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Our Flag Means Death è una serie che significa un bel po' di cose diverse a seconda di chi la guarda

Partiamo da una premessa: spezzo l'articolo in due parti perché c'è un aspetto della storia di cui posso parlare solo spoilerandolo. Quindi la prima parte è spoiler free, poi vi pianto lì un avviso e se volete proseguite.

Anzi, partiamo da una seconda premessa: quando ho iniziato a guardare Our Flag Means Death, una serie con protagonisti dei pirati in salsa di commedia, non avevo idea che fosse basata su pirati davvero esistiti. Mi ci sono lanciato a pesce sull'onda dell'entusiasmo di alcuni contatti che l'hanno trovata molto divertente e perché, da un punto di vista meramente visivo, si presenta proprio come qualcosa in cui il look piacevole e pieno di dettagli belli da vedere è parte integrante del racconto. Insomma avevo voglia di qualcosa di leggero e divertente da guardare e l'ho trovato, ma non solo, anzi.

Dicevamo: pirati davvero esistiti a partire dal protagonista Stede Bonnet, un agiato inglese delle Barbados che un giorno, annoiato della sua vita semi-aristocratica decide di pagare una ciurma, una nave e partire a fare il pirata. Come potete immaginare una premessa perfetta per una commedia, in cui il pesce fuor d'acqua ci mette pochissimo a trovarsi in cattivissime acque e a incrociare una serie di pirati ben più noti, e famigerati, di lui come Barbanera, una figura già all'epoca ammantata tanto di mistero quanto di mistica e leggenda.

La serie, che è stata creata da David Jenkins, interprete anche di Bonnet, si presenta subito come una sorta di commedia da ufficio: Bonnet è il "capufficio" dalle idee un po' bislacche che vuole gestire i propri "impiegati" in modo diverso dal classico capitato dei pirati, il che non si sposa benissimo col fatto che la sua ciurma è un misto di tagliagole, incompetenti, e incompetenti tagliagole.

 

O forse sono competenti in cose che devono ancora scoprire sul serio. Per cui potremmo dire che siamo dalle parti della sit-com stile The Office o Parks And Rec, ma non con lo stile mockumentary che contraddistingue queste due. Se non fosse che l'avventura soffia sulle vele della storia e la Storia mette i bastoni tra le ruote a Bennet quando incrocia, appunto, il temibile Barbanera, interpretato da Taika Waititi.

E ora una nota che mi piace sottolineare, forse perché di lavoro sceneggio, forse perché mi infastidisce l'informazione un po' approssimativa con cui la serie sta venendo raccontata da alcuni siti: Waititi non è il creatore della serie, non ne ha sceneggiato nemmeno un'episodio, ha "solo" diretto il pilot ed è uno dei due co-protagonisti. Ha sì un ruolo fondamentale nello sviluppo della trama, ma Our Flag Means Death non è una serie di Taika Waititi, è di David Jankins e delle altre persone che l'hanno scritta e diretta.

 

Detto questo: la serie è molto molto divertente nel suo prendere tutti i cliché che vi possono venire in mente sui pirati e il racconto avventuroso, e qualcuno che magari non vi viene in mente, giocandoci per de-costruirli, ribaltarli, mostrarne le assurdità oppure raccontarli in maniera così classica da creare un bello stridore tra i personaggi della ciurma di Steede e quelli più classicamente pirateschi.

La scrittura della serie regala un sacco di perle per la quantità di battute e gag che trovate in ogni episodio ma dove mostra i suoi punti di forza maggiore è nel raccontare i personaggi e le loro relazioni. Non credo di spoilerare nulla se dico che la serie ha un cast (mi riferisco ai personaggi soprattutto) molto arcobaleno, dove le relazioni sono parecchio variegate, mischiando secondo me in maniera efficace una sensibilità moderna (e molto consapevole nell'uso di termini anacronistici ma perfettamente giustificati dal piglio comico della serie) nella messa in scena della sessualità e della figura del maschio e della donna senza però risultare forzata dato che, storicamente, la presenza di rapporti omosessuali tra i pirati (e le piratesse) è acclarata da più fonti.

 

Tra la ciurma di Our Flag Means Death quindi più che morte, per quanto non assente, è l'amore molto variegato a scorrere, sia che sia corrisposto o meno, sia che sia dichiarato subito oppure successivamente. E si tratta di amori che, anche quando sono protagonisti di momenti divertenti e prettamente comici, non sono mai raccontati come ridicoli, come parodie, o  come macchiette. Anzi, c'è una profondità nei sentimenti che la writers room riesce a raccontare che è decisamente superiore alla media delle serie TV degli ultimi anni.

