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Ship Happens! Parliamo di portmanteau, RPF e crackship

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Oggi in Ship Happens vi raccontiamo come nascono i nomi più assurdi delle ship e... le ship più assurde che ci sono in giro!

“What's in a name? That which we call a rose by any other name would smell just as sweet.” - Romeo and Juliet (atto 2 scena 2)

A volte il modo migliore per fare chiarezza e approfondire i mille aspetti interessanti di un argomento è andare a scavare nella sua terminologia, facendone un po’ di glossario ragionato e, come forse avrete intuito, è un approccio che mi piace. Nelle puntate precedenti di questa rubrica (e anche nel podcast che - vi ricordo come sempre, è ricco di cosette in più da ascoltare) ho usato alcuni termini sui quali avevo promesso che sarei tornata: andiamo quindi a esplorarli e vediamo dove ci portano.

Le ship spesso vengono indicate con i nomi dei personaggi protagonisti separate dal simbolo slash (Kirk/Spock) o a volte solo con le iniziali (K/S), ma ad un certo punto, intorno ai primi anni duemila, viene in uso la consuetudine dei cosiddetti portmanteau.

Quella del portmanteau (talvolta detti anche smushword) è una pratica spericolata, che mescola insieme i nomi dei protagonisti di una ship, andando a creare un nome unico per identificarla, una parola sola che è la crasi di due nomi.

Il termine di per sé non è legato solo al mondo delle ship e del fandom, ma è usato in generale per descrivere quelle parole che sono appunto un mix tra due termini per crearne uno nuovo e compare con questa accezione in Attraverso lo Specchio di Lewis Carrol.

Lo stesso termine portmanteau è un portmanteau. Alfanumerico, è un altro esempio di questo genere di crasi tra due termini, così come lo sono Bollywood, bromance, cosplay, ma anche cyborg, email o podcast.

Il portmanteau, nello stesso periodo, diventa piuttosto popolare come uso anche per quelle che si possono definire vere e proprie ship che riguardano però persone reali e non personaggi immaginari. Un esempio è quello arcinoto di usare Brangelina per riferirsi a Brad Pitt e Angelina Jolie come coppia, e in questo caso non si tratta forse di una ship vera e propria, ma c’è da dire che all’epoca c’era parecchia gente a cui importava in modo viscerale delle sorti amorose dei due, per cui forse non è poi sbagliato definirli una ship.

Le ship di persone reali, del resto, esistono, così come esistono le RPF, real person fiction, e cioè storie scritte con al centro attori, musicisti, personaggi pubblici dello sport, dello spettacolo e anche della politica, del costume e via dicendo.

Un esempio popolarissimo di fandom di personaggi reali è quello legato alle band, soprattutto se con un target di pubblico prevalentemente giovane e femminile.

È successo in passato, con gruppi come i Backstreet Boys e gli NSync e più recentemente in maniera esplosiva con gli One Direction.

Ma le ship tra persone reali (continuo a scrivere “personaggi reali” e poi mi ricordo che si chiamano persone… persone) non sono solo nel mondo musicale né totalmente “spontanee”. A volte sono un’ esondazione delle ship dei loro personaggi, come succede nel caso in cui si finisce per scippare il cast di un film o di una serie proprio perché parte di quel cast. Esempi illustri sono stati quelli di Robert Downey Jr e Jude Law durante il periodo Sherlock Holmes o ancora Benedict Cumberbatch e Martin Freeman durante il loro periodo Sherlock Holmes, ma anche tutto il cast di Supernatural… più o meno con tutto il resto del cast, ma le ship più popolari erano senz’altro quella tra Jensen Ackles e Jared Padalecki e tra Jensen e Misha Collins, rispettivamente battezzate col portmanteau di J2 e Cockles.

La fortuna dei portmanteau vede il suo picco quando, ancora una volta, bisogna adattarsi per poter comunicare e i fandom sbarcano su tumblr.

Alla sua nascita nel 2007 tumblr non permetteva l’uso di alcuni caratteri, tra cui lo slash (per banali ragioni di codice, niente di esoterico. Era un posto caotico, tumblr e stava insieme con lo sputo. Mi manca) e per questa ragione diventò importante poter usare un termine identificativo per le ship che potesse essere usato nei post e nelle tag. Del resto le tag erano il modo di trovare contenuti pertinenti a quello che volevi e da un certo punto in poi diventò possibile seguire le tag e creare così una rete con shipper affini.

Spock e Kirk non erano popolari su tumblr quanto lo erano stati in passato (rimangono sempre, nulla può scalfire la tradizione, ma i tempi passano) e l’era dei portmanteau vede invece la nascita di una moltitudine di crasi improbabili che portano però dentro mondi interi.

Dean Winchester e l’angelo Castiel sono l’esempio più egregio, quando il termine Destiel (Dean/Castiel) diventa sinonimo di un’armata di shipper agguerrita, iper creativa, litigiosa, capace ad un certo punto di raggiungere la vetta per il maggior numero di fanfiction scritte su una singola ship sul sito aggregatore di fanfiction Archive of Our Own (AO3).

