Black Sonata: una recensione che non è una recensione
Black sonata, ossia come un gioco da tavolo mi ha aiutato durante la monotonia della quarantena.
Come sono finito a scrivere una recensione di Black Sonata è una piccola storia da raccontare.
Non sono mai stato un giocatore solitario. Dei giochi da tavolo amo principalmente il sedersi intorno a un tavolo per passare del tempo insieme agli amici, ai figli o a dei perfetti sconosciuti che condividono la mia stessa passione.
Certo, durante tutta la pandemia mi sono ammazzato di partite online con gli amici su BoardGame Arena, ci siamo inventati ogni modo possibile per giocare online in videoconferenza, ma sentivo forte il desiderio di tornare intorno al tavolo, scegliere un gioco, leggere un regolamento, mangiare patatine fritte e bermi una birra o una Coca Zero (sì, mi piace la Coca Zero). Insomma, mi mancava un po’ uno spazio tutto mio.
In mio soccorso è arrivato Black Sonata di Side Room Games, localizzato in Italia da Gate On Games. Un gioco da affrontare totalmente da soli che mai avrei preso in considerazione se non per questo desiderio crescente di sedermi al tavolo e astrarmi totalmente dal resto.
[Black Sonata, un mistero vecchio di 400 anni]
Ad aprile decido quindi senza pensarci troppo di pre-ordinare il titolo, incuriosito soprattutto dall’ambientazione: nel gioco dovrai in tutti modi scoprire l’identità della Dama Bruna, figura misteriosa presente in alcuni sonetti di William Shakespeare.
Il mercato dei giochi da tavolo è pieno zeppo di titoli con temi molto simili e io sono sempre attratto da chi cerca di ritagliarsi uno spazio scommettendo su ambientazioni e meccaniche innovative.
Una volta ordinato il titolo mi metto il cuore in pace in attesa del day one. Non vedo l’ora di provarlo.
Il problema è che questa pandemia non vuole proprio farmi giocare. Il day one di Black Sonata viene puntualmente posticipato a causa dei ritardi nelle spedizioni dalla Cina.
Passa qualche mese e quasi me ne dimentico. Per tre mesi vengono fortunatamente assorbito dal lavoro h24 in uno spiraglio di libertà che è una boccata di aria fresca per chi, come me, lavora nel mondo dello sport.
Quando rientro dall’ultimo impegno lavorativo siamo praticamente a novembre e il Covid ci fa il primo scherzo: 10 giorni di isolamento per mio figlio piccolo.
È in quei giorni che mi ritrovo faccia a faccia con Black Sonata, che arriva con un corriere e che io accolgo con grande felicità, un po’ come il fattorino che ti porta la pizza il sabato sera.
Comincio a studiarmi il regolamento mentre aiuto Pietro con i compiti. Lui studia le sillabe, io i sonetti di Shakespeare. Nella scatola di Black Sonata è presente, infatti, uno splendido libretto scritto da John Kean con i sonetti di Shakespeare, una descrizione delle Dark Lady e tutti i luoghi di Londra che attraverserai nel tuo inseguimento.
[Io vi troverò]
È martedì 17 novembre. Finalmente sono pronto per giocare. Il piano è questo: porto i bambini a scuola, torno a casa, lavoro un paio di ore, imposto il pranzo per quando ritornerà mia figlia più grande e poi mi faccio un paio di partite.
Mentre preparo la colazione mi chiama mia moglie: è positiva al Covid. L’hanno appena testata nella casa di riposo dove lavora, ha tutti i sintomi (i professionisti sanitari sono sottoposti a continui controlli).
Nella telefonata pronuncio diverse volte la parola “merda” e forse invoco qualche santo. Noi veneti siamo professionisti in questo. Metto in ordine le idee, siamo spaventati, isoliamo Sara, sanifico mezza casa vestito come Walter White mentre cucina le metanfetamine. Facciamo di tutto per cercare di evitare di essere contagiati. Ho il morale sotto le scarpe ma non c’è tempo di pensare, c’è troppo da fare.
