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October Night Games, il retro Halloween in salsa Romanov

L’oscurità, la paura, abiti mostruosi, sorrisi terrificanti intagliati in grandi zucche qualificano “La notte di tutti gli spiriti sacri”, più conosciuta come Halloween. È la festa che tutti ricordiamo per le sfilate in costume e i bambini che girano di casa in casa recitando la celebre formula del “trick-or-treat” (dolcetto o scherzetto), la cui simbologia è legata alla morte e all'occulto. Questa è proprio l’atmosfera ideale in cui giocare October Night Games, l’omonimo titolo dello studio che ha pubblicato il gioco, in grado di rievocare bene il clima di tale mondo spettrale, con una grafica in pieno stile retrò e con le sue particolari melodie, le cui note iniziali rimandano tanto alla “Hedwig's Theme”, accompagnamento per le magie del celebre maghetto di J.K.Rowling, Harry Potter.

October Night Games si presenta come un intrigante gioco da tavolo digitale al quale possono partecipare da 1-6 giocatori. Sulla carta è l’ideale per trascorrere una serata horror divertendosi con gli amici, specialmente ai tempi dell’attuale pandemia, dove distanziamento sociale e conversazioni virtuali sono la normalità. Così è possibile condividere virtualmente lo stesso tavolo e spazio di gioco online, immaginandosi davanti una birra, silenzi strategici, intimidazioni, confronti e risate tra amici, almeno questa è la sensazione provata non appena avviato.
Sempre dalle prime percezioni di October Night Games, è facile perdersi nella cura delle immagini e della grafica del gioco, presentandosi come una piacevole combinazione visiva tra uno schizzo a matita e una vecchia pellicola anni ’20, spaziando tra giochi di ombre e luci e personaggi quali streghe, vampiri e signori abili nelle arti della magia oscura.

Avanzando nel corso della partita, le immagini e i primi suoni precedentemente descritti continueranno ad accompagnare gli utenti che prendono parte al gioco, senza mai uscire dai bordi dell’atmosfera tipica di Halloween – obiettivo raggiunto da October Night Games, grazie al quale i partecipanti possono attendere ludicamente e simbolicamente la notte di Halloween. Si vive a metà tra più dimensioni temporali: da un lato l’esser proiettati in avanti nel calendario, in attesa del 31 ottobre; al contempo si è ancorati al qui ed ora per applicare una propria strategia per il gioco in corso e infine il giocatore è trasportato indietro nel tempo, osservando ambientazioni e personaggi che ricordano palesemente un’epoca diversa, più vintage. Ecco perché giocando a October Night Games, si ha quasi la sensazione di assistere a uno spettacolo teatrale.

Dopo aver iniziato la partita, sarà possibile scegliere un personaggio, nonché decidere da che parte schierarsi. In October Night Games, infatti, sono due i gruppi che si affrontano: i Changer, che stanno cercando di evocare antiche entità e i Keepers che stanno provando a fermarli. Qui niente di nuovo, poiché il contrasto tra i due gruppi è più facile e immediato da concepire, specialmente presentando un’opera al pubblico. Altresì, siamo culturalmente abituati a due forze contrapposte, due poli diversi, il bene e il male, il brutto e il bello, la luce e il buio. E nessun viaggio magico può intraprendersi senza un animale complice del proprio operato nel mondo delle arti della magia oscura, per questo all’inizio del gioco potremo scegliere il nostro tra 6 animali, come il serpente, il gatto o la civetta. Le combinazioni personaggio-animale, ognuno con dei pro e dei contro, saranno diverse da partita a partita, creando alleanze imprevedibili e garantendo un'elevata rigiocabilità nelle modalità single e multiplayer.

