Universi alternativi: quando le storie vanno dove vogliono loro.
Ogni volta che sento qualcuno dire che una serie tv, un romanzo, una storia di cui si parla in quel momento non è accurata, non è “storicamente corretta” o vuole “essere inclusiva per forza, andando a snaturare la storia" e simili mi viene da pensare che davvero frequentare di più il mondo delle fanfiction farebbe ... Universi alternativi: quando le storie vanno dove vogliono loro.
Ogni volta che sento qualcuno dire che una serie tv, un romanzo, una storia di cui si parla in quel momento non è accurata, non è “storicamente corretta” o vuole “essere inclusiva per forza, andando a snaturare la storia" e simili mi viene da pensare che davvero frequentare di più il mondo delle fanfiction farebbe bene a tutti e tutte.
La rigidità con cui si accettano o si rifiutano le storie e le loro sfumature, la maniera manichea in cui si decide che qualcosa è fedele o meno a un canone di “come si deve raccontare”, il modo in cui si decide che qualcosa è una copia di qualcos'altro, invece che semplicemente nello stesso genere e sotto l’ombrello degli stessi tropes, sono tutti modi limitati di vedere la narrazione.
Una maniera di curarsi da questa rigidità è quella di aprirsi alla possibilità di raccontare storie in maniera diversa, come ho detto più volte qui in questa rubrica, di raccontare e leggere “altro” di chiedersi “E se?”, di avventurarsi insomma nel mondo della narrativa trasformativa, nel mondo delle fan fiction.
Non c’è parte del mondo delle fanfiction che sia più adatto a smantellare la rigidità se non il magico treno delle AU, ovvero l’Alternative Universe.
Quando scriviamo una fanfiction, in un certo senso, stiamo già creando qualcosa di alternativo al canone, una variante, direbbero gli agenti della TVA, perché cambia sicuramente almeno una cosa fondamentale rispetto alla storia originale: l’autore.
Nel mondo delle fanfiction però si intende per Alternative Universe, quelle storie in cui si prendono i personaggi, i temi, magari anche la sequenza degli avvenimenti del canone e li si trapianta con decisione in un'altra storia, in un altro mondo narrativo.
Vi potreste chiedere perché, dato che fino a qui abbiamo visto che lo scrivere fanfiction è nella maggioranza dei casi la passione per l’ambientare storie all’interno di un universo narrativo stabilito, mettendoci la propria creatività e facendo andare le storie dove si vuole. Perché andare a cambiare proprio quel dato che fin qui sembrava il cardine di tutto, l’ambientazione?
Perché, per citare Star Trek, dato che non lo faccio da troppo tempo e poi viene Gene Roddenberry a tormentarmi in sogno, come dicono i Vulcaniani, “Infinita diversità in infinite combinazioni. A simbolo degli elementi che creano bellezza e verità”.
Il mondo delle fanfiction e della narrativa di derivazione è - anche - questo, la combinazione di possibilità infinite di storie e le AU non sono che uno di questi modi nuovi di raccontare qualcosa di già esistente.
Cosa caratterizza quindi una AU, come la possiamo definire? Si tratta di una storia che prende il canon e lo trasporta quasi letteralmente in un universo parallelo, in una delle tante possibili realtà differenti, tenendo alcuni aspetti originali e lasciando invece che altri siano totalmente diversi. Ovviamente, se gli aspetti originali vengono completamente stravolti e non rimane più nulla del canon, si attraversa il confine e non parliamo più di AU, ma di una storia originale, al massimo lontanamente ispirata a qualcos’altro.
Ad esempio il famigerato Cinquanta sfumature di grigio è, come ormai avrete imparato se mi avete seguita fin qui, una fanfiction BDSM AU di Twilight. Presi i personaggi dei romanzi di Stephanie Meyer, i loro rapporti e le loro interazioni, li trapiantiamo nel mondo “normale” senza vampiri e lupi mannari e facciamo di Edward un businessman a capo di un impero economico e di Bella una aspirante giornalista che lo deve intervistare. Al posto dell’ “oscuro segreto” del vampirismo e del mondo sovrannaturale, ci mettiamo il BDSM e da lì, via, tutto va per la sua strada. Al momento di dover togliere ogni riferimento riconoscibile all’originale per poterla pubblicare, l'unica operazione fatta dalla sua autrice è stata quella di cambiare i nomi dei personaggi, trasformando così la Twilight BDSM AU nell’opera “originale” che ha venduto milioni di copie.
