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Catcalling, non è un richiamo per gatti

Nelle ultime settimane, dopo uno sfogo al proposito di Aurora Ramazzotti, è divenuto di moda nel mainstream italiano l’ennesimo neologismo, “catcalling”, per indicare la pratica deprimente di fischiare alle donne per strada. A ciò si è accompagnato l’inevitabile scatenarsi dell’umorismo da social, che scherza con incredibile originalità (SARCASMO, ndr) sulla presunta etimologia del termine, “cat calling”, ovvero richiamo per il gatto. Non mi interessa qui entrare nella diatriba, in quanto – come di ogni fenomeno che attragga l’interesse anche effimero dell’opinione pubblica – c’è già un rumore di fondo eccessivo al proposito. Naturalmente condanniamo tale pratica che, sebbene non prevista apertamente come fattispecie di reato, è in ogni caso passibile di conseguenze e, al di là della questione legale, la gente non va in giro per strada in attesa dei nostri complimenti che, in alcuni casi, sono invece esternazioni auditive dei nostri istinti più bassi. (vedi qui  per un quadro legale indicativo). Mi limito quindi a fare mio il perfetto "editoriale visivo" di Capitan Troll, il nostro vignettista personale di Nerdcore.

 

 

La cosa che mi ha colpito, però, è l’improbabilità dell’etimologia. Infatti i richiami da strada non ricordano il modo di chiamare un gatto, che solitamente non risponde affatto, tra l’altro, a un richiamo perentorio, ma più alla supplica deferente del proprietario. Per cui ho perso qualche secondo di ricerca e ho scoperto che in effetti l’etimologia apparente a uno sguardo superficiale non è esatta.

L’Oxford Dictionary lo collega infatti a uno strumento del XVII secolo utilizzato per esprimere disapprovazione a teatro, producendo un fischio o uno squittio.

Etymonline precisa la nascita al 1650, la collega a Johnson come autore (presumo Samuel) e dà come prima attestazione scritta il 1734.

L’etimologia deriverebbe quindi più dal “verso di un gatto” che un “richiamo di un gatto”. E, in effetti, nella mia infanzia ricordo rompiscatole scolastici abilissimi a riprodurre il miagolio di un gatto come distrattore durante una conferenza affollata.

Un po’, insomma, quello che nello stand-up moderno è chiamato “heckling”.

 

 

Facile capire l’evoluzione nel disturbo da teatro a quello di strada: sociologicamente è interessante notare come si conferma l’origine di "catcalling" nell’intenzione di disturbare e provocare, e non un “omaggio” sia pure rozzo come viene faticosamente difeso da alcuni. La cosa triste è che strumenti simili all'originale del '600 sono ancora prodotti negli USA dell'immediato dopoguerra (vedi qui), se non più tardi.

Tuttavia, come ci insegna Tex Avery, il Lupo allupato di Little Red Walking Hood, fanatico del catcalling, fa già una pessima fine nel 1937. Figuriamoci oggi, un secolo dopo.

 

 

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