Ultimamente sto leggendo molta fantascienza e le penne più interessanti sono tutte femminili, penso che in quest'ultimi tempi la narrativa abbia dato spazio a delle interpreti straordinarie, come N. K. Jemesin, Nnedi Okorofor (autrici dell'afrofuturismo, di cui in Italia segnalo “Future”, effequ), Nicoletta Vallorani (ora candidata al premio Campiello), e l'autrice che voglio presentarvi oggi: l'inglese Aliya Whiteley.
La Bellezza, edito da Carbonio Editore, è uno dei romanzi più belli che ho letto in questo segmento di 2020, divorato in una sola notte (complice la brevità), e lo consiglio a chiunque ami e non ami la fantascienza; sarà un libro capace di mettere d'accordo gli appassionati e i detrattori del genere.
In un futuro imprecisato l'umanità è sconvolta, anzi, dimezzata.
Come se Thanos avesse usato il guanto dell'infinito per eliminare più della metà della popolazione mondiale. Tutte le donne sono scomparse, estinte, morte, cancellate da qualsiasi equazione.
Rimangono soltanto dei labili ricordi degli uomini più grandi. I piccoli non hanno mai percepito l'amore delle loro madri. Il mondo della Whiteley è già immediatamente crudele, ricco di chiaroscuri ingannevoli che permettono di scorgere una distopia del ricordo.
Si perché i ricordi, tra i beni più preziosi dell'uomo insieme al linguaggio, plasmano la nostra identità, il futuro e in qualche modo retroattivo distruggono la storia per farla diventare leggenda.
È proprio quello che fa il nostro protagonista, giovane uomo che vive con altri individui in un paradiso rurale lontano da ogni forma di civiltà. Diventa un bardo, un aedo, un cantore delle verità in continuo divenire della storia degli uomini sopravvissuti, le sue parole sono sempre ricche del lirismo dell'autrice, capaci di evocare scenari bucolici e fatati, come se il Mito volesse imporsi sul progresso e sull'apocalisse. Lo trovo infinitamente bello, la forza della poesia e il vigore dello storytelling, uniti, contro la fine di tutte le certezza.
Possono i ricordi costruire qualcosa di così epico da portare il sole nell'abisso della distruzione?
Chissà. Il punto è che sull'orlo della catastrofe gli uomini rispondono in un modo totalmente singolare, con l'isolamento e la costruzione di un'utopia basata sul lavoro e la collaborazione.
L'autrice poi riesce a stupirci. Uno strano fungo giallo attecchisce sulle lapidi dove sono impressi i nomi delle donne, sulle fosse comuni dove dormono in eterno i corpi di quelle sorelle, madri, e amanti. Sembra proprio quella malattia che le ha portate alla morte. Eppure il nostro cantore scorge un guizzo di vita, un corpo umano che si alza dalla sua tomba.
Una donna silenziosa e dal volto senza lineamenti, un corpo dolce, armonioso, giallo come un petalo di girasole. Ed eccola, la Bellezza, una non-donna fatta di funghi gialli che muove le anche come una danzatrice orientale, con i seni così morbidi e sodi, un'oasi in un deserto di astinenza.
Il poeta, che non aveva mai fatto sesso con una donna, si abbandona alla lussuria e si concede a quell'essere alieno, magnetico, a dir poco fuori da ogni concezione.
Uno zombie? Un dio alieno? Un fungo parassita? Non ne abbiamo la certezza, ma la donna-fungo non è soltanto uno strumento di piacere e conforto, diventa qualcosa di più, ovvero la Bellezza.
La Bellezza della vita, della nascita oltre la morte, del risorgere, la Bellezza di una volontà cosmica che sembra voler guidare gli uomini oltre la parola Estinzione
E che cosa è la Bellezza se non la chance di perpetrare la specie? Di inondare di seme il suo ventre per poi veder nascer una creatura ibrida che riconquisterà il pianeta ?
Si la Bellezza è tutto questo, e molto di più. Altre donne-fungo si materializzano e gli uomini della comunità rurale si dividono in due schieramenti. Coloro che vogliono godersi i piaceri e le comodità di queste nuove mogliettine e negli oppositori, che vedono nelle Bellezze qualcosa di sbagliato, pericoloso e razionalmente contro-natura. Perché sicuramente l'avete capito anche voi, chi vorrebbe vedere la propria madre tornare in vita con un fungo parassita e intenta ad accoppiarsi con altri uomini in una farsa così aliena da distruggere ogni algoritmo che definisce la realtà? Beh, io non vorrei.
Ma non posso non tornare a parlare di storytelling, il nostro cantore-poeta si erge a difensore di queste donne-fungo, vede in esse un compimento finale dell'evoluzione, la rivalsa del genere umano, la certezza che un qualche dio vuole farli accoppiare.
E molti si arrendono alla sua retorica, le parole e il loro uso plasmano le coscienze, e ciò che sembrava anormale, malato e perverso diventa la normalità. Gli uomini si accoppiano con le Bellezze, fino a quando uno di loro rimane incinta.
Oh si, un uomo si sveglia col ventre gonfio. Ciò che all'inizio sembrava un tumore grave si rivela essere una vita che cresce nella sua pancia.
Cosa è l'uomo? Non ontologicamente, ma letteralmente nel senso biologico? Non ci sono risposte assolute, a quanto para nasce il dubbio che siano le Bellezze a plasmare gli organismi degli uomini.
Il pene si ritrae, si secca insieme i testicoli fino a diventare una nocciolina pseudo-clitoridea.
E poi arriva il parto, gli uomini gravidi riescono a partorire la loro prole ibrida da alcune ferite lungo i fianchi del corpo, in dolorosissimi istanti i bambino-fungo-umanoidi vedono la luce e iniziano a succhiare una specie di protuberanza che non era mai apparsa sul corpo dei loro padri. Succhiano una sostanza biancastra e nutritiva come il latte.
Ma non basta. Quella protuberanza è allo stesso tempo un buco, come un nuovo capezzolo maschile, e in quel nuovo orifizio le Bellezze infilano i loro...nuovissimi peni.
La distopia del ricordo si evolve in una distopia della sessualità, in una fantascienza dell'estremizzazione genderfluid e in una parabola futuristica dell'omosessualità.
In un futuro sull'orlo dell'apocalisse l'uomo diventa donna e l'universo dona al mondo nuovi uomini ( o individui senza alcun gender) , i loro bambini sono crisalidi gialle di un interrogativo alieno.
La Bellezza è un romanzo potentissimo e scritto con una prosa così ispirata da farvi credere di vivere nella mitologia delle stelle. Di essere al cospetto di una leggenda aliena tatuata sulla pelle di tutti gli uomini e non-uomini.