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Terry Crews: artista, designer, action hero, uomo

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Storia di un uomo che cerca di capire cosa significa essere un uomo ai giorni nostri

Nel 2016 durante un party a casa di Adam Sandler pieno di attori e gente che conta, un produttore di nome Adam Venit afferrò i genitali di Terry Crews e li tastò per qualche secondo. Terry non reagì, mantenne il controllo e lasciò il party con sua moglie Rebecca. Ma non dimenticò quanto successo perché, come ha riferito in un paio di interviste "Ha deciso di toccare l'uomo sbagliato". Detta da un ex-giocatore di football alto più di 1.90 e traboccante di muscoli questa sembra la frase che precede una serie di schiaffi.

Ma Terry Crews è un uomo complesso che da diversi anni cerca di trovare soluzioni nuove e differenti ai problemi che la vita gli mette davanti. Dopo tutto non sono poi molti gli action hero ex-atleti che sono anche pittori e designer, nonché attori comici. Per capire meglio perché Terry Crews abbia agito in quel modo di fronte alla molestia e come sia riuscito a spezzare il luogo comune del "tutto muscoli, niente cervello" è importante analizzare il suo passato.

Suo padre era un alcolista e picchiava regolarmente sua madre e lui. "Uno dei miei primissimi ricordi di infanzia è vedere quel gigantesco e terrificante uomo picchiare mia madre fino a farla sanguinare." dice Terry in un'intervista. Continua raccontando di aver capito subito che uno dei modi migliori per evitare guai in casa è non far arrabbiare suo padre e, per raggiungere questo scopo, nascondere i propri sentimenti ed evitare qualsiasi tipo di conflitto con la figura autoritaria paterna diventa la strategia migliore.

Ma non solo. Mettere su un bel po' di muscoli è l'altra arma scelta da Terry che decide di diventare grosso, forte e duro per poter proteggere se stesso ma soprattutto sua madre (scelta simile a quella di Dolph Lundgren). Una combinazione di talenti che lo aiutano anche a sopravvivere per le strade di Flint dove è nato e cresciuto, una delle città più devastate dalla diffusione del crack. Terry ha visto decine di amici e parenti morire di overdose o per la violenza legata all'uso e spaccio della droga. Camminare con la faccia e le spalle di uno da non scocciare era per lui un meccanismo di difesa dentro e fuori casa. Mai farsi vedere debole, mai farsi cogliere impreparati: solo i deboli diventano vittime.

In questo scenario è particolarmente sconcertate scoprire che Terry Crews è un pittore fin dalla giovane età e si considera prima di tutto un artista. Non è il solo ad avere questa idea: dopo il liceo conquistò due borse di studio per meriti artistici vincendo premi ma soprattutto il plauso dei suoi professori, che lo spronarono a lavorare sul suo talento e le sue capacità. Ma era soprattutto sua madre a ricordargli spesso una cosa: "Terry, qualsiasi cosa tu faccia nella vita non dimenticare mai una cosa: sei un artista e solo tu puoi far conoscere al mondo la tua visione personale dell'arte e della vita".

Glielo ricordava soprattutto quando conquistò una borsa di studio per meriti sportivi e iniziò a seguire con serietà il sogno di entrare nella National Football League. Terry mise in pratica a suo modo il consiglio della madre: iniziò a fare ritratti ai suoi compagni di squadra, facendosi pagare 5 mila dollari al pezzo. "Il giovane Terry aveva bisogno di mangiare!". Non ha poi mai smesso di disegnare e dipingere, tanto da aver fondato uno studio di design pochi anni fa, Amen&Amen, e averne disegnato la prima collezione di poltrone.

Nonostante i molti anni in paracosce e calzoncini, Crews non ha una buona opinione della National Football League. Terry è rimasto nella NFL per poco più di 5 anni nel ruolo di difensore e si è distinto per il suo stile di gioco aggressivo e senza paura. A distanza di anni ha dichiarato senza troppi giri di parole che "La NFL è un vero e proprio culto, una setta. I giocatori vengono allenati e spinti ad essere sempre aggressivi, in qualsiasi situazione, dentro e fuori dallo stadio. Mai mostrarsi deboli, mai mostrarsi incerti, mai mostrare il dolore. In questo modo avrai diritto al premio: soldi, fama e donne.

Per Terry, abituato ad aver a che fare con suo padre, è stato facile adattarsi a questa atmosfera di machismo esasperato in cui solo i più duri dei più duri possono andare avanti e creare cameratismo tra loro. Cameratismo quasi solo di facciata: come quasi ogni ambiente lavorativo, il tradimento è all'ordine del giorno, e nel giro di pochi mesi Terry si rese conto di quanti giochi politici c'erano nella sua squadra e nella lega. In più di un'occasione giocatori veterani gli fecero sbagliare apposta azioni importanti per metterlo in cattiva luce con l'allenatore. Un ambiente che, parole sue, lo ha preparato molto bene per quello hollywoodiano.