La serie non è tutta ambientata sulla Revenge, la nave di Steede, ma, giustamente, i nostri navigano qua e là per le Barbados, girando porti molto pericolosi dove trovano una delle piratesse più temute dell'epoca, oppure hanno scontri con la Marina Inglese, o si perdono su di un'isola deserta, che ovviamente si scopre non essere deserta. Lungo il viaggio letterale tra le onde piene di pericoli, il buon Steede e i suoi proseguono ciascuno un viaggio personale, affrontando dubbi sulla propria persona oppure, più letteralmente, il proprio passato che cerca di fare i conto con loro. O sono loro che devono fare i conti col passato per poter, finalmente, salpare verso la loro vera vita?

 

Dipende dal personaggio perché, come dicevo sopra, il cast e la ciurma è parecchio variegata e il buon Steede, da capoufficio/capitano illuminato come vuole essere, tenta in tutti i modi di capire il carattere di ognuno di loro per aiutarli a essere la versione migliore di loro stessi. Ok, questo a volte rischia di farlo trovare dalla parte sbagliata di un ammutinamento perché a volte coii pirati ci vuole il polso di ferro, ma vuoi mettere il piacere di poter leggere loro la fiaba della buona notte? Perché Our Flag Means Death è questo: uno strano mix di avventura, morte, tenerezza e amore che funziona grazie a un cast davvero azzeccato e un dispiegarsi della trama principale, che è romantica, sostenuta sempre da una comicità variegata e inventiva.

 

Insomma se volete una roba divertente, che può sorprendervi più volte, ma pure emozionarvi e prendervi i sentimenti giocandoci come meglio crede, la serie fa per voi. E per quanto riguarda uno degli aspetti che mi ha colpito di più, si tratta di uno spoiler (per quanto la rete mi pare ormai sia zeppa di questo spoiler in particolare) e quindi se non volete andare avanti ci ci saluta qua e, in caso guardiate la prima stagione, ci si ribecca per la seconda. O una volta che avete finito ci si ritrova qua sotto, oltre la linea dove c'è scritto

 

HIC SUNT SPOILERONES

Dunque, dicevo: durante la serie Steede e Barbanera si innamorano e la cosa è dichiarata e alla luce del sole. Mi spiego: se nei primi episodi l'alchimia tra i due può sembrare quella tra due persone molto diverse tra di loro che comunque trovano un terreno comune arrivando a stimarsi, è lampante che tra i due ci sia qualcosa di più e non si tratti "solo" di un forte legame di amicizia tra due uomini.

 

Questo grazie, di nuovo, a una scrittura attenta ai dettagli sia nei dialoghi e nelle parole che i due si scambiano, sia alle azioni che i due compiono l'uno nei confronti dell'altro. Anche prima che la dichiarazione sia esplicita tra loro due, è esplicita nei confronti dello spettatore (quel piede di Barbanera in quella scena dove vengono catturati contiene più affetto di decine di film romantici), così come le reazioni dei vari personaggi, dallo stupore di Calico Jack nel capire che Barbanera ha un debole per uno "sfigato" come Stede, alla gelosia del secondo in comando di Barbanera, che vede con pericolo l'eventuale ammorbidimento del suo capitano ora che ha conosciuto una mammoletta come Stede.

Presi tra un sacco di avventure e personaggi che vogliono loro fare la pelle e in qualche modo non approvano del loro rapporto, ma anche supportati da un sacco di amicizie vere che lo vedono come qualcosa si positivo e bello per entrambi, i due risultano una delle coppie romantiche meglio assemblate della tv recente, in cui l'affinità dei loro caratteri si infila nelle crepe dei loro difetti alla ricerca di in equilibrio che li renda una coppia duratura nel tempo.

 

In questo senso Our Flag Means Death compie un ottimo gioco di prestigio, attirandoci con comicità, promettendoci avventura, dandocele entrambe ma, alla fine, raccontandoci una storia d'amore difficoltosa e per cui non si può provare altro che empatia per la difficoltà che entrambi affrontano nel dover fare i conti con il proprio passato, l'immagine che hanno di se, quella che hanno proiettato fino a quel giorno di se e quella che devono decidere di abbracciare o meno oggi.

In mani diverse il rapporto tra Stede e Barbanera sarebbe potuto diventare un esempio classico di queerbaiting, mostrare una coppia che potrebbe essere o forse no innamorata, ma per fortuna qua gli autori a partire da Jenkins hanno deciso di andare dritti per la loro rotta spiegando la loro bandiera. Il fatto che nel mentre riescano pure a dare un senso alla curiosa bandiera del verso Barbanera, è un tocco di classe ammirevole.

Per fortuna la serie è stata rinnovata per una seconda stagione perché dopo il finale della prima tutto può succedere e sarà curioso vedere quanto della Storia entrerà di nuovo nella storia di Our Flag Means Death, tra una storia d'amore e l'altra.

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