vorrei condividere con voi è Saga, una serie fumetto edita da Bao Publishing. Lo so che i lettori più smaliziati probabilmente già lo conoscono ma d’altronde questa rubrica non si chiama “Consigli per chi sa già tutto sui fumetti”.

A dire il vero è già molto tempo che sento parlare di Saga, tra l’altro sempre benissimo, ma fino a qualche giorno fa non avevo minimamente idea della sua potenza narrativa. Poi al Comicon di Napoli ho comprato a scatola chiusa i primi cinque volumi. Tre li ho divorati sul treno che mi ha riportato a Milano.

Saga narra la storia due pianeti, Landfall e Wreath, abitati da popoli completamente diversi. I primi possiedono le ali, un’avanzata tecnologia e armi da fuoco, i secondi dai tratti vagamente demoniaci padroneggiano la magia e le armi bianche. Le due razze sono in lotta da tantissimo tempo, ma visto che la distruzione di un pianeta danneggerebbe l’orbita dell’altro hanno subappaltato la guerra al resto dell’universo.


Alana è una soldatessa di Landfall, Marko un guerriero di Wreath fatto prigioniero. I due si incontrano, fuggono assieme e hanno una bambina, Hazel, il che li rende un abominio per le rispettive fazioni e un problema da eliminare. Sulle loro tracce finiranno sicari che hanno le forme di affascinanti donne ragno, uomini serpente, robot con un televisore al posto della testa, gatti che annusano le bugie, giornalisti gay di un popolo subacqueo e, ovviamente, l’ex ragazza di Marko. Tutta la storia è seguita dalla voce narrante di Hazel che ogni tanto anticipa o commenta la vicenda con delle didascalie.

Questa è in poche parole la trama di uno dei fumetti più belli degli ultimi anni. Una storia in cui Romeo e Giulietta incontrano Flash Gordon, Il Signore degli Anelli e Guerre Stellari per farsi una birra con colpi di scena in stile Game of Thrones. Il risultato è una grande allegoria dei rapporti umani, del crescere un figlio e della guerra rappresentata attraverso splendidi disegni.

L’aspetto migliore di Saga è probabilmente il bilanciamento. Da un lato abbiamo mondi fantastici, creature assurde eppure verosimili e una storia principale dalle dimensioni di una space-opera, dall’altro c’è tutta la dimensione umana e familiare di una coppia che sbaglia, si ama, si molla e cerca di crescere una bambina in un mondo che la vuole morta. Un equilibrio che ritroviamo nei toni, ora tragici, ora comici, ma mai falsi, mai sopra le righe, mai forzatamente leziosi o epici, che continua nel visionario caleidoscopio di personaggi e creature che esaltano un mondo fatto di diversità razziale e di genere. Più che un fumetto Saga è una lezione di tolleranza che tutti dovrebbero leggere.


Un universo in cui è assolutamente normale viaggiare nello spazio dentro il teschio di un drago, dove le babysitter sono fantasmi adolescenti, dove esiste un enorme pianeta bordello, dove gli alberi posso diventare astronavi e per lanciare una magia bisogna dire ad alta voce un segreto. Una storia che non ha paura di mostrare sesso esplicito, ma d’altronde assolutamente normale, come quello fra due persone che si amano, o affrontare temi come la pedofilia, la dipendenza, il razzismo, l’omofobia e tutto i lati peggiori dell’umanità. Un progetto che non si innamora dei suoi personaggi e non ha paura di ucciderli nei modi più diretti e truci possibili, roba che in confronto le Nozze Rosse sono un brunch con la nonna. La sua bellezza sta senza dubbio nel paradosso di avere personaggi realistici e molto “terrestri” senza rinunciare al divertimento di una storia fantastica.

I disegni sono di Fiona Staples, il cui stile versatile si sposa perfettamente con una narrazione che deve molto alla capacità di affascinare lo spettatore con immagini spettacolari. Dal primo al quinto volume c’è senza dubbio un’evoluzione del suo tratto che in alcune prime tavole risulta forse solo abbozzato, ma che poi esplode in favolose splash page nelle parti finali.


Al timone della storia c’è Brian K. Vaughan, uno che oltre ad aver vinto 11 volte l’Eisner Award, l’Oscar del fumetto statunitense, ha scritto Private Eye, altro fumetto favoloso di cui magari vi parleremo in futuro, parte della quarta stagione di Lost, Under the Dome e un discreto numero di albi per DC e Marvel. Vaughan ha concepito Saga da bambino, perché si annoiava durante le lezioni di matematica, ma la scintilla si è accesa solo durante la seconda gravidanza di sua moglie. Voleva scrivere qualcosa che parlasse dei parallelismi tra la nascita di un bambino e il processo creativo, usando come cavallo di Troia una storia affascinante. E direi che c’è senza dubbio riuscito, almeno per ora.

Saga infatti non è ancora una serie completa, per ora sono usciti solo cinque volumi, il sesto arriverà a giugno. Un’attesa che personalmente sta diventando spasmodica, visto che Saga è riuscito in pochissimo tempo a spazzare via la concorrenza di qualunque altra forma di narrativa seriale.

Insomma se non comprate molti fumetti, o anche se non li comprate mai, questo è uno di quei casi in cui dovreste fare assolutamente fare un’eccezione.

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