Viviamo in un periodo in cui spesso per parlare di disturbi, problemi e afflizioni della mente ci si sente di farlo attraverso storie che hanno un certo peso, anche drammaticità se vogliamo. Non nego il valore della via del dolore e della sofferenza verso una conclusione che ce ne liberi in chiave positiva, ma non vi siete un po’ stufati di dovervi subire l’ennesimo episodio di persone che vivono in un’apocalisse e che stringono i denti? Bello, ovviamente, ma ogni tanto fa bene affrontare certi temi e discorsi con leggerezza.
Anche il videogioco spesso utilizza questo stratagemma e quelli che invece seguono l’approccio contrario sono eccezioni un po’ rare ma negli ultimi tempi stiamo assistendo a una tendenza inversa, oserei dire, come ad esempio It Takes Two che ha dei bei pugni nello stomaco ma te li assesta dopo un viaggio pieno di risate e leggerezza.
Oggi vi parlo di un’altra eccezione che si chiama Figment 2: Creed Valley di cui vi avevo già detto qualcosa nell’occasione dell’intervista allo studio. Seguito del primo Figment e concepito come DLC dello stesso, poi evoluto in un progetto stand-alone, Figment 2 riprende la storia di Dusty e Piper in un’altra avventura tre le maglie del pensiero.
La durata di questo capitolo è tra le 4 e le 5 ore ma, come dico spesso, ciò che deve essere contestualizzato per capire la durata e se ha senso in ciò che il progetto vuole farvi arrivare e per Figment 2 quelle ore bastano e avanzano. Dusty e Piper infatti devono tornare a risolvere dei conti con degli incubi che infestano le vallate disegnate a mano della mente e solo la loro astuzia, tenacia e ingegno riusciranno a riportare la serenità tra i pensieri.
Questa lotta però non è una fatta di paura e distruzione come spesso si associa agli incubi, anzi è l’esatto opposto: l’anima musicale di Figment torna in vita con una serie di brani eccezionali e che contestualizzano i due boss che ricorrono in questa avventura, per non parlare di tutti gli altri personaggi che troverete nel corso del gioco.
Dal tempo all’umorismo, Figment 2 vi porta in un viaggio colorato in cui sarete voi a tingere la tavolozza quando il grigiore prenderà piede nel regno mentale, un effetto che mi ha ricordato Chicory sotto più aspetti. Tra questi direi anche la facoltà di parlare di cose serie con un approccio quasi fanciullesco se vogliamo, o comunque votato a una creatività innocente di cui tutti noi abbiamo bisogno.
Figment 2 non a caso parla di una cosa che avviene a tutti noi quando cresciamo: ci scordiamo di divertirci, di dedicare tempo a fare cose che ci sembrano stupide o inutili ma che ci fanno stare bene, la genuinità delle cose buffe che ti strappano una risata. Tutto è in favore della produttività, del fare sempre qualcosa che ci renda migliori o ci faccia mostrare agli altri di esserlo, anche la corsa all’essere i migliori a lavoro conta in questo marasma di grigiore adulto.
Non importa quanto “divertenti” vi spaccino tutte le cavolate che blaterano sulla cloaca di Linkedin, sotto sotto potreste sentirvi di non avere più la spensieratezza di quando eravate giovani, perfino i sogni che avevate non sono più vostri, tramutati in qualcos’altro per via delle “necessità” della vita.
In quelle 4 ore, Figment 2 vi fa divertire con delle stupidaggini gustabili anche mentre andate a lavoro, ma poi vi ricorda che nel tempo che avete speso in sua compagnia avete danzato al ritmo con un giullare dalla doppia testa, avete seguito le rime di una canzone strampalata e avete risolto dei puzzle stimolanti.
Non avete certo vissuto i panni di un uomo di mezz’età che commette una strage solo per farvi rendere conto che anche voi sareste disposti a tutto pur di tenere vivo il ricordo di una persona perduta, piuttosto avete visto le mirabolanti peripezie di un essere cartoonesco armato di una spada di legno che fa battute alle volte discutibili.
Ecco è in questo che Figment 2 è un’esperienza che vale la pena essere vissuta: non vi serve per raddrizzare la vostra vita e di certo non è quella roba che vi cambierà la prospettiva sui vostri progetti futuri, ma è un perfetto post-it attaccato al frigo che vi ricorda di sorridere ogni tanto, di togliervi la cravatta e lasciarvi andare a qualche ora di puro relax e contatto con il vostro lato bambinesco, come quando vi sintonizzate su Boing e rimanete attaccati alla puntata più stupida dei TeenTitans Go.
Come gioco è fatto veramente bene, la cura degli ambienti è eccezionali e data la centralità della musica anche sotto quell’aspetto non può deludere nessuno, ma la sua forza univoca è senza dubbio quella morale ed è per quello che dovreste comprarlo, non perché “vi serve qualcosa da giocare.” Alleggeritevi dai vostri fardelli con Figment 2: Creed Valley, capite insieme al gioco perché dovreste farlo e come mai tutto questo tempo siete stati così restii a farlo, sono sicuro che vi farà bene come poche cose al mondo.