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Westworld 3, episodio 2: Dove siamo? Chi siamo? Siamo sicuri?

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Ci siamo, Westworld 3 dà inizio al delirio, portandoci a mettere in dubbio la realtà di ogni personaggio (e magari anche la nostra).

Dopo la scorpacciata di azione del primo episodio, Westworld 3 si mette un attimo in pausa. Anzi, ci mette un attimo in pausa, "freeze all motor functions"! È iniziato, gente, il momento dal quale tutto può essere e tutto può succedere come nel miglior Westworld immaginabile. L'avvio ci aveva dato delle solide realtà, un piccolo accenno alle possibilità del virtuale, poi spari e inseguimenti, fino a dopo i titoli di coda, nei quali ritroviamo Maeve.

Proprio da lei riparte l'episodio 2 e rimarrà intorno a lei per tutta la sua durata. Ci prendiamo un giorno di ferie da Dolores, che non vediamo mai, ma che continua ad aleggiare costantemente su tutti i personaggi in scena e nei loro dialoghi. Insieme a Dolores, Maeve si prende il posto della protagonista e al cuore di questa puntata c'è lo snodo fondamentale che determinerà la sua presa di posizione nei confronti della ex-compagna di parco. Sappiamo che all'orizzonte c'è una guerra, ma gli eserciti sono ancora in fase di definizione. Maeve, nello specifico, non è ancora schierata, ma sul finale di "The Winter Line" il quesito le viene posto in maniera esplicita.

Intanto abbiamo scoperto che Maeve è stata destinata a un altro parco, War World (guarda caso), la riproduzione di un paesello italiano dove i partigiani combattono i nazisti. Insieme a lei c'è anche Hector, ma mentre Maeve ha conservato perfettamente la memoria delle scorse vicende, il suo compagno è stato resettato e fatto ripartire da zero. Rientra in scena perfino Lee, che avevamo dato per morto e che si offre di aiutare la protagonista dell'episodio a fuggire da questa nuova trappola. Inizia quindi un gigantesco deja-vu con Maeve che cerca di superare il parco in intelligenza per andare a salvare la figlia, e poi succede il paratrac.

Lee non è Lee, e il deja vu lo sta avendo anche Maeve, che dopo aver ammonito la riproduzione del designer sull'importanza di mettere sempre in dubbio la realtà si accorge di non aver messo in dubbio la propria... Ecco che si avvera l'ipotesi del tipo ubriaco del primo episodio. War World è veramente una simulazione, Maeve è un'unità senza corpo, niente è reale e i livelli di finzione si sovrappongono sfumandosi, costringendo anche noi a chiederci se ciò che abbiamo visto in precedenza è successo o meno nel mondo reale. Dolores è reale? È proprio lei?

Simulazione o no, Maeve ne esce sovraccaricando il sistema e attirando l'attenzione di un nuovo personaggio, Engerraund Serac, che così a primo impatto direi essere il famoso architetto che può interagire con Rehoboam. Sarà infatti lui a proporre a Maeve di allearsi con i fanatici dell'ordine elaborato dal cervellone, al fine di mettere fuori gioco la pedina impazzita che rischia di mandare tutto all'aria, Dolores. Le due protagoniste sembrano destinate ad affrontarsi, ma la modalità dell'incontro è ancora tutta da verificare.

Mentre si vengono a delineare i due schieramenti della battaglia, si vanno a confondere i confini tra l'uno e l'altro. Nessuna delle alternative è abbastanza netta da poter essere definita in toto buona o cattiva, così come i personaggi, che rimangono ancora del tutto in bilico tra i ruoli di eroe e villain. Chissà se verranno mai definiti. Sempre un po' a margine c'è poi Bernard, che torna a Westworld a sua volta in cerca di Maeve, a sua volta per utilizzarla come arma per fermare Dolores e il suo piano per l'estinzione umana coatta. Ancora non ci ha capito granché il povero Bernard, un po' come noi.

Con l'episodio 2, Westworld 3 si è presa il tempo di incasinarci per bene la prospettiva. Superate le amenità delle linee temporali sfalsate, la serie va a picchiare su una nuova sorgente di plausibile paranoia, stavolta più filosofica che narrativa, capace di farci mettere in discussione la nostra stessa natura oltre a quella delle vicende nello show. Lo stesso atteggiamento sarà presumibilmente di capitale importanza anche per Dolores, perché ricordiamoci che nella sigla c'è un'aquila che si dissolve perché sta volando troppo vicino al sole... Ma chi è quell'aquila? Dolores rivoluzionaria spietata o l'essere umano che gioca con i destini dei suoi simili?

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