Gli elementi di una storia possono essere i personaggi, la trama, il susseguirsi degli avvenimenti, l’ambientazione, le tematiche, il genere del racconto e tutte queste parti possono essere cambiate o mantenute nella versione alternativa, tutte tranne una, che deve rimanere a fare da ancora con il materiale originale.
Facciamo un esempio per capirci meglio e prendiamo un fandom come cavia: quello di Star Wars.
Se prendo Han, Leia, Luke e soci e li metto a combattere non per sconfiggere un impero galattico, ma in lotta contro un sovrano malvagio e le sue armate, magari con draghi al posto di astronavi, maghi al posto di Jedi e una fortezza imprendibile al posto della Morte Nera, abbiamo una AU fantasy (e accidentalmente anche Eragon, ma vabbè…).
Se invece gli stessi personaggi, con le stesse dinamiche tra loro, li trapianto nell’America contemporanea e trasformo i conflitti nella scala adeguata, magari con Leia figlia di un politico locale fatto fuori misteriosamente dalla malavita, Luke che non sa di essere suo fratello e che è cresciuto da hillybilly, Han che è parte di una gang locale e vanno tutti alla stessa scuola, ho in mano uno degli esempi più classici di High School AU.
Mettiamo invece che io voglia prendere la storia di Star Wars, lasciare i personaggi indietro e ambientare tutto nel mondo di Warhammer? Come no, metto personaggi di Warhammer che possano vestire i ruoli giusti a mandare avanti la vicenda e della storia originale tengo solamente la trama ed ottengo una Warhammer AU.
Ci sono tante varianti possibili, e alcune sono anche talmente popolari che hanno quasi un sottogenere a sé stante, come le Coffee Shop AU. In queste storie, spesso con una sottotrama di shipping piuttosto centrale, i personaggi si incontrano come avventori di un bar, di un caffè, spesso uno di loro è il barista e l’altra metà della ship è un avventore, ci sono una marea di tropes riferiti specificamente a questo sottogenere, come quello del cliente burbero e scostante, del barista imbranato e segretamente cotto del collega, della collega, della cliente, del fornitore, del capo e via dicendo, come quello della found family che si ritrova al suddetto bar, un po’ in stile sit com anni novanta e molti altri casi di tropes che vengono usati a piene mani per questo tipo di storie.
A volte le coffee shop AU hanno anche una parte di storia che ruota attorno proprio al caffè, alla preparazione, alla ritualità, alle diverse tipologie e le bevande e il cibo preparati diventano quasi un personaggio ulteriore della storia, facendone dei cult di nicchia nel fandom quando si intersecano più interessi particolari in maniera così intensa.
Quando questo genere di AU viene scritto su personaggi più vecchiotti e in tono magari comico e leggero, andando a prendere un po’ in giro e a dissacrare il canone tramite questo genere di AU, le ho sentite definire le Buongiornissimo Caffè AU e trovo che sia una definizione bellissima che tutti debbano conoscere.
Una AU, insomma, è una storia trapiantata in un altro contesto, mantenendo alcuni aspetti e stravolgendone altri, ma ci sono casi in cui si può parlare di un ulteriore sottogenere di AU, quando ad esempio andiamo a creare una AU Alternate Reality, o AUAR o semplicemente AR. Succede quando la storia implica un viaggio nel tempo, ad esempio, in cui le cose sono state modificate ed ora le vicende si svolgono in modo differente, oppure nei casi in cui si immagina il classico “cosa sarebbe successo se” riguardo ad un evento fondante del canone e si sviluppa da lì tutta la storia, una storia appunto alternativa.