Ma naturalmente non posso non citare il portmanteau di una delle ship che erano là prima ancora che esistesse internet, una delle ship primigenie,  che proprio nel periodo d’oro di tumblr vede un risollevarsi impressionante con l’influsso dovuto alla serie BBC Sherlock: Sherlock Holmes e John Watson, altrimenti detti Johnlock.

A volte i portmanteau danno vita a nomi di ship che sono fatti apposta per ricordare a tutti che il mondo del fandom non dovrebbe mai prendersi troppo sul serio e vorrei darvene una carrellata ad esempio.:

Nel fandom di Hunger Games Peta e Katniss sono la PEENIS

Per una volta senza un doppio senso allusivo, Steve e Bucky Barnes diventano STARBUCKS

Nel fandom di Game of Thrones (ma prima ancora in quello dei libri) Il Mastino (Sandor) e Sansa diventavano SANSAN

Pepper Pots e Tony Stark sono ovviamente PEPPERONY

Ma soprattutto, Dick Grayson e Deathstroke, in casa DC diventano DICKSTROKE

Ed è  qui forse che dobbiamo fare una precisazione, prima di proseguire, perché per forza di cose il fraintendimento nasce ed è più frequente e radicato di quanto si possa pensare.

Mettiamola così: alle ship non frega niente se siete d’accordo o meno.

Forse un pelo interlocutorio come approccio, proviamo a fare un discorso più ampio.

Proviamo a porre la questione dal lato opposto: non è mica obbligatorio shippare nessuno, il fatto che io shippi non implica che se tu non lo fai io me la prenda male.
Lo shipping non è un sondaggio d’opinione.

Non si tratta di prendere una storia, dei personaggi, e dire “ecco, come appare evidente da questi fatti in esame, signor giudice, queste due persone sono chiaramente fatte per stare insieme e il fatto che non sia ancora successo nel canon è un errore che andrebbe rettificato”.

Non si tratta di convincere nessuno che una ship sia “vera” e valida, così come quando si scrive una fanfiction, non stiamo cercando di sostituire la storia originale con una nuova versione.
Lo shipping, così come la fanfiction e la fanart è un'opera transformativa.

È qualcosa che espande l’universo narrativo, va oltre, lo amplia e lo modifica, lo trasforma, appunto, ma senza per questo mettere giù i piedi come un bambino capriccioso che dice “Gnò! Adesso invece è così come dico io!”

Lo shipping è un multiverso, un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco.

Tanto è vero che lo shipping non si limita a coppie che hanno un senso. Non si limita a abbinamenti plausibili, non si ferma davanti al senso del ridicolo e non solo nel nome del portmanteau. Talvolta si va sul volutamente surreale ed è qui che ci troviamo davanti alle

Crackship

Una crackship è una ship, come ho accennato già prima, che mette insieme due personaggi che no, non hanno senso.

Il crack, nel mondo del fandom, è il regno del caos, del “perché sì”, del cringe volontario, dove si shippano oggetti inanimati con persone o animali, vecchi stregoni rincoglioniti e cappelli parlanti, personaggi di fandom diversi, copie multiple dello stesso personaggio tra di loro, le possibilità sono infinite e il delirio garantito.

Ad un certo punto nel fandom di Sherlock BBC un piccione e un cono arancione del traffico ebbero un lungo e vivace momento di celebrità, mentre tra Draco Malfoy e la sua mela non è mai finita e la Drapple è una delle gag ricorrenti del fandom tanto da essere arrivata più volte agli attori dei film ed aver dato vita a vari momenti che hanno il sapore di un’allucinazione collettiva.
In alcuni fandom si usa riferirsi alle crack ship come Cargo Ship. E, niente, lo trovo bellissimo.

Le crack ship non vengono create perché la gente voglia davvero vederle realizzate in canon. Sono forse un simbolo e un meraviglioso modo per spiegare il senso delle ship in generale.

Le crack ship esistono perché sì. Perché ad un certo punto un’idea attraversa la mente di qualcuno che condivide un universo narrativo con qualcun altro e questa idea viene passata di mano in mano e tutti ne possono fare uso, ne possono godere e riderci su, e vergognarsene o esserne orgogliosi, farne quel che si vuole.

Ed è una cosa che vale per tutte le ship, in fin dei conti. Non è qualcosa che nasce perché si aspetta che diventi canon, che prenda il sopravvento, che si avveri,

non si shippa perché si vuole aver ragione, ma perché ci piace immaginare, dire “oppure?”, chiedersi cosa succederebbe se, figurarci come sarebbe se questi personaggi avessero un tipo di relazione così invece di cosà.

A volte quello che ne esce è bello, ispirato, ti fa analizzare il linguaggio, ti insegna a leggere i media, la struttura narrativa delle cose, a vedere qualcosa in maniera critica, a creare a tua volta, a usare anche la lente della finzione narrativa per leggere la tua realtà quotidiana.
Altre volte è un piccione con un cono stradale.

Trovi tutte le puntate di Ship Happens QUA.

 

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