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Fire Power, Robert Kirkman fa incontrare il Cobra Kai e il fantasy

Lost Horizon

"Staremo qui con i nostri libri, con la nostra musica, con le nostre meditazioni a custodire le fragili eleganze di un'età moribonda, cercando quella saggezza di cui gli uomini avranno tanto bisogno quando le loro passioni si saranno consumate"

 

Raramente un fumetto action potrà custodire al suo interno rari tasselli che rimandano ai classici della letteratura del 900, eppure Fire Power (edito da Saldapress) trasuda ipertrofia guerriera da tutti i pori, ricordandomi con pochissime tavole le mistiche atmosfere del capolavoro Lost Horizon di James Hilton.

 

Un romanzo delicato dalle tinte fantastiche ambientato nel fittizio monastero tibetano di Shangri-La dove i suoi adepti perseguitano la felicità tramite la meditazione, l'allenamento e la vita comunitaria. Hilton prepara una miscela narrativa frammentata da scorci avventurosi e istanze riflessive e meditative, sancendo de facto un immaginario fantasioso di quell'Oriente animista, spirituale e proibito che per tutto l'ottocento e il primo novecento i viaggiatori cercarono; tant'è che ancora oggi Shangri-La simboleggia un locus inaccessibile se non per gli spiriti pii che si dedicano alla ricerca delle grandi verità della vita.

 

 

Infatti Owen Johnson, il protagonista del fumetto di Kirkman, soltanto dedicando la sua esistenza al cammino  delle arti marziali riesce a scalare le vette innevate delle catene montuose che avvolgono il misterioso monastero che nasconde le tecniche più letali del nostro mondo

 

 

 

Soltanto i maestri sanno usare i cliché a loro vantaggio

Eppure leggendo (e amando) Fire Power si troveranno alcuni cliché delle opere che hanno le arti marziali al loro centro, che sia Karate Kid o Cobra Kai, o altri sceneggiati TV e media troveremo sempre un protagonista/outsider che lascia tutto per cercare le proprie torbide origini dall'anziano maestro/sensei che impartisce severe lezioni ai propri allievi con il bastone e la carota. Al contrario Fire Power non risulta stantio o noioso, perché seguiamo con passione gli allenamenti di Owen presso il Monastero del Pugno del Fuoco, apprendiamo insieme a lui gli antichi insegnamenti del passato o oscure verità nascoste per proteggere il mondo.

 

Questo perché Kirkman, accompagnato ai disegni dal bravissimo Samnee, sa calibrare i dettagli alla perfezione dando alla sua opere un respiro personale e inedito nonostante il contesto stereotipato. Quante volte abbiamo assistito, soprattutto in TV, agli allenamenti di monaci shaolin che in religioso silenzio raggiungevano il dharma con la meditazione? Probabilmente un centinaio di volte. Ma Fire Power colora il nostro immaginario con tecniche segrete ad effetto, perché non bastava il karate ma si unisce il fantasy, poiché ci sono tecniche che uniscono l'arte marziale alla potenza del fuoco.

In definitiva Fire Power è un connubio di elementi cangianti in cui il lettore si sentirà a casa, ma verrà stupito di continuo dai plot twist disseminati nella sceneggiatura di Kirkman. Per essere il primo albo di una serie la storia appare già sfaccettata, sfida l'intelligenza del lettore e reclama la sua attenzione innescando una continua curiosità e mettendo del genuino hype per le prossime uscite. Azione, amore e avventura, il destino di un uomo che costruirà la sua identità con la forza del fuoco e ricordando chi era davvero la sua famiglia tra le nevi delle vette più alte del mondo.

 

 

 

 

 

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