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Reviati ci porta nell'estate del lord di Dagerman

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“Un’estate ho remato per un lord” è l’ultimo lavoro di Davide Reviati, in cui l’autore affronta un importante scrittore novecentesco come Stig Dagerman.

“Un’estate ho remato per un lord” è l’ultimo lavoro di Davide Reviati, in cui l’autore affronta un importante scrittore novecentesco come Stig Dagerman.

L’opera viene edita come co-produzione tra Coconino Press ed Else Edizioni. Il volume è a cura di Else Edizioni ed è disponibile in due versioni: cartonato in distribuzione nelle librerie, fumetterie, su www.coconinopress.it e negli store online al prezzo di 25 euro (Coconino Press); il cartonato con una diversa copertina stampata in serigrafia in 500 copie numerate e firmate dall’autore e una serigrafia in omaggio all’interno, in distribuzione su www.elsedizioni.com al prezzo di 45 euro (Else Edizioni).

 

Reviati

 

L’opera, come ora vedremo, è di grande interesse, per l’approccio che consente di avere con questi due autori di estrema importanza e forse meno noti nel loro rispettivo ambito di quanto meriterebbero, e per la eccezionale riuscita di questo incontro.

Davide Reviati (Ravenna, 1966) è infatti un nome importante del fumetto italiano nella sua declinazione più autoriale. Dopo l’Accademia di Belle Arti, nel 1989 fonda il gruppo VACA, Vari Cervelli Associati, all’interno del quale si avvia la sua attività artistica, pubblicando sulla rivista Vaca Fujeton (1992-1995). Nel 1997 inizia a collaborare con “Blue” con storie brevi e illustrazioni, ma anche su numerose altre testate tra cui, in ambito fumettistico stretto, Linus e Animals.

 

 

Il romanzo a fumetti “Morti di sonno”, uscito per Coconino nel 2009, ottiene il Romix 2009, il Micheluzzi 2010 e numerosi altri riconoscimenti anche in Francia (2011). La mostra “Fior e Reviati: tra Distanze e Ricordi”, nell’ambito di Lucca Comics, lo affianca a un altro grande nome del fumetto italiano emerso in quegli anni, Manuele Fior, mentre la collettiva “Graphicnovel.it - le roman graphique italien o Il Fumetto Italiano. Cinquant’anni di romanzi disegnati” (2011) ne riconosce la valenza di erede di una tradizione specificamente italiana del romanzo a fumetti, che abbiamo spesso qui indagato su Nerdcore e che parte dal 1967 che vede la “Rivolta dei Racchi” di Buzzelli e “Una ballata del mare salato” di Pratt (un decennio circa prima dell’esplosione americana del “graphic novel” con “A contract with God” di Will Eisner, del 1978). Nel 2016, “Sputa tre volte” è il romanzo a fumetti di conferma di Reviati come autore, premiato a Boscarato e Micheluzzi, e in selezione ad  Angoulême 2018.

 

Stig Dagerman

 

Questo nuovo lavoro, che come diremo è sospeso tra fumetto e illustrazione, due ambiti come detto padroneggiati entrambi da Reviati, va a riprendere un racconto di Stig Dagerman (1923-1954). Scrittore svedese di idee anarchiche libertarie, si suicidò a 31 anni, ed è ritenuto tra i più tipici nomi dei Quarantisti, autori svedesi attivi nei ’40 e segnati da una visione nichilistica del reale (influenzato anche dagli orrori degli anni ’40, con la seconda guerra mondiale esito della follia nazifascista), resa con un linguaggio tendenzialmente asciutto, ma fortemente sperimentale e altamente simbolico, che torna in modo centrale anche in quest’opera. Nonostante la brevità della vita, una produzione intensa e frenetica contraddistingue il suo percorso, sia in ambito romanzesco (a partire da “Il serpente”, nel 1945) sia in quello “giornalistico”, come l’inchiesta per la testata svedese Expressen sulla Germania postbellica, che lo rende famoso al vasto pubblico.

 

 

L’opera di Dagerman è indubbiamente congeniale per l’adattamento per immagini. Difatti, da un lato vi è un ritmo narrativo asciutto, fortemente ancorato al reale a un primo livello, che si presta bene alla trasposizione per immagini. Ma queste immagini evocano però un significato simbolico chiaramente percepibile, che la resa visuale può rafforzare, ovviamente interpretando. Centrale in quest’opera è la ricerca del Lord e del narratore, che rema al suo servizio (come chiarito icasticamente dal titolo), delle “acque verdi dell’Utopia”, come spiega bene nella prestigiosa postfazione un autore del calibro di Goffredo Fofi.

“Il tema di questo racconto è l’utopia, la ricerca (ossessiva nel lord, e che lo diventerà per il ragazzo che rema per lui) dell’acqua verde che da qualche parte deve pur esserci, che è impossibile non ci sia. La verde acqua dell’armonia, della solidarietà tra gli uomini e la natura tutta, della libertà condivisa, della concordia, della pace... Basta cercarla, mai smettere di cercarla, quest’acqua, come si ostina il lord a tentare e come certamente continuerà a fare il ragazzo che rema…” spiega infatti Fofi nell'acuta postfazione.

