Site icon N3rdcore

300 Terra e Acqua è quel wargame che non ti aspetti

Non mi piace la storia. Non mi è mai piaciuta e in classe, in genere, pensavo ad altro mentre gli insegnanti parlavano di questa o di quella battaglia, di questa o quella rivoluzione politica e così via: trovavo noioso quello sciorinare fatti, date e avvenimenti importanti e, come spesso accade in questi casi, ho vissuto per anni senza conoscere realmente il passato del mondo in cui vivo.

Sono, e sono sempre stato, conscio di questa mia grande mancanza e salvo qualche periodo “molto avvincente” è molto difficile trovarmi preparato sull’argomento: so poco, lo ammetto, prendo un appunto mentale sul dover colmare, prima o dopo, questo grande vuoto e passo avanti.

Il “bello” (si può usare questo aggettivo per indicare la mia grande ignoranza?) è che non ci sono troppi media che riescono a farmi “appassionare” al genere: sono un grande lettore ma non sono mai riuscito a leggere nessun romanzo storico (e in casa ne ho parecchi per via del mio “dai, oggi mi ci impegno”), sono molto appassionato di videogiochi strategici ma spesso e volentieri tendo a “ignorare” il loro contesto storico o a dedicarmi solo a quelli fantasiosi, mi piace spanciarmi sul divano e divorare film su film ma mi addormento quasi sempre di fronte ad un film storico.

E poi sono un grande giocatore da tavolo e… non mi annoio, minimamente, nel giocare titoli, anche spesso molto (eccessivamente quasi) pesanti a sfondo storico. Anzi, riesco a perdere anche ore dietro alle vicende che vengono descritte e messe in gioco, fra pedine, carte e tabellone approfondendo anche qua e la quello che il gioco non mi racconta.

Non lo so il motivo, non ho mai indagato nel profondo di questa strana eccezione nella mia avversione verso la storia. So solo che puoi mettermi davanti le guerre fra romani e barbari, i giochi di potere durante il periodo della contro-riforma in Europa, la rivoluzione di Fidel Castro o gli scontri per l’indipendenza dell’India e io sono li, imbambolato e con gli occhi luccicanti a “studiare” quella stessa storia che mi fa schifo fruita in qualsivoglia forma.

Così oggi sono qui a scribacchiare due righe su uno degli ultimi titoli a sfondo storico che mi sono capitati fra le mani: 300 Terra e Acqua, un titolo uscito qualche settimana fa ed edito da Ghenos Games in Italia in cui viviamo, alla bene e meglio, le guerre persiane attraverso le tre grandi spedizioni (nel gioco arrivano a 5) che la Persia intraprese per conquistare la Grecia.

Dopo quella lunga introduzione ho scelto di parlarvi proprio di questo per due semplici motivi: è uscito da poco e quindi è molto più reperibile di altri mattoni a cui ho accennato qualche riga più su e, soprattutto, è incredibilmente semplice da giocare ponendosi quindi come un ottimo esponente per poter avvicinarsi a wargame con un regolamento più complesso ed imponente.

Il gioco, disponibile in una scatoletta piuttosto bella da vedere, presenta pochi componenti, un manuale di 16 pagine (di cui le ultime tre sono formate da note storiche e da un breve paragrafetto che riassume il periodo storico in analisi), un errata-corrige e un piccolo gioco nel gioco, 300 La battaglia delle Termopili, giocabile con una piccola parte dei componenti interni che vuole “simulare” la storica battaglia che abbiamo visto trasposta in svariati media.

Una partita, fra spiegazione delle regole e gioco vero e proprio, non vi prenderà più di due ore e vi farà godere di un ottimo livello di strategia e di un’ottima “narrazione storica” fra carte evento da giocare e piccole chicche di gameplay.

Un esempio fra tutti è la possibilità da parte del giocatore persiano di investire delle risorse per costruire un ponte di barche fra Abydos e Pella: il ponte, nel 480 a.C fù realmente costruito da Serse per attraversare a piedi l’Ellesponto ed entrare in territorio greco via terra, la dove l’impero persiano poteva contare su una maggiore forza e su un maggior numero.

Il titolo scorre in modo molto, molto, semplice e, partita dopo partita, imparerete a sfruttare meglio i vantaggi dei persiani e quelli dei greci (ogni schieramento presenta bonus e malus particolari legati proprio al periodo storico che viene raccontato) riuscendo a imbastire delle strategie a lungo termine piuttosto vantaggiose: se alla prima partita vi sembrerà tutto un lanciare di dadi, vi accorgerete presto che avete la possibilità di gestire la vostra espansione in modo piuttosto ragionato.

Il gioco termina dopo 5 turni (che rappresentano le tre spedizioni persiane dal 499 a.C al 449 a.C) oppure se si verifica un evento di fine partita: i persiani hanno conquistato le città chiave dei greci (Atene e Sparta) o i greci hanno fatto lo stesso con le città chiave della Persia.

Giocato da giocatori piuttosto navigati il titolo sarà piuttosto bilanciato per entrambi gli schieramenti con situazioni di fine partita che vedono perlopiù un pareggio (o uno scarto di un paio di punti) mentre giocatori alle prime armi potrebbero vedere partite concludersi anche con una vittoria per conquista delle città chiave.

300 Terra e Acqua, concludendo, è uno di quei titoli decisamente adatti ad un neofita del genere e, per riallacciarmi all’introduzione infinita di questa chiacchierata, uno di quei giochi interessanti anche per chi, come me, è indigente nei confronti degli avvenimenti storici: piccole chicche come il ponte di barche, o gustosi dettagli di gameplay legati al numero di soldati e ai dadi da tirare così squisitamente arricchiti da note storiche che ne spiegano il design è decisamente affascinante e accattivante.

Come spesso accade anche in questo caso le partite mi hanno lasciato con una domanda fissa in testa: “ma se a scuola avessi integrato le lezioni con qualcosa di questo tipo io oggi sarei in grado di guardare il film di 300 senza addormentarmi”?

Exit mobile version