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Daniel Warren Johnson racconta di mostri, metal e malattia in Murder Falcon.

Si può parlare di malattia mentre mostri extradimensionali vengono disintegrati suonando metal? Daniel Warren Johnson ci riesce.

Murder Falcon, falco umanoide parecchio muscoloso e con un braccio cyborg, caccia e distrugge mostri extradimensionali grazie al potere del metal suonato dal suo amico Jake, chitarrista dei Brooticus.

Quelli a cui piacciono i tecnicismi dello storytelling chiamano la frase sopra high concept, poche parole che ti fanno capire tutto dello spunto, soprattutto quando è un condensato di idee facili per suggerire il genere di storia. Se questo high concept vi ha incuriosito allora Murder Falcom è il fumetto che fa per voi perché da proprio quello che promette, ma anche qualcosa di più.

Jake ha sciolto la sua band. O meglio se ne è andato via dalla band malamente, perché stava affrontando un periodo pesantissimo nella propria vita personale. Murder Falcon infatti è anche una storia sulla malattia, sulla paura che questa porta, sulle scelte spesso sbagliate che si fanno per farci i conti. Ma questo arriva dopo. Murder Falcon è soprattutto una storia action con mostri, combattimenti e un sacco di musiva metal perché è proprio il metal a sconfiggere i mostri che vogliono conquistare il nostro universo.

Jake lo scopre quando è proprio Murder Falcon ad apparirgli davanti e chiedergli di suonare la sua chitarra per dargli più potenza per poter sconfiggere un mostro. Murder Falcon arriva dalla dimensione dell'Heavy, dove il metal da forza e poteri a lui e ad altri famigli. Ora Murder Falcon si trova sulla terra per fermare l'invasione da parte di Magnum Chaos, signore del dolore e della disperazione che vuole sottomettere tutta l'umanità. Per poterci riuscire, Jake deve però rimettere insieme la band, affrontare il suo passato, il suo presente e gli errori fatti e la paura.

 

Come dicevo sopra, un sacco di idee dirette e facili da capire, un approccio al racconto che è nato e cresciuto nel tipo di avventure saldamente anni '80 e '90 in cui abbondano chiaramente omaggi e riferimenti alla scena metal classica e moderna, con tanto di canzoni utilizzate per sconfiggere i mostri e comparsate di vere e proprie divinità del genere. Se il sostrato avventuroso e action è quello che vi potete aspettare, a rendere Murder Falcon una lettura tanto divertente quanto personale è tutto l'estro, lo stile e la personalità che Warren Johnson mette in ogni pagina e nei dialoghi. Che si tratti delle scene action oppure quelle più calme e riflessive non importa, ogni vignetta è intrisa del suo tratto distintivo, dei colori di Mike Spicer sempre pieni e pensati per rendere al meglio il tono dei vari passaggi e un uso della tavola che brilla davvero nelle tavole più dinamiche. Quando Ryan decide di mettere in scena mostri giganteschi che se le suonano di santa ragione l'effetto è assicurato, ma dove stupisce davvero è nelle scene in cui a uscire dalle vignette è la forza dei vari membri della band, o i vari musicisti di supporto a Jake che si uniscono nella lotta sempre più internazionale contro Magnus Chaos.

Quando Anne, la ragazza di Jake, prende in mano il microfono e urla tutto il suo dolore, la sua paura e il suo rinnovato coraggio in una doppia splash page, Johnson riesce a farci sentire quell'urlo come se avessimo di fronte un muro di amplificatori, e crediamo che quell'urlo, quella musica possano davvero distruggere i mostri extradimensionali come quelli metaforici affrontati da Jake.

Se combattimenti e musica danno il tono davvero metal ed enfatico alla storia, a rendere il tutto più profondo ed emozionante di quanto la premessa farebbe supporre è il modo in cui Johnson riesce a intrecciare il tutto con il racconto della malattia. Senza cadere nel patetico ma non rinunciando a una robusta dose di malinconia, Johnson e Spicer usano flashback dai colori smorzati per rendere in maniera convincente l'atmosfera plumbea e smunta del periodo più nero di Jake che si inframezza alle esplosioni di colore dei combattimenti sorretti dalla musica metal. Perché è questa a essere il vero braccio destro del protagonista: supporto, compagnia, sfogo, ambizione, frustrazione e realizzazione personale che gli danno modo di esorcizzare la paura e cavalcare con amici vecchi e nuovi suonando fino alla fine, guardando in faccia i mostri e facendo il segno delle corna, plettro in mano e come deve andare vada.

Se cercate una storia semplice con mostri, combattimenti, un ottimo ritmo e un sacco di metal non sarete delusi. Se cercate una storia molto sentita, piena di cuore e con momenti che colpiscono come una chitarrata nei denti rimarrete ancora meno delusi. E a proposito di chitarrate, i Brooticus hanno una pagina Bandcamp su cui potete ascoltare il loro disco, qua. In Italia lo trova edito dai tipi di SaldaPress in un volume che racchiude tutti gli albi americani e materiale extra come tutte le cover alternative, omaggi parecchio belli a storiche copertine di dischi metal.

 

Questo articolo fa parte della Core Story di novembre, dedicata alle novità post Lucca Comics & Games

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