 

Reviati

 

Le “acque verdi” sono però irraggiungibili, tutto ciò che può offrire il reale sono “acque nere come petrolio”: e quindi si intuisce che la scelta del monocromatico (cara del resto al Reviati fumettista nei suoi due romanzi principali precedenti) è perfetta per mostrare una realtà plumbea e cupa, esaltando in massimo grado il contrasto tra il nero torbido delle acque stagnanti del reale con un bianco che diviene lancinante tensione impossibile verso l’assoluto. Ottima è al proposito anche la scelta, non così consueta, del formato orizzontale, che si presta perfettamente allo sviluppo orizzontale della storia di navigazione, ampliandosi addirittura nelle tavole finali su una “quadrupla splash page” ottenuta con l’efficace espediente cartotecnico di due pagine ripiegate che il lettore deve aprire. L’alta qualità di stampa del prodotto unita all’efficacia narrativa rende particolarmente d’impatto il momento anche nella “necessità del gesto” che impone al lettore per partecipare attivamente alla lettura nello squadernare la scena finale.

Il doppio livello della narrazione – realistica, a un primo approccio, ma vibrante di profondità simbolica – rende ideale una doppia lettura: la prima per immergersi puramente nella narrazione, la seconda per riassaporarla esplorandone gli abissi di senso (e/o non-senso) in cui ci invita.

 

Reviati

 

Come detto, la storia procede per ampie tavole orizzontali, usualmente unite tra loro in una doppia splash page. Non ci sono vignette, non c’è dialogo né convenzioni segniche fumettistiche: i brevi, essenziali testi adattati dal racconto – nell’efficace prosa di Gino Tozzetti – appaiono in stampatello minuscolo con grazie, in una forma lontana dal testo tipicamente fumettistico.

Eppure, il grado di perfetta compenetrazione tra immagine e testo (che consiste nel voice over del narratore) fanno propendere per leggere quest’opera come un fumetto, più che come un libro illustrato: per quanto ufficialmente sia un caso particolarmente liminale tra i due media, e uno che invita a riflettere su quanto i loro confini siano sfumati. Probabilmente, qui il piatto della bilancia pende comunque sul fumetto per l’insistita sequenzialità: le immagini non illustrano semplicemente tanti momenti salienti della narrazione, ma ne strutturano una con una sua autonoma fluidità.

 

Reviati

 

Ma il fulcro non è questo aspetto, ma la raffinatezza della resa di Reviati, che mette perfettamente il suo segno al servizio della storia. Lo scavo sull’espressione del volti, sulla recitazione dei corpi, ma soprattutto il contrasto tra la massa debole e inquieta della barca (“verde”, come l’utopia cercata, ma su cui grava la disperante profezia dell’incipit, che è una prolessi su quanto la attende in futuro) e la potenza dirompente delle onde turbinose.

Il contrasto di campi cromatici tra il bianco e il nero, luce e tenebra, presenti nel disegno, e il verde solo evocato (nel racconto e nel fumetto) mi ricorda in modo analogico l’uso di questi piani simbolici nell’opera di Ungaretti (accomunato anche dallo scavo sulla parola, e sulla ricorrente metafora dell’acqua), in testi poetici come “Fratelli”, “C’era una volta” ed altri.

 

Reviati

 

Insomma, per fondarci ancora sul parere autorevole di Fofi: “Questa edizione di Ho remato per un lord ha trovato in Davide Reviati un illustratore d’eccezione, non solo per la maturità del segno e la suggestione delle atmosfere, il rapporto tra personaggi e ambiente, volti e mani e acqua e nuvole, ma soprattutto per l’adesione del disegnatore alla tensione dello scrittore: Reviati vi appare, più che un illustratore, come un fratello a distanza dell’autore”. E anche “Internazionale” sottolinea nella sua recensione dell’opera che «Reviati crea immagini imperdibili di rara potenza evocativa.»

Una fratellanza nella narrazione testuale e visiva, dunque, che spicca per la forte intensità del testo e del segno, ognuno dei quali diviene correlativo oggettivo dell’altro. Ogni parola è scelta con necessità e precisione, e così ogni linea del tratto materico, ogni ombra ed ogni luce abbacinante nelle immagini reviatiane. La potenza dei due autori, in perfetta sinergia, sta anche nel singolare ossimoro di un’opera che è indubbiamente disperante nel suo contenuto, ma al contempo di un perfetto piacere estetico per il lettore che accetti di tuffarsi fino in fondo nella sua dolente bellezza.

 

*

Davide Reviati

Ho remato per un Lord. Un racconto di Stig Dagerman

Editore: Coconino Press

Collana: Coconino cult

Anno edizione: 2021

In commercio dal: 10 giugno 2021

Pagine: 144 p., ill. , Brossura

EAN: 9788876185724

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