Back 4 Blood - Resuscitare un cadavere basta a risolvere l'astinenza?
Back 4 Blood ci riporta nell'atmosfera di Left 4 Dead ma non tutti gli zombie riescono con il buco in testa, specie quelli invecchiati.
Giocare a Back 4 Blood è stata una di quelle esperienze che mi ha riportato indietro nel tempo, dritto alle lunghe serate passate su Left 4 Dead 1 e 2. E già questo dovrebbe essere l'attestato di quanto questo nuovo titolo di Turtle Rock Studios sia un'iniziativa vincente che va a riempire l'unico vuoto che non è mai stato pienamente riempito da nessun altro progetto legato agli zombie. Non fatevi però un'idea sbagliata: titoli come State of Decay (1 e 2) o Days Gone ci hanno dato la nostra dose abbondante di non morti ma nessuno di loro, almeno in me, ha mai preso il posto di quei momenti iconici in cui assaltavo un supermercato pieno di zombie mutati o quando li cacciavo da un luna park abbandonato. Ci sono così tante situazioni e momenti di Left 4 Dead che non basterebbe un pezzo per elencarle tutte, ma è di questo che bene o male credo abbia vissuto il leggendario capolavoro di Steam.
Per non parlare delle mod che equiparerei – in importanza – a quelle che hanno favorito la longevità di Skyrim, Fallout: New Vegas e chi più ne ha più ne metta. Ce ne erano di ogni tipo, dalle semplici modifiche ai personaggi alle mappe costruite da zero con effetti nuovi. Le possibilità offerte da quel regno erano infinite e non nego che quella sua libertà d'espressione sia tutt'oggi la caratteristica più apprezzata di tutto il pacchetto, anche sopra il sistema di base che più base non ce ne è.
Back 4 Blood riprende la stessa identica struttura, la amplia, cambia nome e forma ai nemici – seppur con un design più anonimo dai toni non proprio esaltanti - e la ripropone nel modo in cui tutti noi vecchi giocatori la conosciamo. Cooperativo fin dalla nascita, e tremendamente poco soddisfacente in singolo, il flusso di Back 4 Blood mi ha ributtato nell'orda degli zombie allertati dalla mia sbadataggine, fatti fuori a colpi di mitragliatrice e colpi di cecchino quando ho la fortuna di avere un team coordinato. Come il suo genitore, Back 4 Blood alimenta l'entusiasmo del giocatore posizionandovi in momenti topici di atto in atto (qui la campagna è longeva quanto l'ultima versione di Left 4 Dead 2 per paragone), come quando dovrete assalire un bar o difendervi tra i detriti di un mega incidente stradale vicino a un tunnel.
Avrete anche più eroi a disposizione, una caratterizzazione molto particolare e più identità ai vari personaggi: le meraviglie della modernità dei videogiochi odierni. Chiaro che al cuore rimane sempre un FPS terra terra, pur sottolineando ancora una volta che nella semplicità si cela una formula tutt'altro che arrugginita, ma è bello vedere come ci sia ancora più attenzione alla balistica delle armi, al feedback delle varie tipologie e all'effetto che i proiettili hanno sui corpi putrefatti dei nostri avversari. Ecco, forse non è del tutto errato definire Back 4 Blood, in termini degli elementi a noi familiari, come un aggiornamento next gen di Left 4 Dead 2.
Ma c'è anche di più ed è qui che le cose cambiano ritmo e sostanza: la vera novità di Back 4 Blood risiede nel suo sistema di Carte che vi permetterà di far crescere i vostri personaggi e specializzarli in determinati frangenti, modificare il comportamento dei nemici e vivere partite con effetti, modificatori e situazioni diverse a seconda del vostro loadout. Le carte sono veramente tante e la personalizzazione nei mazzi è la stessa che vi potreste aspettare nei rudimenti di Magic: Arena. E qui non posso negare di aver storto un po' il naso, forse a mio gusto più che per ragioni obiettive.
