La faccenda è andata così.
Quando è arrivato l'invito per l'anteprima di Dungeons & Dragons - l'onore dei ladri, tutto il gruppo di N3rdcore è diventato gentilissimo: vacci tu, ma no ti pare vacci pure tu, ma no guarda se vuoi andarci tu per me nessun problema (non è vero, io ho rosicato perché credevo nel film ndLorenzo).
Il ricordo del primo tentativo di costruire un film per il cinema su D&D, per chiunque abbia mai frequentato l'universo fantastico nato negli anni '70, è sempre traumatico: partito come un progetto dal budget importantissimo, finito per diventare una specie di film di serie b, diretto da un appassionato a secco di esperienza registica e condito con una sceneggiatura approssimativa.
Il risultato era stato talmente deludente da non riuscire nemmeno ad accaparrarsi la qualifica di cult. Tutti eravamo preoccupati di ciò che avremmo visto in sala.
E invece.
Promesse mantenute
Quello a cui mi son trovato davanti al cinema è un prodotto totalmente diverso da quanto mi aspettassi: ero partito prevenuto, temendo l'ennesimo polpettone che non riesce a restituire emozioni agli appassionati o appassionare i neofiti.
Invece la pellicola confezionata da Jonathan Goldstein e da John Francis Daley, registi e pure sceneggiatori di questo Dungeons&Dragons - L'onore dei ladri (Honor among thieves: traduzione allegrotta, al solito), è un bel prodotto solido: fa contento chi come me da ragazzo si è appassionato ai draghi e ai guerrieri, divertirà chi non ha mai sentito parlare di un d20.
La storia: Elgin (Chris Pine) è un ex-Arpista convertitosi alla vita di ladro dopo una tragedia personale. Si accompagna con Holga (Michelle Rodriguez), una barbara che a sua volta ha lasciato la sua tribù, e a sua figlia Kira: conducono un vita all'insegna dell'oggi, senza pensare al domani. Fino a quando Elgin non si lascia coinvolgere in un colpo che finirà per costargli caro. Dopo un paio di fughe rocambolesche, meglio non aggiungere altro per non guastarvi la sorpresa, il più classico dei party formato anche da uno stregone e da un druido si troverà a combattere le forze oscure per salvare il mondo.
Non ci sono note particolarmente stonate nel cast, che anzi si muove con una certa chimica: anche Hugh Grant, lo avrete visto senz'altro nei trailer, si diverte a interpretare quel personaggio sarcastico e ricco di humor inglese che ormai è un po' il suo marchio di fabbrica da qualche film a questa parte.
Non ci sono attori drammaticamente fuori ruolo (Pine è adorabilmente idiota, Rodriguez picchia come un fabbro e così via), non ci sono interpretazioni eccessivamente sopra le righe. I cattivi soltanto, forse, so un po' bidimensionali: ma, ehi!, siamo pur sempre in un fantasy.
Anche la storia è ben strutturata: ci sono un paio di forzature, soprattutto per smuovere il secondo atto che si siede un po' a un certo punto, ma nel complesso sta in piedi e si fa decisamente apprezzare per la vena comica. Superata la prima valanga di nomi buttati lì sul piatto per far felici i fan (a un certo punto c'è una scena in cui praticamente vengono citati tutti i giochi per PC della Bioware, da Baldur's Gate in poi), il film si scrolla di dosso l'ansia di soddisfare gli appassionati e alza lo sguardo.
Non serve essere un consumato giocatore per capire l'assurdità dell'etica di un paladino. Insomma, mi son fatto un paio di sane risate, mi son divertito nelle scene d'azione: tutto sommato un bel filmetto.
Il fantasy (quasi) perfetto
La lezione imparata dai film ad alto budget degli ultimi anni è evidente in questa nuova incarnazione di D&D: i 150 milioni di dollari di budget vengono messi bene a frutto, tra cast ed effetti speciali praticamente sempre convincenti.
Soprattutto, ci sono eco dei film più riusciti del genere: sto pensando a La storia fantastica, ma pure influenze di quei capolavori dei Monty Python, c'è dentro qualcosa de Il signore degli anelli di Jackson così come la fascinazione di alcune pellicole di Spielberg.
C'è postmodernità a secchiate nel modo in cui nessun personaggio si prende troppo sul serio, nel continuare a strizzare l'occhio allo spettatore facendogli credere che da un momento all'altro la quarta parete verrà bucata. (che poi è esattamente come gioca molta gente a DnD: cazzoneria totale, serietà al massimo quando si rischia di morire ndLorenzo).
Non è un film perfetto, questo no: ma è un ottimo film per il genere, è un'ottima notizia che D&D abbia finalmente una rappresentazione cinematografica degna della su fama. Paramount ha tra le mani un potenziale nuovo franchise, che probabilmente diventerà presto almeno una mini-serie sul suo servizio di streaming, e Hasbro può andare alla ricerca di una nuova leva di appassionati che comprino i suoi prodotti.
La lezione Marvel è stata appresa appieno: non serve aver letto fumetti o giocato campagne per godersi lo spettacolo, si possono prendere personaggi e stilemi che hanno costruito un universo fantastico e sfruttarli per costruirci sopra qualcosa di nuovo. Qualcosa di vendibile a ripetizione, mutevole, che si adatti al momento.
Magari pure al regista che dirigerà il prossimo film.
Perché di sicuro ne gireranno un altro, se questo farà bene al botteghino.