Com'è noto a chiunque sia appassionato un minimo di fumetto e cultura pop, la galassia complottista da sempre associa Walt Disney e il suo Mickey Mouse all'occultismo più oscuro, tra Illuminati e New World Order. Queste speculazioni, oltre che sulla sovrainterpretazione infinita di vignette e fermo-immagine di fumetti e animazioni, si basano sull'adesione giovanile dell'autore all'Ordine di DeMolay, una organizzazione giovanile fondata a Kansas City dal massone Frank S. Land, e in effetti in odore di massonismo. Disney ne fece parte nei primissimi anni '20, prima di iniziare l'attività professionale che l'avrebbe portato a divenire il padre del topo più celebre del mondo.
Una altra curiosa connessione emersa di recente è quella tra Mickey Mouse e una figurazione di un demone medioevale (vedi a puro titolo d'esempio qui) che ovviamente, per l'internet cospirazionista, dimostra in modo inoppugnabile un ferreo collegamento tra Disney e la nobiltà nera del '300 toscano, probabili eredi dei templari del gran maestro DeMolay, allora fresco di rogo.
Il diavolo sta prendendosi l'anima di quello che appare un ricco e pasciuto mercante, con tanto di borsa dei denari ben stretta in pugno; l'aspetto del demonio presenta le classiche ali di pipistrello, ma anche in effetti un volto di topo stilizzato in un modo che ricorda quello topolinesco. Le ali "vampiriche" sono un tratto comune della figurazione del diavolo medioevale; l'aspetto topesco non è invece così comune. Magari ha avuto un influsso la Peste Nera, attribuita ai ratti, che iniziava in quel periodo a diffondersi in Europa.
Curiosamente, quest'opera è citata spesso nelle storie del fumetto più colte per un'altra ragione: l'uso dei balloon. Al suo interno i personaggi "parlano" ancora usando dei cartigli tenuti in mano, come reali "fogli di carta" con le loro battute scritte; in un analogo Trionfo della Morte dell'Orcagna, di poco successivo (1345-1360 c.), le stesse figure parlano con le parole che escono direttamente dalla bocca. Il primo vero "fumetto", in un certo senso. Ma al di là della curiosità, non credo possa essere il motivo che ha attratto l'attenzione di Walt Disney e dei suoi: questi studi retrospettivi sul "protofumetto" iniziano più tardi, a partire dal secondo dopoguerra in poi, mentre Topolino ovviamente è del 1928.
L'immagine potrebbe invece essere giunta all'attenzione di Disney - o di Ub Iwerks, il padre grafico di Topolino - per la sua valenza "gotica". Molti di quei primi cartoni animati delle origini hanno un tema piuttosto dark, ed è probabile che gli animatori cercassero delle ispirazioni per le loro figure nella tradizione dell'arte medioevale. Per film successivi, come i lungometraggi disney, alcune corrispondenze sono ritenute provate, come la regina Uta che, con una sua celebre statua, ha fornito il modello per la terribile Grimilde (vedi qui). Certo va detto che il topo più famoso del mondo ricorda molto nel design il suo predecessore, il coniglio Oswald (1927), ed entrambi ricordano Felix The Cat (1919), il più fortunato cartoon delle origini. Insomma, non è impossibile in fondo che ci sia un'influenza, ma non è per ora nemmeno così probabile, in assenza di riscontri più precisi.