Uno dei fattori che più si distingueva in Left 4 Dead era che potevo semplicemente entrare in partita e selezionare tutto quello che mi occorreva in corsa, senza perdere troppo tempo in loadout o armi preferite, il che era comunque un fattore non da poco nel tempo in cui molti FPS online ti costringevano a giocare con quelle che possiamo chiamare "classi". In Back 4 Blood questo vantaggio viene meno in favore di una personalizzazione maggiore, tra cui sottolineo il sistema di Accessori per l'arma ripreso da quello di Apex Legends, e della possibilità di definire meglio i ruoli dei sopravvissuti; una descrizione tutto sommato positiva per chi è in cerca di tale approccio. Si sente, per certi versi, la mancanza di funzioni rapide che permettano di ottimizzare alcuni mazzi intorno a una determinata caratteristica o approccio, in modo da venire incontro anche ai pigroni come il sottoscritto, ma è veramente un'inezia su cui non mi soffermerei più di tanto.
Quello che più incuriosisce sulle carte, oltre alle indubbie funzioni parametriche, è che la loro incisività latita un po' nel lato contenutistico delle variabili. Va benissimo incrementare la difficoltà, aggiungere modificatori o far sì che alcune condizioni limitino i sopravvissuti, tuttavia mancano i guizzi creativi nel proporre sfide uniche che mischino le "carte in tavola" delle partite ben oltre il discorso della difficoltà generale. Titoli come The Division 2 mostrano, ancora oggi, come l'aggiunta di effetti particolari come Nebbia di Guerra o nemici particolarmente improvvisi e nascosti dal pool generale siano delle trovate efficaci per far sì che le stesse missioni affrontate 100 volte possano diventare un qualcosa di unico, o quantomeno inaspettate sotto certi aspetti. A Back 4 Blood manca tale fattore sorpresa, pur essendo generoso nella casualità, e sfrutta le ricompense cosmetiche per convincervi a continuare a giocare per sbloccare questo o quello.
Al suo lancio però, Back 4 Blood ferma da solo la sua corsa evitando ben due dei fattori chiave che hanno fatto prosperare Left 4 Dead 2, più un difetto abbastanza importante. Partendo da quest'ultimo, il giocatore singolo inteso come esperienza con i bot è da buttare completamente e addirittura non conta in termini di progressione, un qualcosa che onestamente ho digerito poco pur capendone la necessità in termini di partita cooperativa. Non sempre abbiamo il tempo o la voglia di unirci a degli estranei o degli amici per giocare una partita di una mezzora circa, perché non dare quantomeno dignità di progressione alla campagna se quest'ultima è un focus centrale nello storytelling del gioco? Anche qui, niente che non poteva essere permesso con il minimo sforzo.
Il problema più grosso però arriva nel momento in cui l'assenza di un workshop grava come un macigno sulla varietà del gioco. Divertente, certo, ricco di cose da fare e da sbloccare, verissimo, ma perché ignorare un perno centrale dell'esperienza? Back 4 Blood non è di certo un nuovo progetto come Evolve (pace all'anima sua) e si presenta per sua stessa ammissione come un "More of the Same" che tutti hanno richiesto a gran voce negli ultimi anni, ma penso che nessuno del coro si aspettasse di vedersi strappare elementi come questo per poi riproporre la modalità Versus in una versione ancora più inutilmente complicata per il sistema delle carte, con ulteriori aggiornamenti e mappe da inserire nel Year Pass a pagamento.
Ed è ancora più strano pensare alle sue mancanze considerando che Back 4 Blood migliora ogni aspetto di tutti gli altri elementi, passando dalle ferite più realistiche alla richiesta di una strategia più assennata per la cooperazione del team. Sotto il luccichio delle cose su cui non avevamo dubbi di tessere le lodi di Turtle Rock, ce ne sono altre che forse sono arrugginite irrimediabilmente. Insomma è un compromesso che bisogna accettare in base ai propri gusti, non è un qualcosa di così univoco che mi sentirei di promuovere totalmente anche a chi non ha un attaccamento emotivo a Left 4 Dead, mentre chi è in cerca di una sana dose di nostalgia da accompagnare alle chat su Discord potrà stare sicuro dell'acquisto.
Tuttavia il prezzo richiesto al lancio è ben più alto di quanto offerto e non nego il potenziale beneficio che il Game Pass ha dato al lancio del titolo, specie perché ora non ha davvero senso acquistarlo tramite Steam senza supporto al Workshop. In casi come questo, considerando pure che sono già in arrivo contenuti aggiuntivi per tutto l'anno, la strategia migliore è aspettare o provarlo con l'abbonamento, per poi tornarci regolarmente quando ci sarà un po' di più da fare.