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Virtual Youtuber: Kizuna Ai e l'ascesa delle star digitali

L’intrattenimento giapponese è sempre stato leggermente diverso rispetto al nostro. Mentre da noi cresceva con forza YouTube, oltre l’oceano la popolazione si riversava sul famosissimo Nico Nico Douga: un servizio di pubblicazione video molto interattivo e con la peculiare possibilità di far comparire i commenti degli utenti all’interno dello stesso filmato. Questa piattaforma unicamente nipponica, con le sue caratteristiche lontane dal nostro panorama, è un simbolo chiaro dello stile del movimento digitale orientale, specialmente perché da essa sono state generate alcune delle icone maggiori del cyberspazio fatto di ideogrammi. La fama delle Vocaloid, le idol completamente virtuali, deriva infatti dalla grande diffusione che questi mezzi le hanno permesso, spingendole fino alla scalata su dei veri e propri palchi da concerto nel bel mezzo di Tokyo.

Ad oggi, l’era di Nico Nico Douga e delle sue creazione è un po’ tramontata di fronte alla globale diffusione di YouTube, Twitch e tutti gli altri servizi ormai privi di qualsivoglia barriera linguistica. Ciò non ha però distrutto le radici culturali dietro le idee e i concetti sviluppati nelle passate possibilità del virtuale, lasciando che il vecchio e il nuovo giungano a un punto d’incontro per nuove espressioni e invenzioni. La figura delle Virtual Youtuber è uno dei prodotti più famosi di questa fusione, tanto forte e accattivante da aver creato una vera e propria corrente di canali e personalità dalla disparata filosofia. Prima che ce ne accorgessimo, noi occidentali ne siamo stati sommersi dopo l’esplosione vulcanica della loro popolarità, facendoci rendere conto che i giapponesi ne avevano combinata un’altra dopo aver mischiato antropologicamente le macchine con le ragazze degli anime. Non a caso, questi personaggi hanno raggiunto una fame tale da costituire effettivamente una serie animata chiamata Virtual San-Looking e attualmente disponibile su Crunchyroll. Ma da dove sono spuntate queste youtuber fatte di poligoni e abiti succinti prima di approdare sul piccolo schermo delle TV? Qual è la loro storia?

Per rispondere all’interrogativo, torniamo brevemente indietro al 2011, quando ancora la realtà virtuale non aveva fatto passi da gigante e i vlog andavano fortissimo. In questo scenario nostalgico in pochi tra voi lettori si ricorderanno di Ami Yamato: una giapponese trasferitasi a Londra e con la forte propensione a voler raccontare le proprie esperienze nella città inglese. Essendo una persona molto creativa e abbastanza brava con la tecnologia, è riuscita a creare un vero e proprio alter-ego 3D dalle fattezze verosimili, in modo da oscurare la propria persona e far vivere alla maschera digitale le avventure per la città. Mischiando ambienti ricreati artificialmente, riprese reali e modellazione del personaggio in post-processing, Ami Yamato è stata forse la prima vera e propria youtuber virtuale a livello di definizione, nonostante non ricada nell’accezione moderna del fenomeno. Il suo canale è ancora molto attivo e la sua modernizzazione è evidente, eppure mancano ancora quel carisma e modus operandi espressi dalle più recenti figure, sfociando in quella metodologia tipica del mondo delle idol e meno affine alla via occidentale espressa dalla corrispettiva di Londra.

Ami Yamato è stata la prima vera youtuber virtuale, fondendo l'avatar 3D con le riprese fatte a Londra

Entra quindi in gioco la famosissima Kizuna Ai, o A.I. Channel, la Virtual Youtuber più conosciuta di tutto il globo. Con ben 2.5 milioni di iscritti al suo canale principale – il secondo è A.I. Games – è la personalità con più seguito di questo particolare genere. La sua genesi è strettamente collegata alla citata era di Nico Nico Douga e alle sue Vocaloid, in quanto il modello del personaggio è stato creato all’interno del programma MikuMikuDance, lo stesso software che viene popolarmente usato per quei video dove qualsiasi personaggio esistente balla coreografie al limite della carineria e della J-Pop.

Il canale di Kizuna Ai presenta tutti gli elementi più associati alla figura moderna delle youtuber virtuali: estetica simil anime, contenuti legati strettamente al mondo digitale giapponese e soprattutto al gaming, umorismo e tropes dello scenario d’animazione, rapporto stretto con i fan e infine una struttura pubblicitaria strettamente legata al servizio SNS e alle compagnie più in vista. La sua essenza da idol è stata sapientemente costruita nel corso degli anni, facendola passare da semplice vlogger a una vera e propria star con tanto di canzoni e album pubblicati in correlazione al marchio di Hatsune Miku; relazione che ha perfino portato a un duetto le due dive virtuali nel famoso Tokyo Girls Collection Matsuri.