Sottogenere ancora più specifico, è quello delle Alternate History, dove si immaginano storie ambientate in versioni diverse della storia, appunto. Ci sono molti esempi di narrativa mainstream che partono da questo presupposto, da La Svastica Sul sole (O l’uomo dell’alto castello a seconda delle traduzioni) di P.K.Dick a Fatherland di Robert Harris, Jonathan Strange & Mr Norrell di Susanna Clarke o la serie Temeraire di Naomi Novik.
Quando si parla di AH si immagina cosa sarebbe successo ad una storia, ai suoi personaggi, alla sua ambientazione, se le cose fossero andate diversamente a livello storico e ci sono autori e autrici che affrontano la questione con precisione e si dedicano ad un worldbuilding metodico e esteso, ed altri che invece lo fanno in maniera più rilassata e più al servizio della storia da raccontare. Non deve trattarsi per forza di un saggio di storia, non è necessario che sette studiosi di Cambridge siano d’accordo sullo svolgersi dei fatti per poter raccontare una vicenda, è sufficiente che chi la scrive dica che la premessa è quella e le cose sono andate così.
Per esempio il caso della serie tv Bridgeton è abbastanza emblematico in questo senso: non è mai stata presentata come altro che una storia leggera, una commedia romantica ambientata in una versione alternativa del periodo Regency. Sostanzialmente è una Gossip Girl AU ambientata dentro a un romanzo di Jane Austen, dove si immagina che per una serie di avvenimenti passati, la società nobiliare Britannica sia multietnica. Non ha senso andare a far notare che no, non c’erano i nobili neri alla corte di re Giorgio, né che non si suonavano canzoni di Rihanna coi quartetti d’archi e che il lurex nei vestiti non sarebbe stato inventato prima degli anni 40 del ventesimo secolo. È una Regency AU di una serie di intrighi e romance, perché pretendere un’accuratezza storica che non è mai stata parte del pacchetto?
Ecco, le storie AU, che siano Alternate Reality o History, che siano fanfiction o originali, si muovono secondo regole proprie, date all’inizio come premesse, ma che decide unicamente l’autore e che non deve per forza attenersi a quelle dell’universo narrativo o storico di riferimento. La parola chiave qui è Alternative.
Il mondo dell’ AU è l’esplorazione delle possibilità, delle combinazioni, ed è spesso una sfida per chi racconta, un modo di vedere le storie da un'altra angolazione e esplorarne altri aspetti e dinamiche.
Ci sono AU che sono basate su una ship e su tutte le maniere, i mondi, i tempi e gli universi in cui queste due persone si incontrano e si innamorano, altre in cui si fa un vero e proprio crossover, andando ad ambientare la storia di personaggi di un mondo nell'universo narrativo di un altro canon, altre ancora in cui si fa un’operazione di genderswap e si racconta come sarebbero andate le cose se i personaggi fossero stati di generi differenti da quelli stabiliti dal materiale originale.
In Performance in a leading Role, una delle fanfiction più amate del fandom di Sherlock, John Watson e Sherlock Holmes sono attori nel nuovo film di Ang Lee, nella Hollywood degli anni 2000, ed è il caso di una Movie Star AU.
A suo modo e in maniera molto codificata e specifica, anche l’Omegaverse è un sottogenere di AU e di sottogeneri ce ne sono davvero tanti.
Ci sono Apocalypse AU e post-apocalypse AU, Serial Killer AU (Sì, in cui i personaggi sono serial killer invece di essere… qualunque cosa siano nel canon), ci sono Band AU, Gladiator AU, e anche Fandom AU, come nel caso di due esempi di Meta Fic incredibili, la “saga” di Chuck Writes per il fandom di Supernatural e Theory of Narrative Causality per quello di BBC Sherlock, dove la trasposizione è, per farla molto breve “e se fosse tutto vero e si svolgesse ora? E se il fandom commentasse in tempo reale su LiveJournal?”.
Ci sono insomma infinite diversità in infinite combinazioni, e il risultato è, ancora una volta, mille e più modi diversi di raccontare storie, per tutti, per tutte, per ogni gusto, desiderio, necessità, per chi shippa, per chi no, per chi vuole continuare un viaggio e per chi ne vuole iniziare uno nuovo, ancora e ancora.