STAI LEGGENDO : Space Jam: New Legends ha un cuore per bambini oltre la pubblicità degli adulti

Space Jam: New Legends ha un cuore per bambini oltre la pubblicità degli adulti

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Space Jam: new Legends non è certo degno dei nostri ricordi d'infanzia, tuttavia sotto i marchi si nasconde una buona storia.

Dopo tutta la pioggia di negatività che gli è piovuta addosso fin dal suo reveal, mi sono approcciato a Space Jam: New Legends come se stessi andando a rivedere Pixels ben conscio del fatto che è stato definito da tutti un disastro. Tuttavia io sono uno che è possibilista fino alla fine, anzi direi ottimista inguaribile, e perciò mi sono detto "ci sarà pure del buono in Space Jam 2, no?" mentre la mia ricerca di un parcheggio nel bel mezzo del centro storico di Roma si prolungava ben più di quanto avevo preventivato. Il primo grande Space Jam è una di quelle cassette che ho bruciato a forza di rivederla a ripetizione, un successo che ancora oggi riverbera nel tempo come l'eco del Big Bang che espande l'universo. Basta sentire l'iconica canzone dei titoli di testa a tornare indietro nel tempo fino a Jam City, ed è subito amore. Però i giovani di un tempo non sono i giovani di adesso e Warner Brothers è stata costretta a trovare un modo per innovare la formula, ritentare la magia con una sua versione 2.0

Bisogna capirli e agli occhi dell'oggi tutto filtra in maniera diversa, tant'è che la stessa NBA non è più legata alla fama sul campo o sugli schermi della TV: i social regnano ovunque, il Basket ha bisogno di sempre più stimoli esterni e la gamification di ogni cosa colpisce anche leggende come LeBron James, protagonista scelto per questa pellicola. È una storia familiare più che individuale, infatti New Legends parla del rapporto tra il Re del basket con il figlio più piccolo (parte di una famiglia di attori scelti per sembrare la vera famiglia di LeBron) e della ormai classica tematica dove il padre è un campione in una cosa e vuole che il figlio segua le sue orme, mentre quest'ultimo vuole fare tutt'altro.

Nel caso di Space Jam 2, il giovane Dom vuole sviluppare videogiochi al Design Camp dell'E3 (Electronic Entertainment Expo). Non nascondo che sono rimasto sorpreso di vedere comparire la kermesse sui videogiochi più importante del mondo come nodo di Space Jam: New Legends, ma ho apprezzato senza timore la coerenza di voler descrivere un percorso possibile per un adolescente americano nello sviluppo di videogiochi, seppur con un pizzico di fantasia tecnologica che solo qualcuno di veramente benestante come James può permettersi.

La premessa è quindi interessante, e bene o male prosegue per tutto il film con una serie di trovate ben studiate per un film che si appella ai valori familiari dei tanti nuclei di genitori seduti nelle sale piene di bambini accompagnati, però è innegabile che fin dal principio Space Jam: New Legends sia una grossa, enorme e tutto sommato godibile pubblicità ai prodotti Warner Brothers. Facciamo un passo indietro nel tempo e ricordiamo un altro grande successo dei Looney Tunes: Back in Action. Il famosissimo film con Brendan Fraser era pieno zeppo di riferimenti ai prodotti Warner, un qualcosa che andava perfettamente in tandem con la trama che doveva essere un viaggio nel cinema, o meglio negli stilemi del cinema.

Però erano riferimenti ben piazzati nel film, non erano il fulcro centrale della narrazione che comunque rimaneva all'interno di una pellicola d'azione classica ma con i Looney Tunes nel mezzo. Invece Space Jam 2 è letteralmente un viaggio nelle produzioni Warner Bros sempre presenti sullo schermo in ogni momento, con spezzoni di film o tizi in costume di ogni genere neanche fosse la gara cosplay del Lucca Comics. Non che sia per forza un elemento di demerito, anzi alcune scene fanno spanciare dalle risate, tuttavia è proprio tutto l'eccesso targato Warner a diventare ben presto stucchevole e fuori focus, lontano dall'eleganza che aveva Back in Action e più vicino a una pubblicità in prime time.

