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Tanti auguri Mr. Baphomet!

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La figura del capro usata oggi dal Satanic Temple e vista anche in Sabrina ha una storia centenaria che si lega ai templari

Come noto, Netflix ha appena annunciato una nuova serie tv dedicata a Sabrina, la giovane strega apparsa per la prima volta sui fumetti targati Archie Comics nel lontano 1962.

Il lancio della serie è stato accompagnato da una classica polemica online: nella nuova serie, infatti, Sabrina si trova a incrociare dei Satanisti, descritti in modo negativo, come solitamente del resto accade nelle fiction. Però, nel raffigurare tale culto diabolico, la produzione del nuovo Sabrina avrebbe ripreso una scultura del Baphomet il cui copyright appartiene al Satanic Temple, che ha subito colto l’occasione per minacciare il network di cause legali per decine di milioni di dollari.

A complicare la cosa, è giunta la differente presa di posizione della Church of Satan, che ha invece difeso come legittimo l’uso artistico del Bafometto da parte dei creatori di Sabrina, più che altro per prendere le distanze dall’organizzazione dal nome molto simile che viene quindi spesso confusa nell’immaginario collettivo.

In realtà si tratta di due realtà molto diverse: il Temple of Satan, sorto nel 2012, usa il “satanismo” più come una provocazione religiosa contro il cristianesimo USA, partendo da una posizione in realtà ateistica e anticlericale: una posizione simile – più radicale – a quella del pastafarianesimo, sorto nel 2005 con analoghe ragioni.
La Church of Satan, invece, è la più antica organizzazione satanista moderna, e risale al 1966, fondata dall’occultista Anton Szandor LaVey. Anche per LaVey Satana è più che altro un simbolo, e non una reale divinità, ma mantiene un più netto carattere comunque magico e spiritualista (che ultimamente sta subendo alcune influenze dall'alt-right).

Il Baphomet, invece, è un simbolo decisamente antecedente: la sua prima rappresentazione appare in “Dogma e rituale dell’Alta Magia” dell’occultista francese Eliphas Levi, nel 1854, e ritorna in varie altre figurazioni: nel 1886 lo riprende Leo Taxil nelle sue fittizie rivelazione sui “segreti della massoneria”, dove perde l’attributo androgino del seno femminile, mentre nei tarocchi Rider-White del 1910 la figurazione del Baphomet si sovrappone a quella tradizionale del diavolo dei tarocchi, dove appaiono un uomo e una donna aggiogati al suo trono (elemento tipico della figurazione del tarocco di Marsiglia, dal XVII secolo in avanti). Elemento ripreso nella figurazione odierna di cui tanto si discute.

In realtà, però, il Baphomet è ancora precedente come concetto: esso, infatti, è l’idolo barbuto che sono accusati di adorare i Templari nel processo avviato contro di loro nel 1307, per volontà soprattutto del re di Francia, Filippo Il Bello. Il processo portò nel 1314 allo scioglimento dell’ordine e al rogo del Gran Maestro e, secondo una lettura mitica, alla sopravvivenza dell’ordine templare sotto mentite spoglie, all’interno delle corporazioni muratorie, impegnate nella creazione delle grandi cattedrali gotiche.

Da qui sarebbe derivata la massoneria, come sostenuto, poco dopo la fondazione dell’ordine, dal Ramsay. Se il Bafometto fosse realmente oggetto di venerazione da parte dei templari, potrebbe addirittura risalire a poco dopo il 1118, data di fondazione dell’ordine, e avrebbe quindi esattamente 900 anni in questi giorni. Tutte queste polemiche, quindi, potrebbero essere un gradito regalo di compleanno per l’antico caprone, che vedrebbe confermata la sua inesausta vitalità.

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