Il giorno dopo risulto positivo anche io, i miei figli sviluppano i sintomi qualche giorno dopo, positivi anche loro. Io sono l’unico a resistere, nessun sintomo.
Le giornate sono dure, c’è molto da fare e molta preoccupazione. L’unico momento di respiro è dopo pranzo. Pietro gioca a Super Mario, Emma guarda una serie tv e io stramazzo sul divano. La tregua solitamente dura un’ora, poi si riparte senza respiro.
Mi rendo conto solo qualche giorno dopo che Black Sonata è ancora sul tavolo, pronto per essere giocato. Devo solo sedermi e cominciare.
[Un tavolo che somiglia ad un accampamento]
È così che comincio la mia prima partita, con l’idea di non farmi togliere un’altra cosa dal Covid. Abbiamo rinunciato (giustamente) a tanto e su questa non voglio cedere. C’è un mistero vecchio di 400 anni da risolvere e non voglio perdere tempo.
Ecco che così mi trovo immerso in questo gioco di movimento nascosto e deduzione a investigare in una Londra elisabettiana e a mettere insieme i pezzi di un puzzle difficile da risolvere.
L’aspetto più affascinante e ingegnoso del gioco è il movimento nascosto della Dama che viene gestito con un mazzo di carte speciale e che ne permette il movimento senza mostrarlo fisicamente sul tabellone.
Quando pensi di essere nello stesso luogo della Dama allora potrai effettuare una azione di ricerca e conquistare una carta contente un prezioso indizio sulla sua identità. Sì, perché per capire l’identità della Dark Lady sarà necessario scoprirne anche le caratteristiche (letterata o artista, musicista, madre, sposata, amante, etc. etc.)
[Madonna se te ciapo varda Cit. William Shakespeare]
Ogni carta indizio rilevata è preziosa per cercare di portare a termine la tua ricerca. Ogni possibile Dama Bruna ha una diversa combinazione di tre caratteristiche e, giù il cappello, molte di queste hanno una reale accuratezza storica (memo: leggete il libricino).
Per risolvere il mistero dovrete quindi identificare tutte le caratteristiche della Dama e successivamente trovarla con l’azione “cercare”. Se una delle caratteristiche della tua ipotesi non corrisponde a quelle della Dama… avrai perso.
Al primo giro faccio due partite, perdo entrambe. Il giorno dopo perdo la prima e vinco la seconda. Il giorno dopo ancora invece leggo un libro intervallato da qualche Dylan Dog lasciato indietro e Slam Dunk, che colpevolmente non avevo mai letto e che ho deciso di recuperare.
Ogni giorno mi ritaglio un po’ di tempo per rompere la routine giornaliera del Covid fatta di numero dei contagi, di indici RT, di nuovi DCPM e così via.
[Black Sonata in buona compagnia]
Nel frattempo, mia moglie migliora, i ragazzi stanno bene e cominciamo la trafila per il rientro fatta di chiamate al dottore e bastoncini infilati nel naso. In casa superiamo così la “prima ondata”, siamo tutti un po’ stanchi e fuori fase e ognuno di noi sta trovando la sua routine giornaliera: Emma fa i compiti per mettersi in pari con i compagni e guarda Riverdale, Pietro impara le sillabe con l’aiuto paziente di mamma e papà e cerca disperatamente di superare il livello 1-4 di Super Mario, Sara aggiorna il suo profilo Linkedin e recupera Norvegian Wood, che aveva voglia di rileggere. Io invece ho appeso cinque quadri che erano in attesa di essere appesi da troppo tempo e domani magari mi faccio un’altra partita a Black Sonata.
P.s. se siete in cerca di titoli per rompere la monotonia della vostra quarantena questo è l'articolo giusto per voi.