Pensando ad October Night Games sono pochi i colori che rimangono impressi nella mente, al di là del rosso e del verde di alcuni momenti ludici, poiché tutto si aggira sul contrasto tra il nero e il color bianco/seppia. Lo stile dei personaggi, uno in particolare, richiama alla mente il noto e quasi immortale taumaturgo vicino ai Romanov, Rasputin, non a caso una delle figure più sinistre della storia contemporanea. Un altro, invece, ricorda con il suo stile anche il protagonista del celebre film del 1974, Frankenstein Junior diretto da Mel Brooks. Una volta individuato il proprio soggetto, tutti i personaggi partono insieme, incontrandosi nella grande mappa comune, in cui ognuno ha la sua posizione, come se si stesse realmente condividendo lo stesso tavolo e la stessa area di un gioco da tavolo classico. Tutti i partecipanti aspetteranno poi di poter fare la propria mossa, preparandosi turno dopo turno al gran rituale finale che si svolge durante la luna piena di Halloween. Ogni giocatore procede lungo il proprio percorso in solitaria, poiché fino alla fine del gioco non sapremo la reale affiliazione dei personaggi, ma potremo solo ipotizzarla. Nel corso del gioco, sarà necessario setacciare la città alla ricerca di alcuni ingredienti, nonché stringere accordi con entità imperscrutabili, in attesa della resa dei conti nella notte di Halloween.

Spostandoci dalle impressioni al gioco vero e proprio, la sua esecuzione emula palesemente lo spostamento delle pedine, tipico del gioco da tavola a turni, con dei movimenti durante i combattimenti che richiamano alla memoria i classici duelli dei giochi Pokémon di casa Nintendo. La partita durerà 30 notti in attesa del Gran Finale del 31 ottobre. Ogni giorno è costituito da un turno, in cui sarà possibile visitare solamente uno dei tre luoghi all’interno della mappa: la città, il cimitero e la foresta. Ogni luogo sarà utile per cercare gli ingredienti che, una volta tornati al punto di partenza, potranno essere usati per dei rituali magici per risvegliare una divinità utile nel rituale finale.

Tuttavia, raccogliere gli oggetti non sarà così facile e immediato. Infatti, potremo imbatterci in eventi casuali che ci penalizzeranno, oppure nei luoghi visitabili c’è la possibilità di incontrare un nemico che sfiderà il giocatore in un duello. In caso di vittoria, sarà possibile raccogliere indisturbati gli ingredienti rimanenti, ma si può visitare solo un luogo a notte e anche gli ingredienti cambiano a seconda del giorno – in media è possibile trovare 3 ingredienti per ogni area, la cui simbologia però non è molto chiara e immediata da comprendere. Al completamento di un rituale, sarà possibile evocare una divinità o un’antica entità, in grado di agevolare il giocatore in vista del Rituale Finale di Halloween.

Ogni sessione è imprevedibile e unica, regalando tensione, colpi di scena inaspettati, suscitando intrighi e sospetti. Tuttavia, il sistema di gioco risulta poco immediato e nell’atto pratico il meraviglioso costrutto che all’apparenza era possibile edificare nel nostro immaginario, si rivela quasi un castello di carta. Pur apprezzandone l’idea di fondo, ne risulta un sistema fragile, che può addirittura deludere le aspettative, facendo allontanare l’utenza. Da un’interessante premessa iniziale si sfocia nella percezione dell’esistenza di un muro tra il giocatore ed il titolo stesso, incarnato dalla mescolanza tra il sistema di pianificazione di una strategia e le eccessive influenze casuali del gioco. La lacuna più grande però è la mancanza di un vero e proprio tutorial, fattore che può causare grande disorientamento durante il gioco, palesandosi poco intuitivo. Anche alla fine si ha come la percezione che l’azione finale sia frutto di un lancio di dadi più che di una strategia adottata. È come se ci fossero ancora delle informazioni mancanti per giocare e per godere appieno questo titolo. Manca quel velo che ti accarezza, ti sfiora e fa provare il brivido del gioco. October Night Games conserva però tutta la magia dei giochi da tavolo, dell’atmosfera dei calderoni, le pozioni e i riti magici. Le sue melodie sanno quali cassetti della nostra mente aprire. L’auspicio è che la prossima volta mirino meglio al cuore e al senso di coinvolgimento.

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