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La recensione del primo episodio di Queste Oscure Materie

Lucca Comics & Games. Sabato 2 Novembre, ore 14:00. Piove. Ma quanto piove? Porco il demonio assassino Santo cielo, quanto piove. Sono due giorni che piove. Ma poco male! C’è l’anteprima mondiale di Queste Oscure Materie! Che fai, non te le prendi due gocce di pioggia per assistere al tentativo di HBO (a braccetto con la BBC) di capitalizzare sul successo di Game of Thrones lanciando una nuova serie fantastica ad altissimo budget? Soprattutto considerato che c'è Ruth Wilson a ricoprire il ruolo che nell'adattamento cinematografico del medesimo materiale (flop al botteghino) fu di Nicole Kidman (essenzialmente due giganti che si prendono a schiaffi metaforici)?

In tutta onestà l'effetto-luce alla Beautiful del poster è orribile.

E quindi via, mantellina e olio di gomito, pronto a farti quarantacinque minuti di fila Stampa senza avere il pass Stampa. La folla, oceanica, rumoreggia - ci sono problemi con il proiettore, ma quando ci fanno entraree forse è proprio quel brusio che ti permette, alla fine, di scivolare indisturbato e guadagnarti: 1) la tua copia omaggio de La Bussola Dorata; 2) un posto in platea. Che bello, ora comincia. Ora comincia? Be', quasi. Giusto il tempo di fare qualche saluto istituzionale, un quarto d'ora di reciproche piacevolezze fra Sky (distributore italiano della serie) e Lucca Comics & Games, filmati in verticale di Salvatore Esposito nel camerino del set di Fargo, una cosa terrificante che (per qualche motivo) ci riassume l'ultima stagione di Game of Thrones, e alla fine si comincia. Oh, d'altronde ho avuto un omaggio.

Lyra e il suo daimon Pantalaimon impegnati in una gara di sguardi.

La serie TV adatta la fortuna e omonima trilogia di romanzi di Philip Pullman: in un universo alternativo non troppo diverso dal nostro, oppresso dal Magisterium (una sorta di autorità teocratica mondiale) l'anima degli uomini si manifesta in forma di animale (i cosiddetti daimon) e accompagna ciascuno lungo il corso dell'esistenza. Lyra Belacqua è la classica bambina-della-profezia: cresciuta come orfana tra le mura del Jordan College, è destinata a cambiare le sorti dell'intero universo. Verrà catapultata, non ancora adolescente, fra misteriosi rapimenti di bambini (chi sono davvero gli Ingoiatori?) e i segreti degli adulti che la circondano, dallo zio Lord Asriel (è davvero solo un esploratore?) alla splendida e terribile signora Coulter. Sullo sfondo, il segreto della Polvere, sostanza invisibile e misteriosa legata a doppio filo a una vicenda che condurrà Lyra prima nel freddo e libero Nord, fra streghe e orsi parlanti, e poi ancora oltre.

Il misterioso Aletiometro, versione steampunk di Cambridge Analytica.

Queste Oscure Materie non è un'opera facile da adattare; intanto perché si colloca in un'ambientazione dal respiro così ampio che il film, a suo tempo, dovette spendere cinque minuti buoni di introduzione narrata prima di ingranare (e per quanto la voce fosse di Eva Green, violare lo "show, don't tell" non è mai una buona idea). Da questo punto di vista la serie dovrebbe avere il tempo dalla propria parte; ma nonostante l'introduzione (ben più stringata rispetto a quella del film) la prima criticità è proprio la goffaggine con cui vengono consegnate allo spettatore le informazioni di ambientazione; nei punti critici i dialoghi, tendenzialmente buoni, si trasformano in info-dump bruttini.

Lord Figaccio Asriel.

Ma è un peccato veniale, di fronte alle interpretazioni di James McAvoy (un Lord Asriel più convincente del fu Daniel Craig) e Dafne Keen - e ovviamente di Ruth Wilson, che a chiusura di puntata non ha ancora mostrato il proprio lato oscuro (il confronto con Nicole Kidman è ancora aperto). Punto a favore anche per la rappresentazione dei gyziani, che mantengono il proprio spirito senza darsi ai buffi costumi del film.  Il vero problema sono i daimon, grandi assenti: il ruolo che hanno nella puntata è marginale, e al netto della CGI molto ben fatta il mondo che circonda Lyra non è il calderone ribollente di animali che ci si aspetterebbe dalla serie BBC più costosa di sempre. Parziale compensazione arriva da tutto il resto - dal Jordan College all'oggettistica di scena.

L'omaggio immeritato ottenuto dallo scrivente.

Alla fine della visione, il giudizio è neutrale: hai visto troppo poco per esprimerti, ma abbastanza da volerne ancora. La trilogia di Pullman, produttore esecutivo della serie (che nella mezz'ora iniziale di convenevoli compare per un endorsement ufficiale), resta uno dei capisaldi della letteratura fantastica - nonché uno dei progetti narrativi più audaci di sempre, gomito a gomito con Preacher nell'ambizione (SPOILER ALERT!) di "sparare una pallottola in faccia a Dio" (la cit. è sua). Al di sotto delle profezie Stregonesche, degli orsi corazzati e del multiverso c'è una rilettura del Paradiso Perduto in chiave di romanzo di formazione, con più di un'ombra nerissima: la vera sfida, nel lungo termine, sarà restituire questa complessità. In ogni caso la partita, per ora, è aperta.

 

Questo articolo fa parte della Core Story dedicata a tutto ciò che abbiamo visto e letto a Lucca Comics & Games.

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