Non so bene quanti di voi ricordano che ero alle prese con l’acquisto di casa nuova con tanto di opera di convincimento della mia compagna verso l’acquisto di un bellissimo cabinato arcade da mettere in salotto, ma oggi, finalmente, ho iniziato (oramai da qualche giorno per chi sta leggendo) la mia nuova vita a casa mia.
Non ho ancora il mio stupido arcade però, ma posso convivere con questa mancanza ancora per qualche tempo.
L’opera di trasloco, che per certi versi è ancora in atto vista la quantità enorme di cose da fare, è stata schifosamente lunga e ben più complicata e ricca di imprevisti rispetto a quanto avevo preventivato all’interno dei miei programmi. Per fortuna mi hanno convinto a prendere una settimana extra di ferie a lavoro, altrimenti starei ancora piangendo in un angolino.
A complicare infinitamente il semplice prendere delle cose dalla casa A e portarle nella casa B ci sono stati, essenzialmente, tre fattori: ridipingere alcune delle pareti, pulire da cima a fondo la trascuratezza della precedente proprietaria e il montaggio dei mobili nuovi di Ikea.
Soprattutto il dannato montaggio, e spostamento, dei mobili di Ikea ha segnato profondamente la mia psiche e il mio fisico regalandomi dolori in posti del corpo che non pensavo potessero essere muniti di muscoli e dei meravigliosi graffi sul parquet che, per fortuna, non avevamo ancora rimesso a nuovo.
Chiaramente non avevo previsto niente di tutto questo duro lavoro, o meglio, non pensavo che potesse essere tanto sfiancante e, da videogiocatore onnivoro quale sono non posso che dare la colpa di questa mancanza di pensiero laterale proprio ai videogiochi. Sì, avete capito bene.
Tutta quella miriade di giochini che sullo smartphone ti fanno arredare una casa, tutti quei simili-simulatori di cui faccio uso in momenti strani della mia vita e The Sims mi hanno fatto credere che il processo di trasferimento in una casa nuova di zecca fosse lungo, facile e indolore.
Ho provato a cercare l’icona quadrata con il divano da “tappare” per vederlo apparire nel mio soggiorno ma non c’era niente di simile.
Maledetti Home Dream, Home Maker e Home Vattelapesca. Mi sembra ancora di vederla davanti ai miei occhi la pubblicità della donna che, in cinta, viene tradita dal marito e costretta ad andare ad abitare nella casa di una vecchia zia (ma che spot è poi?): una catapecchia senza pari in cui con un paio di tap si trasforma in un villone superlussuoso.
Devi stuccare un muro? E che ci vuole. Devi dipingere le pareti? Ma va, premi il bottone apposito e bam, pareti colorate.
Io ho preso in mano il rullo e mi sono stirato la schiena passando un’ora disteso sul pavimento a contorcermi. Altro che bottone da premere.
No, decisamente il mondo videoludico non mi ha aiutato nella valutazione dei tempi di lavorazione per l’entrata in casa nuova.
Ovviamente vi ci vedo a pensare “ma è scemo? Che giochini va a prendere come esempio ‘sto qua?”. Cioè è chiaro a tutti che un buco nel muro non si stucca con un click. Spero.
La verità è che nemmeno il titolo più simulativo che mi viene in mente, che nel mio caso è House Flipper, riesce a darmi anche solo una vaga idea della fatica e dei problemi di questo procedimento.
I muri non si buttano giù con due mazzate ben sferrate, i mobili non arrivano tranquilli da un catalogo nell’inventario e, soprattutto, non si spostano con la facilità di un mouse sul tappetino.
Sembrava tutto molto facile, no? L’ho fatto migliaia di volte: sfoglio un catalogo virtuale, seleziono i mobili che mi piacciono di più, me li consegnano a casa e io li trascino dove meglio credo. Se il quadrato sotto diventa verde può essere posizionato.
Quel che è successo, nel pratico, è iniziato più o meno allo stesso modo.
Selezionando un paio di cose nel catalogo online di Ikea. Da lì in poi è iniziata la lenta e dolorosa discesa negli inferi svedesi: i mobili ci sono ma non ci sono perché sapete, se avete un negozio in cui il magazzino è il negozio stesso c’è un problema nel permettere di comprare qualcosa alle persone da casa.
Scopro quindi, con enorme disgusto, che anche se esiste una giacenza in magazzino, se questa è inferiore a N (dove N dipende dal mobile) allora online viene dato come “non-disponibile” per poter garantire all’utente che il suo acquisto non verrà vanificato da un cliente in negozio.
Scopro anche che i mobili componibili sono qualcosa di quanto più lontano possibile dalla semplicità e inizio a maturare un certo disprezzo per tutti quelli che mi dicono “è come montare un Lego, quelli ti piacciono quindi come fa a non piacerti Ikea”?
Adesso posso rispondergli mostrando loro il foro sotto la maniglia dell’armadio che ho sbagliato a fare: chissà, magari riescono a spiegarmi come riparare ad un errore semplicemente… come si fa con i Lego.
Altro che The Sims o The Tenants.
Sì, decisamente qualcuno dovrebbe sviluppare un videogioco sull’arredamento (e costruzione) delle case più realistico.