Onestamente, Suicide Squad: Kill the Justice League l'ho voluto coprire io stesso perché sapevo che, a prescindere dalla sua qualità finale, sarebbe stato un caso interessante di cui parlare e lo credo ancora fermamente, per quanto c'è chi dice che dovremo passare oltre. Ecco, io il passare oltre giornalisticamente parlando non lo posso accettare. Forse sono vecchia scuola aggrappandomi a questo pensiero o forse è perché Nerdcore mi permette di parlare di quello che voglio, perfino nei miei modi, e quindi non sono costretto a seguire l’onda del mood da essere eccitati sempre per qualcosa. Vuoi perché la filosofia è quella o perché le pubblicità sono la linfa vitale di un sistema dove bisogna esaltare il prodotto all'ultimo grido fino all'esaurimento della sua campagna marketing, poi si passa al prossimo e ce lo possiamo anche dimenticare. Insomma, se non fosse un po' più ad ampio spettro di quello che si descrive direi che l'industria videoludica è diventata un parallelismo perfetto di un livello di Super Mario, solo senza bandiera finale.
Suicide Squad: Kill the Justice League è arrivato quatto, probabilmente perché per mesi già era stato sancito come fallimento totale, disgrazia dell'industria e specchio peggiore perfino di Gollum videoludico. L'accesso anticipato è stato problematico, i codici per la stampa sono arrivati dopo e il rumore negativo era già partito ampiamente. Anche io ho approcciato Suicide Squad come se fosse il peccato supremo, l'eresia finale e, sicuramente, per certi versi di blasfemie ne ho riscontrate, partendo da alcune faccende tecniche e passando poi per questioni narrative che rimaneggiano con il Batman più amato delle console. Anzi, c'è stato pure chi ha sfruttato questa cosa per dire che Suicide Squad è stato un affronto al defunto Conroy, quando in realtà è stato ben felice di prestare la sua voce per la parte.
Insomma di chiacchiericcio intorno alla produzione di Rocksteady ce ne è tanto, giustificato e non. In particolare, credo che ormai vi appaia consequenziale l'accoglienza che gli è stata riservata a gran voce dalla critica, con tante recensioni e non completamente distruttive nei confronti del looter shooter di Warner Bros a tema DC. Ecco, vorrei soffermarmi su questa definizione - "looter shooter" - perché ritengo sia la chiave più interessante da cui inquadrare Suicide Squad: Kill the Justice League, soprattutto se si parte dalla sua pagina Steam.
Facciamo insieme qualche passo indietro a prima dell'uscita, quanti meme avete visto su Suicide Squad? O notizie che parlavano delle sue problematiche o dichiarazioni da parte degli sviluppatori che andavano contro le obiezioni mosse dalle persone? Immagino tante, se siete dentro questo aspetto della comunicazione. Quello che mi ricordo di più è quello dell'interfaccia utente, che appariva pienissima di indicatori e che in realtà, forse con un aggiustamento successivo, non è per niente così invasiva. Oppure i filmati di comparazione con Arkham Knight, completamente ingiusti considerando che il titolo sulla Suicide Squad deve funzionare anche online e ha uno scopo completamente diverso, con più personaggi da realizzare in kit e animazioni diverse.
Molto del livore parte dalle reazioni d'anteprima, sempre dalla stampa e dai content creator, a cui giustamente il pubblico si accoda considerando che è l'unico momento in cui qualcuno può provare con mano prima di tutto il resto della massa giocante. E poi veniamo al lancio, dunque, e all'accesso anticipato andato male, ennesimo chiodo sulla bara di un gioco considerato defunto fin da prima della sua pubblicazione, tanto che qualcuno lo vendeva già scontato ben prima di arrivare sugli scaffali. Ma, prima o poi, diventa giocabile per chiunque ed è lì che le cose cambiano parecchio e su Steam, così come su altri aggregatori comunitari, in realtà Suicide Squad: Kill the Justice League se la cava, anzi ottiene pure la valutazione Molto Positiva. Non importa se è un prodotto che è lontano dai capolavori di Rocksteady o se ha alcuni aspetti poco puliti: è un looter shooter ambientato nell'universo DC che diverte e permette di passare qualche ora di svago da soli, con sconosciuti o amici. Non è il Batman fortemente narrativo ma ha comunque una storia che, seppur forse scritta in maniera non proprio brillante, caratterizza abbastanza la Suicide Squad e ha eccellenti mocap, oggettivamente parlando. Anzi in alcuni frangenti ha delle cinematiche che potrebbero essere al pari di nomi più blasonati, sinceramente ben studiate e anche capaci di strappare più di una risata.