A ragione di questi traguardi impressionanti, sarebbe importante chiedersi chi ci sia dietro questa bellissima ragazza di pixel. Alla sua presentazione al mondo di internet, Kizuna Ai ha proclamato di essere una vera e propria intelligenza artificiale indipendente, cosa che ovviamente risulta assai improbabile fuori dalla finzione. Tuttavia, nonostante molte ricerche da parte degli appassionati più smanettoni e di alcuni giornalisti curiosi, nessuno è mai riuscito a capire chi ci sia dietro le sue animazioni o la sua voce. La tecnica impiegata nei movimenti e nella costruzione caratteriale della figura è così avanzata da farci escludere l’ipotesi che si tratti di qualche gruppo di genietti isolato nelle proprie stanze, piuttosto è assai probabile che dietro A.I. Channel ci sia una vera e propria compagnia industriale, lasciata nell’anonimato per preservare l’idea immaginifica di una figura completamente virtuale e autonoma. Ci sono però alcune personalità a cui si possono ricondurre diversi elementi cruciali, per esempio lo sponsor della compagnia di produzioni digitali Activ8 e il coinvolgimento di Morikura En come artista per il design del personaggio.

La vera qualità impressionante, nonché causa principale dell’interesse mediatico mondiale, risiede sicuramente nel livello tecnologico dietro le animazioni e il realismo ottenuto da esse. Sebbene il design sia comunque relativo al mondo degli anime, le espressioni facciali e i movimenti del corpo sono così fluidi e verosimili da far pensare che ci sia una persona in carne e ossa dietro quelle texture. L’ipotesi più valida riguardante questa tecnologia, ancora misteriosa nella sua esecuzione, è che sia un misto tra le capacità del software MikuMikuDance, la struttura di FaceRigs e una serie di sessioni di motion capture rielaborate successivamente in 3D.

Inutile dire che una produzione del genere, con dei contenuti rilasciati quasi giornalmente, significa ridefinire completamente la figura dello youtuber, già nuova di per sé. Non c’è più la scissione tra persona e personaggio, non c’è quella maturazione naturale di un individuo che cresce culturalmente nel corso delle sue produzioni, piuttosto si presenta un’identità completamente inserita all’interno dello scopo d’intrattenimento, nata dalle esigenze del pubblico e devota a farlo divertire. Non invecchia, non apre lootbox per ingannare i ragazzini, non ha una vita al di fuori di quella vista dal pubblico e l’unico suo desiderio è quello di accrescere i propri fan, lasciando fuori tutte le altre questioni non attinenti alla figura. Drama, religione, politica, tutti temi con cui il team dietro Kizuna Ai non vuole avere a che fare, tanto da proibire e perseguire chiunque provi a usare il modello della ragazza per questi scopi. In un canale di simile fattura non si troveranno mai sfoghi personali, lamentele per la demonetizzazione o video con velati riferimenti all’alt-right, è un paradiso perfetto per otaku internauti e curiosi dagli orizzonti aperti, nonché affine al mondo femminile appassionato di tali stilemi.

Queste caratteristiche idilliache, possibili solamente con l’assenza del fattore umano, hanno portato a un vero e proprio boom delle IA youtuber, creando una schiera di personaggi più o meno affermati in stretta collaborazione tra di loro. Naturalmente non tutti hanno la qualità produttiva di A.I. Channel, però è altrettanto evidente come molte compagnie o team di esperti di modellazione digitale abbiano investito pesantemente nella creazione della propria idol, immergendosi in un mercato appena nato e dalla forte espansione. Secondo quanto emerso dai dati relativi al luglio 2018 della compagnia di ricerca dati User Local Inc. di Tokyo, l’ammontare dei Virtual Youtuber presenti online era intorno ai 4.000 account riconosciuti; due mesi prima erano solo 2.000. A capo di questi grandi numeri ci sono altri due noti personaggi oltre a Kizuna Ai, i quali sono un ulteriore indicatore per capire la popolarità commerciale di figure del genere e il loro ruolo all’interno della loro cultura o società.

Al secondo posto, con ben 910.000 iscritti, vediamo presentarsi Kaguya Luna. A differenza di Kizuna Ai, Luna ha una personalità più spigliata e spesso dai tratti molto più adulti di quanto la sua apparenza da bambina facciano sembrare. Il suo modo di parlare e la forte passione che la lega alla bevanda alcolica Strong Zero della Suntory l’hanno resa piuttosto famosa come figura amaramente comica, lontana dai classici stereotipi e più affine a quell’umorismo televisivo delle emittenti nipponiche. Questo attaccamento al mondo reale le ha permesso di infilarsi agilmente nelle trame del settore commerciale, aprendo uno studio tutto suo chiamato THE MOON STUDIO, parlando in TV nella trasmissione Talkin on the Moon e pubblicizzando alcuni prodotti per compagnie come la Nissin, insieme perfino a band famose del calibro di Maximum the Hormone.