In effetti è forse questo il più grande difetto di Space Jam: New Legends, l'aver calcato troppo sulla questione Warner, tanto da farne da traino per la trama visto che il nemico è un algoritmo (chiamato Algiritmo e interpretato da Don Cheadle) che vuole solo fare film di successo digitalizzando le star del suolo americano. L'algoritmo è proprietà della Warner Brothers e si chiama Warner 3000, imprigionato in un Serververso (ormai i multiversi vanno di moda) dove LeBron e Bugs Bunny dovranno raccattare tutti i vecchi membri della squadra originale sparsi nei vari mondi. Ci sono così tante chicche che sarebbe inutile elencarle tutte, e anche irrispettoso visto che vorreste anche vederla la pellicola, però il team building è praticamente inesistente e potrete scordarvi tutta quella fase in cui il primo Space Jam faceva scontrare la realtà con i Tunes.

Qui più che altro si tende a far valere la posizione del piccolo Dom nell'inganno di Algiritmo, creando comunque una situazione interessante dove alla fin fine saranno padre e figlio a mettercela tutta sul campo. Tra richiami alla moda urbana completamente digitalizzata e a tutte le cose trendy del nuovo millennio, Space Jam: New Legends si prefigge di essere quel film che parla ai giovani e in cui gli accompagnatori in sala si ritroveranno pieni di domande per la loro prole 2.0. E onestamente, non è mai portato all'eccesso del cosiddetto "cringe" se si è abbastanza aperti mentalmente, anche perché la storia centrale del conflitto familiare procede liscia, in modo chiaro e senza particolari voli creativi o colpi di scena sensazionali.

Sono rimasto sorpreso dal carisma del King LeBron, non pensavo reggesse il ruolo da protagonista e invece lo ha fatto più che bene, accordandosi al massimo con la lunaticità degli amici cartonati e trovando una sua dimensione tra il ruolo del padre e quello del professionista di Basket che vuole seguire le regole. Ecco, riprendendo il primo successo, Jordan era molto serio, quasi in tenuta da lavoro, e quella sua serietà da ufficio della pallacanestro faceva sì che il contrasto con la stramberia dei cartoni portasse a risultati irriverenti. James è invece più giovanile, sveglio e anche un po' bamboccione, fa la parte dell'ingenuo all'inizio per poi calarsi nella situazione e prenderla sotto il suo comando. Sebbene anche per lui non sia facile accettare una partita a basket con potenziamenti e invenzioni ACME, è più incline allo scherzo del suo predecessore e questo è tutto sommato un punto di forza delle nuove leggende.

Il ritorno di Space Jam non è quindi un evento da prendere a porte in faccia a prescindere per preservare la purezza dei propri ricordi, sebbene non sia di certo un campo scintillante dove si esibiscono delle icone dello sport. Ha i suoi difetti, le sue lunaticità per così dire, ma cerca di essere sé stesso tra una pubblicità e l'altra della Warner Bros. Se avesse abbassato il tono su quel carico di marchi, se avesse abbandonato il serververso anche per una mezzora delle sue due ore, il risultato sarebbe stato decisamente migliore e all'altezza di quello che era lo spirito dello Space Jam della nostra infanzia. Ah, e anche i commentatori lontani chilometri dal mondo del doppiaggio – per quanto ospiti graditi nel basket – sarebbe stato meglio evitarli come una lunga serie di errori del film. La scelta sta a voi se perdonarli o meno, sebbene non siate comunque voi il target di questo film, voi e noi fan di Space Jam. Sono i bambini dell'oggi che hanno sensibilità diverse, culture diverse e concezioni diverse, anche per loro questo film certo non sarà memorabile come lo è stato per noi, tuttavia credo fermamente che siano capaci di carpire il positivo presente in Space Jam: New Legends sotto quello che a noi fa aggrottare la fronte. E poi, basta ricordarci che esiste Pixels per far sì che questa fatica dei Looney Tunes sia più facile da mandare giù.

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