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Unmatched: lo scontro epico della tua fantasia

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Unmatched è uno skirmish che mette in gioco degli scontro epici fra i personaggi più disparati, da Sinbad a Bigfoot. Serve altro?

Vi siete mai chiesti come deve essere un combattimento all’ultimo sangue fra Alice (quella del Paese delle Meraviglie, sì) e Sherlock Holmes? O come potrebbe andare a finire uno scontro fra Cappuccetto Rosso e Bigfoot?

Bene, che vi siate fatti queste domande o meno dovete giocare Unmatched, uno skirmish per due o quattro giocatori edito di IELLO, in cui una coppia di personaggi tratti dai più disparati mondi si sfida a colpi di carte.

 

Unmatched ha dalla sua tre grandissimi pregi: è stupendo da vedere, è velocissimo da giocare, è velocissimo da imparare pertanto rappresenta, senza alcun dubbio, uno fra i migliori esponenti del suo genere presenti sul mercato che, in genere, presentano un regolamento e meccaniche leggermente più “complesse” da digerire con partite dalla durata molto meno contenuta.

 

Unmatched, invece, riesce a mettersi sul tavolo con una facilità assurda: il setup dura meno di un minuto e le partite si completano in non più di 40 minuti con una durata che varia a seconda di quanto i giocatori impiegano a svolgere le proprie mosse.

La semplicità del titolo deriva dal suo flusso di gioco estremamente chiaro e coinciso: in un turno si possono effettuare due azioni, anche ripetute, fra tre possibili scelte. Manovrare, attaccare o usare una carta tattica.

L’azione di Manovra è l’azione che svolgeremo di più in partita: peschiamo una carte e subito dopo, opzionalmente, muoviamo ogni nostro pezzo sulla pancia di gioco (generalmente la miniatura principale tranne nei casi di personaggi con aiutanti per cui si muovono anche loro) di un numero di caselle pari al valore di movimento del personaggio.

 

L’attacco si svolge giocando una carta attacco dalla propria mano e dichiarando chi è il personaggio attaccante e chi il bersaglio, il giocatore in difesa dovrà giocare, se vuole, una carta difensiva: la differenza fra i punti è il danno inferto.

 

Ogni carta attacco e difesa potrebbe avere degli effetti da risolvere, come scritto nel testo, immediatamente, durante o dopo il combattimento con priorità sulla difesa nel caso di effetti che si innescano contemporaneamente.

Le carte tattica, infine, sono carte con effetti particolari che si innescano al momento del gioco della carta.

 

Una volta finito il mazzo non si ripesca e si subiranno penalità di danno ogni volta che si dovrebbe pescare, e una volta che si riesce a mandare a zero la vita dell’avversario si vince la partita.

 

I personaggi, infine, hanno a disposizione dei poteri speciali e mazzi differenti che rendono asimmetrico il sistema di gioco rendendo ogni battaglia, di fatto, unica nel suo genere.

 

Unmatched, quindi, è semplicissimo da comprendere e da mettere in tavolo mentre offre una buona curva d’apprendimento per riuscire a padroneggiare al meglio un personaggio sfruttandone i punti di forza e le debolezze dell’avversario: il sistema chiaramente paga il giocatore più esperenziato rispetto a quello alla prima partita, ma riesce comunque ad essere un’esperienza appagante per chi ci si approccia per la prima volta proprio grazie alla sua grande chiarezza e semplicità di regolamento.

Non ci sono praticamente eccezioni da tenere a mente, le carte sono molto semplici nei loro effetti e le plance di gioco non mettono in mostra meccaniche particolarmente ostiche da digerire.

Perché, allora, un titolo che sembra non mettere in mostra praticamente niente di troppo interessante è così bello e appagante?

In primis per le battaglie che mette sul tavolo: come detto in apertura far scontrare Alice contro Bloody Mary (sì, quella della creepy pasta dello specchio) è uno scenario epico a dir poco avvincente oltre ad essere caratterizzato benissimo nella messa in scena dei personaggi sulla plancia di gioco.

 

Sherlock Holmes, ad esempio, gioca molto sulla “distanza” grazie alle sue deduzioni: il suo stile di gioco consiste “nell’indovinare” i valori delle carte dell’avversario per scartarle o infliggere danno.

 

Bloody Mary basa tutto sul numero tre (avere tre carte, poter fare tre azioni e così via), Alice può diventare grande e quindi attaccare più forte o rimpicciolire e quindi essere in difensiva e via discorrendo.

Ogni personaggio presenta un gameplay ben specifico che non solo si sposa perfettamente con il suo mondo d’origine ma si amalgama bene con tutti gli altri personaggi: non esiste quindi un matchup brutto, ma ogni scontro dà possibilità sia all’uno che all'altro contendente.

Infine il titolo è estremamente espandibile: ogni espansione può essere giocata a se stante (ognuna offre due personaggi e una plancia per quelle piccole, o quattro personaggi e una plancia per quelle grandi) e tutte sono dannatamente interessanti da giocare e mescolare.

 

Nonostante Unmatched offra anche una modalità 2v2 in cui si scontrano due squadre da due personaggi, la natura (e le mappe) di gioco sembrano prediligere la versione 1v1 in cui il titolo mostra tutto il suo potenziale strategico nei movimenti e nel riposizionare le miniature per ottenere il massimo del vantaggio.

 

Non ho mai, personalmente, giocato qualcos’altro che possa vagamente assomigliare ad un Unmatched che quindi, nella mia libreria, occupa uno dei posti d’onore piazzandosi sul mio tavolo ogni volta che ne ho occasione.

 

E comunque fra Alice e Holmes ha vinto Holmes.

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