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Star Wars: Miti e Mitosauri

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Un estratto del libro “Star Wars: il mito dai mille volti”, di Andrea Guglielmino, sui dinosauri nell'universo starwarsiano

Questo articolo è un estratto dalla nuova edizione di Star Wars: Il mio dai Mille Volti di Andrea Guglielmino in uscita il 13 giugno per Golem Libri in cui Lorenzo ha anche inserito una prefazione. 

In uscita il 13 giugno per Golem Libri Star Wars: il mito dai mille volti EDIZIONE ESTESA, la versione ampliata e aggiornata del “saggio di antropocinema” che Andrea Guglielmino ha voluto proporre ai suoi lettori in concomitanza con la programmazione su Disney+ della miniserie Obi-Wan Kenobi. Le illustrazioni nel pezzo sono di Sudario Brando.

Miti e dinosauri

Non è un caso che Boba, nel corto animato che lo vede protagonista per la prima volta, cavalchi un dinosauro. Certo, l’universo di Star Wars include la presenza di grosse bestie, e dunque qualcosa di simile ai nostri dinosauri esiste anche nel tempo “presente” della narrazione starwarsiana.

Star Wars

Ma l’ictiodonte di Boba è per lo più riconosciuto come una “prova generale” per il concept di un altro animale mitologico (mitologico non nella nostra prospettiva, per cui sostanzialmente sono mitologici o comunque “fantastici” tutti gli animali che popolano quell’universo, ma per gli appartenenti a quell’universo stesso) destinato a comparire più avanti nel franchise.

 

E che ha un nome interessante, proprio per il tema della nostra ricerca: Mitosauro. E naturalmente, vive al tempo del Mito, ça va sans dire.

Il Mitosauro raramente viene visualizzato nella sua interezza. Formalmente compare per la prima volta in storie ormai fuori Canone, e precisamente il fumetto Marvel del 1977 Star Wars 69: Death in the city of bones, che vede la rappresentazione di uno scheletro della creatura utilizzata come principale attrazione di un parco a tema per turisti di Mandalore (poi mai aperto e diventato un avamposto militare).

 

Nel Canone corrente, invece, vengono identificati per la prima volta nel numero 32 della rivista Star Wars: Build the Millennium Falcon, uscita tra il 2014 e il 2016.

I Mitosauri sono bestie giganti che, vuole la leggenda, gli antichi Mandaloriani sapessero domare e cavalcare, come confermato dalle parole che Kuiil rivolge a Din Djarin, in The Mandalorian, per spronarlo a non arrendersi di fronte a un Blurrg, sorta di lucertola gigante:

 

«I tuoi antenati montavano il grande Mitosauro!»

 

Sigillo rappresentativo della cultura mandaloriana e simbolo di appartenenza culturale, il Mitosauro non appare mai in carne e ossa “in story”: un Mitosauro in carne e ossa viene descritto soltanto a partire dal 2013 nella pubblicazione The Bounty Hunter Code: From the Files
of Boba Fett.

Ora, quello che ci interessa è che in The Book of Boba Fett il Mitosauro viene nuovamente nominato, nello specifico dal personaggio dell’Armatrice, che rivolgendosi a Mando dice: «I canti di epoche antiche hanno predetto che il Mitosauro si sarebbe elevato per annunciare una sola era per Mandalore. Purtroppo, esso esiste solamente nelle Leggende».

Essere leggenda

Il termine inglese è Legends. E si dà il caso che, in ambito starwarsiano, Legends sia il termine usato per indicare il materiale “non canonico”, e dunque questa scelta lessicale potrebbe essere una dichiarazione da parte dei creatori che indica la volontà di escludere dal tessuto del “reale” la presenza di queste bestie mitologiche, ma al contempo significa in qualche modo includerlo nel Canone come “canto da focolare”; il che potrebbe esser vero, per estensione, per tutto il materiale Legends.