Kizuna Ai e le altre Virtual Youtuber famose rimangono nell'anonimato della loro figura fittizia, lasciando nel mistero i loro ideatori.

A seguire, con la ragguardevole somma di 740.000 iscritti, c’è Mirai Akari. La sua genesi è piuttosto particolare, in quanto si presentò come una sorta di viaggiatrice del tempo spedita nel 2017 (anno del debutto) per trovare le sue memorie connettendosi ad altri umani attraverso Youtube. Il tema, molto originale, è poi stato completamento ignorato nelle produzioni recenti per via di un cambio ai vertici di produzione. Adesso si tratta di una figura molto alla mano, elegante e amichevole con un pizzico di malizia che le fa emergere un lato più da donna affermata che da ragazzina adorabile, soprattutto quando si dilunga in battute osé. Sebbene anche lei abbia avuto dei picchi di popolarità, la sua immagine è ben lontana dall’esposizione mediatica, rimanendo spesso legata all’ambito virtuale del web. Non a caso è stata una delle prime personalità a interagire con i propri fan attraverso VRChat e a proporre diverse collaborazioni con altri VTuber su Superchat.

Proprio perché non sono esseri umani, questi youtuber virtuali riescono efficacemente a collaborare tra loro e a promuovere un ambiente contenutistico positivo e quasi universale tra i vari canali, annullando qualsiasi barriera e competizione. Da questo sentimento e dalla capacità delle compagnie dietro tali idol è nato il già menzionato Virtual san – Looking, il quale adesso ci appare come il vero e proprio playground collettivo per il fenomeno in questione, nonché lo specchio definitivo per la sua comprensione. L’anime è essenzialmente votato a una sorta di promozione di queste figure, lasciando che interagiscano tra di loro e si lascino conoscere anche dal pubblico ancora non conscio della loro presenza sul web.

Non c’è una vera e propria storia e la tecnica rappresentativa è palesemente il motore su cui già girano i contenuti dei vari canali presenti. Nel merito del “motore grafico” il livello è appena sufficiente, così come dal punto di vista narrativo, perciò già al primo episodio si può concludere che non ci sia affatto l’obiettivo di diventare l’anime della stagione o uno dei più memorabili. Eppure per l’industria giapponese Virtual san è un progetto importante per promuovere questo nuovo modo di fare intrattenimento, lasciando che siano le sue stesse figure a illustrarne le qualità. Il coinvolgimento del papà di Neon Genesis Evangelion Hideaki Anno e di tutte le personalità apparse sullo schermo o nelle canzoni sono un chiaro segnale di questo intento, il quale riesce quantomeno a convincere i più generosi a cercare i nomi dei Vtuber nella barra di ricerca di YouTube.

Al tempo in cui scriviamo questo pezzo, Kizuna Ai e tutti i suoi amici virtuali non sembrano volersi arrestare nella loro crescita, coinvolgendo sempre di più le altre parti del globo attraverso l’utilizzo dei pratici sottotitoli e di nuove App che permettono a tutti di immedesimarsi negli avatar digitali. A livello culturale è un trend da non sottovalutare, specialmente per il modo in cui queste figure siano viste come presenti e vicine alla loro fanbase. Le produzioni animate sono molte e lo scenario delle Visual Novel è sempre appetibile, eppure nessun altro mezzo conosciuto permette di seguire il proprio personaggio preferito nel quotidiano, nel rapporto con gli elementi del mondo esterno e delle tendenze del gaming.

Giocare insieme, interagire, e vivere le principali passioni del mondo nerd del sol levante non è mai stato così accessibile e caratteristico, soprattutto perché la tecnologia ha effettivamente scalzato l’esigenza di avere a che fare con l’ennesimo umano. Se da una parte noi occidentali ce la ridiamo con i meme dedicati al concetto di “waifu”, oltreoceano molti si aggrappano a queste ragazze pixellate per lasciarsi alle spalle le delusioni della vita, il lavoro stressante e la vita sociale piena di obblighi e doveri. Un po’ come “Her” ma senza nessun programma da installare, basterà solamente cliccare sull’icona di YouTube ogni giorno per ricevere l’affetto e l’allegria di un’intelligenza artificiale tanto carina quanto dolce, senza tristezza e sempre presente per i nostri bisogni.

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