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METAL GEAR: Knocking on Outer Heavens doors

Quando si parla di Solid Snake, si pensa a lui che striscia in mezzo alla neve per infiltrarsi dentro Shadow Moses, a Psycho Mantis che ti fa vibrare il controller per spostarlo e mostrarti il suo potere e ai doppiaggi imbarazzanti che sbagliano a tradurre ipotermia con ipoderma nell'edizione italiana!


Ma prima che nascesse la leggenda di Solid Snake e che Hideo Kojima venisse sparato nella stratosfera per diventare il personaggio più Pop dell'iondustria videoludica, tutto è cominciato con un appassionato di cinema che entra alla Konami e viene messo a lavorare nella divisione che si occupa di sviluppare titoli per l'MSX2.
Hideo Kojima si farà notare per i miglioramenti che apporterà a Penguin Adventure, seguito di Antartic Adventure, tanto che gli affideranno il ruolo di Game Director per un titolo di azione a stampo militare.

Ed è qui che nascono Solid Snake, Big Boss, Gray Fox e il Metal Gear.
Il 13 Luglio 1987 esce, in Giappone, Metal Gear su MSX2.

 

Il gioco riceverà recensioni perlopiù positive, ma la più emblematica la potete leggere su The Game Machine, dove verrà scritto, non conoscendo il nome del game director "whoever they may be they certainly seem to know their business"
Direi, che dopo 35 anni, avevano ragione!

Quando ho notato che si avvicinava un così importante anniversario, ho preso la palla al balzo e l'ho giocato con l'idea di scriverne per N3rdcore, non pensando che mi sarei trovato davanti ad una esperienza così profonda nel gameplay.


Nella mia testa, Metal Gear sarebbe stato uno Stealth dove ti ripari dietro grossi muri e arrivi davanti al robottone atomico di turno, portando a casa la pagnotta nei panni di Solid Snake, immaginando che solo a partire dal suo seguito (Metal Gear 2: Solid Snake) avrebbe cominciato a diramarsi il profondo storytelling che avvolge la saga.

Invece mi trovo davanti ad un gioco stratificato e invredibilmente difficile, dove le comunicazioni con la ricetrasmittente sono lasciate al minimo, con Big boss che ogni tanto chiama per dirti che hai bisogno di uno specifico oggetto, senza però mai dirti dove sia o come trovarlo, con alcune finezze che mai avrei pensato di vedere.
Il gioco pretende che tu vada avanti con una costante ansia di essere scoperto da dietro un muro e ogni piccolo progresso è una gigantesca vittoria all'interno della fortezza di Outer Heaven dove si svolge il gioco.

E sapete qual è la cosa più assurda? Di come il titolo sia incredibilmente simile a Metal Gear Solid.
Gli elementi ci sono tutti, dalla scatola di cartone, simbolo della saga, al pacchetto di sigarette che permette di vedere i laser, fino al metal detector per le mine!


Conoscendo il titolo Ps1, solo vedendo alcune azioni del gioco per MSX2 si capirebbe subito che si parla della stesso gameplay!
Gran parte dei suggerimenti li avremo liberando i prigionieri di Outer Heaven, cercando le varie keycard che ci faranno avanzare ma che ci permetteranno pure di aprire porte chiuse davanti a cui siamo passati tempo prima, ricercandole muovendosi a ritroso per i vari ambienti del mondo di gioco.


Vorrei dirvi alcuni dettagli assurdi, ma con pochi euro potrete prendervi il gioco su GOG, e vorrei che lo faceste per rendervi conto di quanto un titolo di 35 anni fa possa essere così strabiliante, curato in ogni aspetto da un piccolo team guidato da Kojima.
Curato in QUASI ogni aspetto, visto che l'artwork di copertina fu fatto da una foto di Michael Biehn per Terminator e che Kojima non venne coinvolto nella scelta!

E pure la trama, per quanto semplice, rivela alcune chicche che poi diventeranno colonne portanti della narrativa che circonda il gioco, dalle boss fight contro personaggi assurdi, (seppur lontani dalla follia più totale di un Vulcan Raven) alla rottura della quarta parete in un finale col colpo di scena su chi sia il misterioso mercenario a capo della base di Outher Heaven (che è un po' il segreto di Pulcinella).

 

Quando si parla della Metal Gear Saga, si tributa un amore smisurato a Metal Gear Solid, amore ben riposto, sia chiaro, aspettandoci forse che i due giochi precedenti su MSX2 siano delle chicchine di Lore che vanno a tappare i buchi dell'intro del primo gioco quando parlano del "corpo di Big Boss". Invece ci si trova davanti ad un gioco chiaro nella testa di chi lo ha creato, che nasce stealth per limitazioni tecniche, ma ne abbraccia questo aspetto, andando a costruirci intorno tutto, aspettando pazientemente 10 anni e due sequel per poterlo elevare al passo successivo delle 3 dimensioni e renderlo immortale.


Metal Gear non è importante solo per essere il primo capitolo di un franchise che fa ancora smascellare per le sue intuizioni e per la cura con cui è stato portato avanti, ma è pure il primo gioco a direzione Kojima, l'uomo che basta che passi a salutare ad una conferenza Microsoft per generare reazioni, e che basta che posti una foto su Instagram per far partire le speculazioni più assurde intorno al suo "misterioso nuovo progetto".


Tutto questo lo dobbiamo a quei pixel dell'acqua che si muovono, da cui esce un abbozzato Solid Snake a cui arriva una chiamata da Big Boss per avviare la missione Intrude N313. Il mondo non lo sapeva, ma sarebbe cambiato per sempre.

 

Adesso vi saluto, devo farmi coraggio e cominciare Metal Gear 2: Solid Snake.
Viste le premesse, mi aspetta un'altra grande missione!

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