The Heist si presenta come una nuovissima esperienza di escape room da tavolo con un sistema di gioco unico e in tempo reale: funzionerà?
Ho sempre trovato il concetto di "escape room da tavolo” estremamente affascinante per tutta una serie di ragioni che vanno dal non aver mai troppa voglia di uscire di casa all’incredibile lavoro di design che gli sviluppatori compiono per mettere in scena un’esperienza quanto più simile possibile a quanto accade all’interno di una stanza “vera”.
Certo, ci sono prodotti più riusciti come Mini Escapes e prodotti meno riusciti, ma è anche vero che ognuno, a modo suo, riesce a creare una bellissima atmosfera attorno al tavolo regalando una piacevole serata alternativa ad un gruppo di amici che non mancherà di divertirsi attorno ai soliti mucchietti di carte che determinano la progressione e gli enigmi.
Il costo, poi, molto contenuto di questi prodotti li porta ad essere sempre una scelta che faccio con gusto quando devo andare in negozio per prendere qualcosa di nuovo per tenere impegnata una serata. L’unico neo è la mancata rigiocabilità di una “stanza”, ma è qualcosa su cui si può sempre soprassedere con una vendita a qualche amico a cui interessa ripetere l’esperienza con altri gruppi.
Insomma, tutto questa introduzione per dire che The Heist ha catturato immediatamente la mia attenzione per due ragioni: il costo, molto più alto della classica esperienza dell’escape room da tavolo, e la descrizione che lo vede come un titolo investigativo che unisce le dinamiche di una escape room ma utilizzando un sistema di missioni in tempo reale.
Come mi piace sempre fare parto dalla scatola, che generalmente è uno dei motivi principali per cui compro un gioco (spesso mi sono portato a casa cose orribili solo perché avevano una bella scatola. Sono pessimo, lo so): la confezione di The Heist, in tutta onestà, non mi ha convinto pienamente anche se questa è un’opinione del tutto personale: preferisco scatole più “sobrie” a quelle con troppe informazioni visive che “sporcano” un po’ la grafica generale.
Ma non è un problema, o almeno non lo è quanto il contenuto che, a primo impatto, appare decisamente troppo povero in termini di materiali: c’è una grandissima quantità fogli stampati con screenshot da conversazioni, email, dati bancari, fascioli per gli agenti e chi più ne ha più ne metta ma manca una reale qualità dei materiali che sembrerebbe non giustificare il prezzo del biglietto.
Letto il briefing della missione che ci vede come coordinatori di una rapina ai danni di un’organizzazione criminale (in soldoni dobbiamo rubare i soldi destinati ad un’operazione di hacking in modo tale che i “cattivi” non abbiano la grana), il gioco ci invita a scaricare Telegram e seguire le istruzioni di un bot per proseguire nel gioco.
Qui è dove si compie la vera magia di The Heist e dove si nasconde il segreto del suo prezzo del biglietto: 4 giocatori avranno a disposizione la chat con i 4 agenti da coordinare mentre gli altri al tavolo collaboreranno alla parte deduttiva. Le chat, tutte con dei bot, saranno sincronizzate fra loro e ci racconteranno l’andamento della missione con un ritmo narrativo eccezionale che fa vivere sulla propria pelle l’adrenalina del momento.
Gli agenti non mancheranno di inviarci foto e video delle loro azioni mentre ci comunicano cosa fare, interagiranno fra di loro e aspetteranno le nostre istruzioni per la prossima mossa.
Quello che il giocatore deve fare è dare “degli ordini” agli agenti sul campo basandosi sulle scartoffie messe a disposizione dalla scatola: dovremmo indicare vie che possiamo ottenere da una mappa, codici particolari, fili da tagliare e così via. Non entrerò nel merito dei puzzle messi in scena perché rischierei di rovinarvi l’esperienza che, credetemi, è sorprendentemente bella.
Il titolo, infatti, richiede al giocatore di utilizzare, oltre al contenuto della scatola, qualunque cosa che possa ritenere utile: da un PC al proprio smartphone per cercare informazioni su tutto quello che è necessario per il completamento della missione. Gli sviluppatori, infatti, hanno creato veri e propri portali web legati ai vari enti presenti nel gioco e addirittura il numero di una segreteria telefonica a cui poter telefonare per ottenere altre informazioni preziose.
Insomma, The Heist mette in scena un sistema decisamente interessante sotto diversi punti di vista che seppur pecchi nella presenza scenica sul tavolo e negli snodi narrativi riesce a convincere come esperienza a tutto tondo.
Certo, qualcosa potrebbe essere limato e migliorato nella scrittura, la mancanza di un punteggio finale lascia fin troppo spazio al brute-force su determinati puzzle e la rigiocabilità, come in ogni titolo del genere, è inesistente ma possiamo passare sopra a tutto questo senza troppi problemi.
L’intermedialità del titolo unita alle emozioni che riesce a scaturire sono uniche nel loro genere, la messa in scena, pur con elementi poco “pregiati”, riesce nel suo intento evocativo e il gameplay non mancherà di sorprese il che fa di The Heist un must per gli amanti del genere e un ottimo riempitivo per quelle classiche uggiose serate invernali.