La trilogia di Thrawn di Timothy Zahn potrebbe rappresentare, ad esempio, quello che la gente comune racconta (magari attorno a un bel fuoco acceso) delle imprese di Luke, Han e Leia dopo la sconfitta dell’Impero e, pur non corrispondendo a verità, ne include alcuni dettagli, come la presenza di Thrawn o di un figlio passato al Lato Oscuro per Leia e Han (Jacen Solo/Darth Caedus nelle Legends, Ben Solo/Kylo Ren nel Canone).

 

Un’immagine che fa una bella controparte a quella usata nel film Il regno 238 del fuoco (2002), dove, in un mondo post-apocalittico dominato dai draghi, Star Wars diventa il residuo di un mondo che non c’è più, diventato appunto una “leggenda” da raccontare ai bambini prima di metterli a letto ripetendo loro come un mantra le regole da seguire in caso di attacchi.

 

The Mandalorian recupera inoltre un altro tratto caratteristico del Boba delle origini (quello dell’Holiday Special): una curiosa arma, un forcone a due punte, che lo ha reso iconico nelle primissime fasi del suo lancio (lo brandiva anche alla San Anselmo Country Fair Parade) pur non comparendo mai nei film. Non solo.

In The Book of Boba Fett, quando Boba si trova nelle condizioni di dover cavalcare un Rancor, annuncia spavaldamente che non dovrebbe essere un grosso problema, dato che «ha cavalcato cose più grandi». E alla fine della serie, passerà direttamente all’azione usando proprio un grande Rancor come cavalcatura. Chiaro è il riferimento all’ictiodonte dell’Holiday Special, il che ha portato i fan più legati al concetto di Canone e continuity a pensare che questo significasse automaticamente rendere canonico lo Special stesso o, quantomeno, il corto animato con Boba in esso contenuto.

Citazioni e Canone

Ma è proprio così? Citare qualcosa all’interno di qualcos’altro lo rende parte di un Canone?

 

Si direbbe che questo genere di discussioni si alimenta solo nei franchise (più che mai quello di Star Wars) che al concetto di Canone sono così “ossessivamente” legati, ed è tendenza relativamente recente e moderna.

 

Ad esempio George Lucas, nella scena del Senato de La minaccia fantasma, aveva inserito la comparsa di tre Brodo Asogiani, ovvero la razza aliena a cui appartiene il celebre E.T. creato dall’amico Steven Spielberg, altrimenti conosciuti come 239 “Bambini del Pianeta Verde”. È un semplice omaggio. Tanto che il nome del Senatore leader è Grebleips: Spielberg al contrario.

 

Non significa certo che le vicende raccontate in E.T. avvengano nello stesso universo di Star Wars, altrimenti sarebbe difficile giustificare come mai nella cameretta di Elliott, amico terrestre del piccolo alieno, ci siano action figures e poster tratti proprio dalla saga di Star Wars. Eppure, questa apparizione ha causato tanto scompiglio da spingere pubblico e creatori a far comparire in maniera “retroattiva” un Brodo Asogiano nei fumetti di Star Wars della Marvel pubblicati negli anni ’70 (ormai del tutto fuori Canone).

Si tratta di Braxas, alieno incontrato da Luke e apparso in Star Wars n. 89, del 1977, che si presenta con pelle gialla e deambulante su una sorta di sedia a rotelle, e con un aspetto in effetti vagamente simile a quello di E.T. Ma attenzione, quasi certamente E.T. non era ai tempi che una vaghissima idea nella mente di Spielberg, quindi l’appartenenza di Braxas alla specie dei Brodo Asogiani è canonizzazione successiva all’uscita de La minaccia fantasma, a partire dal quale i Bambini del Pianeta Verde hanno cominciato a collezionare una serie di apparizioni qua e là nel franchise, tra fumetti, romanzi e pubblicazioni varie.

 

Attenzione dunque a considerare canonico qualcosa solo perché citato.

 

La collocazione dell’ictiodonte è a oggi ambigua. Boba potrebbe riferirsi allo Special come a qualcosa di totalmente nuovo, oppure potremmo immaginare che abbia sì cavalcato un ictiodonte ma in contesti del tutto diversi.

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