La base di tutto è che Brainiac è arrivato a Metropolis e fa quello che ha sempre fatto: soggiogare tutti e tramutarli in ibridi con le macchine. I numeri fumettistici dedicati a questa invasione aliena sono davvero tanti e alcuni molto, molto belli. Qui il punto di vista è della banda di criminali che compone la Suicide Squad più famosa e vista anche al cinema, sebbene ci avrei visto meglio il personaggio di Idris Elba nella declinazione di James Gunn piuttosto che il classico Deadshot, ma son gusti. Niente contro Will Smith eh, non sia mai che mi arrivi uno schiaffo. Anche se, qui come ogni film travagliato che si rispetti, è evidente che c'è uno sbilanciamento tra la voglia del team di sviluppo e alcune decisioni puramente di mercato, ma è un rapporto che non può essere buttato giù in due righe.
Sostanzialmente se la Justice League viene corrotta da Brainiac e si ritrova ad attaccare le persone che doveva proteggere, non c'è altra scelta che chiamare i criminali che hanno affrontato per dargli il compito di uccidere finalmente i loro supereroi. Come nota Cpt. Boomerang però non è così facile far fuori Superman quindi il piano è liberarsi della bomba impiantata nelle loro teste e darsela a gambe. A metà tra l'heist movie e la caccia ai super criminali, Suicide Squad è una corsa al massacro di nemici, boss e strani elicotteri con dei bulbi a fare da punti deboli, la peggiore idea di design che potessero mai avere. Ah no scusate, dimenticavo i carri armati. A prescindere dal personaggio utilizzato il vostro compito principale è sparare a più non posso, potenziarvi e ottenere bottino di vario tipo.
Ed ecco qui che Suicide Squad: Kill the Justice League funziona come looter shooter esattamente come è stato pubblicizzato. La progressione è buona, le robe da sbloccare sono tante e sebbene le attività siano abbastanza ripetitive, forse fin troppo, la varietà dei personaggi, dei nemici, delle ricompense e dei boss riescono a tenere botta, anzi a un certo punto il gioco introduce dei twist importanti che fanno sì che la ripetizione accumuli qualcosa e sia valevole per il giocatore, un po' come Borderlands faceva con il livello di difficoltà successiva. Il problema, per come la vedo io, è la prospettiva con cui si approccia questo gioco che “è solo un buon gioco” come dicono i più istruiti di me.
La storia lascia il tempo che trova, il bello è in realtà immergersi nell'universo DC attraverso richiami, easter eggs e personaggi iconici che sono presenti o arriveranno con gli aggiornamenti futuri. Le chicche da osservare sono tante, dai “banter” tra i membri della squadra durante le varie missioni come a Batman che vi segue da lontano durante la storia. Oppure le citazioni ad altri villain e l'affrontarli come boss di livello, le possibilità offerte dal multiverso e gli oggetti sparsi per il mondo di gioco. Qui il punto è fornirvi un parco giochi a tema DC (cin inclinazioni ad Arkham) dove impersonare i personaggi della Suicide Squad, scegliere il vostro stile di gioco preferito e darci dentro buttandoci qualche ora la sera, con gli amici o senza.
Un po' come l'acclamato Helldivers II, che sicuramente avrà un bilanciamento qualitativo migliore ma rimane esattamente lo stesso tipo di gioco della creatura di Warner Bros. Il problema è l'eredità che si porta dietro, il cambio di passo per l’Arkhamverse e una campagna marketing che si è scontrata con delle aspettative che da principio non sarebbero dovute esistere. Insomma, come per tanti altri casi, è uno scontro tra percezioni che può risolversi solamente pad alla mano e si è ancora amanti dell'economia dei looter shooter. Invece il giudizio popolare vi invita a passare oltre univocamente, a gran voce.
Ma non è quello di chi invece lo ha apprezzato tanto da lasciare una recensione positiva su Steam, di chi ha buttato già decine e decine di ore e vi dice che dopo aver raggiunto l'endgame supremo può affermare di non aver fatto un pessimo acquisto, nonostante sia partito proprio con quell'idea. Viviamo però in un tempo dove non c'è spazio per il dubbio o le produzioni medie. Un progetto può essere un capolavoro o un flop, non ci sono altre vie di mezzo, questo è il sentimento collettivo. E quindi via, passiamo oltre, non si può accettare che proprio un un'offerta così vasta una roba che ha comunque dei pregi e una base solida possa appellarsi a un pubblico preciso e vivere lo stesso. Perciò, io vi suggerisco di pensare a quello che piace a voi, di informarvi su qualsiasi cosa ci sia là fuori se è parte di una nicchia che vi appassiona e dare una chance (o almeno osservare) anche quei titoli che universalmente "fanno schifo".
Suicide Squad: Kill the Justice League, invece e con tutte le mani avanti del caso, lo consiglio – vivamente – a chi come me ama il giusto bilanciamento in queste esperienze live service, a chi piace l'universo DC o vuole un prodotto tarato sulla vena comica con personaggi diversi da utilizzare, oppure a chi ha un gruppo di amici e vuole davvero divertirsi un po' senza per forza lavorare su esperienze grandiosamente seriose come Destiny 2 o The Division 2. Per una volta abbiamo un qualcosa di diverso, non lasciamolo sfuggire tra le pieghe del tempo senza dargli la possibilità di essere quel che è, pur rimanendo imperfetto con i suoi errori e scelte infelici.