 

Finita la carriera di atleta fece per qualche anno qualsiasi lavoro trovasse, compreso l'uomo delle pulizie. Resosi conto che la sua parabola nella NFL volgeva al termine, e sempre più desideroso di entrare nel mondo dello spettacolo, Terry appese il casco al chiodo e si trasferì armi, bagagli e famiglia a Hollywood in cerca di ingaggi. Sua moglie si rese subito conto che cinema e televisione non avrebbero spalancato subito le loro porte e convinse Terry a trovarsi un lavoro, o lei e i figli se ne sarebbero andati. Terry lo fece, ma non senza difficoltà "Mi sentivo oltraggiato. Ero un giocatore di football! Ok, un ex-giocatore di football, ma doveva pur contare qualcosa, no? Non potevo mica abbassarmi a fare un lavoro comune. Era di nuovo la mentalità da culto della NFL: sei un atleta, uno dei migliori, per cui hai diritto al premio. Hai diritto ai soldi, hai diritto alla bella villa" racconta senza peli sulla lingua in diverse interviste.

"Ma per fortuna mia moglie mi ha messo di fronte alla realtà: non avevamo soldi, e io non ero più un atleta. Per cui mi presentai presso un'agenzia interinale e iniziai a lavorare come uomo delle pulizie, sperando nessuno mi riconoscesse"

Tra un lavoro e l'altro iniziò anche a trovare qualche particina in pubblicità e piccole comparsate, oltre al lavoro ovvio per un ex-atleta con la faccia di uno che non vuoi far arrabbiare: buttafuori e guardia del corpo di gente famosa, tra gli altri di Ice-Cube. Sarà proprio Cube a volerlo in Friday After Next, ruolo che lo fece notare dandogli modo di saltare da un set all'altro, fino al primo vero ruolo che lo rese noto: quello di Julius Rock, il padre di Chris Rock nella serie Everybody hates Chris!. Un ruolo comico che gli calzò a pennello, permettondogli di mostrare da subito che non si trattava del solito ex-atleta in cerca solo di ruoli action.

Dopo il successo arrivarono ovviamente i momenti duri. Per anni Crews è stato dipendente dalla pornografia. Nel 2016 Terry ha pubblicato sulla sua pagina Facebook alcuni video in cui ha parlato con molta franchezza della sua dipendenza da pornografia, spiegando in che modo stesse rovinando il rapporto con sua moglie e con i suoi figli. La consapevolezza della sua dipendenza, per cui ha richiesto anche un supporto psicologico, è stata una sveglia freddissima perché gli ha permesso di comprendere una cosa: la sua visione delle donne era quasi esclusivamente utilitaristica, corpi buoni solo per lo sfogo di necessità fisiologiche di cui dimenticarsi subito cercandone uno nuovo.

Secondo Terry questo periodo di crescita, nuovamente reso possibile grazie alla forza e al supporto di sua moglie, è stato fondamentale per portarlo a riflettere sul ruolo della donna nella società e il modo in cui il machismo e la mascolinità tossica vedono il corpo femminile. Soprattutto gli ha permesso di capire che per quanto non abbia mai abusato di donne in maniera diretta abbia comunque guardato dall'altra parte troppo spesso, sia nella NFL che a Hollywood, rendendo più facile la vita a predatori seriali e criminali.

Come se non bastasse, Crews è anche un discreto nerd dell'ultim'ora. Incuriosito dalla passione di suo figlio per il settore e spinto dalla voglia di avere un migliore rapporto con lui ha deciso, senza alcuna formazione pregressa, di informarsi, comprare le varie componenti del PC e montarle con l'aiuto di guide e tutorial. Un'esperienza da lui definita "Il più avanzato set Lego del mondo" che lo ha divertito tantissimo, lo ha portato a informarsi sui videogiochi e gli ha permesso di rinforzare i suoi legami familiari. Nel frattempo è anche diventato il volto di Crackdown 3 (che prima o poi uscirà).

Tutte queste, e altre, esperienze hanno reso Terry Crews l'uomo che non ha reagito quando il produttore gli ha preso in mano i genitali.

Come ha dichiarato in un'intervista "In America se sei un uomo di colore hai pochissime possibilità di successo. Se avessi reagito con rabbia e violenza il giorno dopo sarei finito su ogni sito e giornale sotto il titolo "Grosso uomo nero picchia uomo bianco di mezza età!" e la mia carriera sarebbe finita.". Terry ha deciso di dichiarare pubblicamente, e denunciare alla polizia, la sua aggressione solo nel 2017, dopo l'esplosione del caso Weinstein: osservare un numero così grande di donne mettersi in prima linea rischiando molto gli ha dato il coraggio di non stare più in silenzio e farsi portavoce di chi subisce molestie.

La sua decisione ha già avuto conseguenze: non apparirà nel quarto capitolo di The Expendables perché uno dei produttori del film gli aveva chiesto di lasciar cadere le accuse contro Venit. Ma Terry ha deciso di no, non è più tempo di chiudere un occhio e far finta che si sia trattato solo di uno scherzo innocente "Quello che per una persona è solo uno scherzo, per un'altra persona può essere un'umiliazione.".

Se volete conoscere meglio Terry, potete ascoltare alcune lunghe interviste di cui vi agevolo i link

Intervistato da Tim Feris: qui

Intervistato da Ana Faris: qui

Terry Crews at What makes a man: parte 1 parte 2 parte 3

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