

Resident Evil: Village e Lady Dimitrescu, regina dei due mondi
Lady Dimitrescu è senza dubbio la protagonista delle ultime notizie su Resident Evil: Village, ma a cosa si ispira questa figura?
Il web è un posto dinamico, veloce. Mentre sto scrivendo, (forse) si sta attenuando la febbre del Bernie Sanders photoshoppato ovunque e forse anche le passioni e le icone sono veloci e dinamiche a nascere e morire. La “povera” Judy Alvarez (personaggio di Cyberpunk 2077) ha dovuto cedere il posto di regina videoludica ad un personaggio alquanto bizzarro, per molteplici motivi. Lady Alcina Dimitrescu.
Alta in maniera innaturale, fisico giunonico che pare uscito da un Fellini d’annata. Vestito bianco e aspetto decisamente pallido sono il suo biglietto da visita, oltre ad altre capacità decisamente letali.
Solo che lei non è un personaggio secondario, non è una side quest. Lei è la probabile villain principale del prossimo capitolo di Resident Evil, Village.
Dovrebbe (il condizionale d’obbligo perché il gioco uscirà il 7 maggio 2021) essere una specie di vampiressa, madre di altre tre vampire vestite di nero. E, sempre stando a quanto si è visto dalla demo e dai video di gameplay, dovrebbe stalkerare, seguire e incalzare il protagonista (il sempre più improbabile Ethan, già assurdo “eroe” del precedente Resident Evil 7) come da tradizione “recente” degli ultimi capitoli (come Mr X nel remake del 2, o Jack Baker nel 7).
Il problema è che l’aspetto di questo “mostro” è fin troppo “male friendly”. Come anche il suo atteggiamento. Che ha immediatamente scatenato nel pubblico maschile occidentale fior fiore di fantasie BDSM, che hanno reso la Dimitrescu nuova regina dominatrice del maschio schiavetto etc. etc.
Dicevo occidentale perché in terra nipponica è tutta un’altra storia. Alla base del personaggio di Lady Dimitrescu c’è una ancora poco nota in occidente creepypasta (per chi non lo sapesse, le storie a carattere horror nate principalmente su internet, ma che come stile e referenze si rifanno molto alle leggende metropolitane e ai racconti del falò).
La Hachishakusama (letteralmente “donna alta 8 piedi”) è una Yokai (spettro giapponese tipicamente malvagio) dall’aspetto di donna matura alta dai 3 ai 4 metri. E’ vestita di bianco (che in oriente simboleggia la morte) e indossa un grande cappello di paglia che le nasconde il volto. Il suo scopo è rapire bambini per non meglio precisati scopi, e una volta che ne adocchia uno l’unica salvezza e fuggire dal Giappone.
La sua storia è apparsa intorno al 2008 in vari siti, ovviamente spacciata per vera. Un buon resoconto lo si trova qua.
Ma anche nelle sue origini nipponiche, la “povera” Hachi non ha fatto in tempo a terrorizzare che è diventata una icona per tutto un genere di parodie erotiche tipicamente giapponesi, quelle degli shotacon e delle zie procaci. Tutto, nel trailer, è pensato per portarci da quella parte, le inquadrature dal basso, il tono pacato della donna, il fatto che sia perfettamente in grado di sollevare il protagonista senza sforzo, il sorriso inquietante ma quasi familiare.
Oriente ed occidente uniti ma diversi nei riguardi di una figura femminile travisata? Dipende, dubito alla Capcom non abbiano tenuto conto di tutto questo nel creare il personaggio e se lo hanno fatto sono veramente degli spiriti candidi. Ma tant’è, Resident Evil ha sempre saputo sopravvivere, come i suoi protagonisti (i buoni almeno) reinventandosi e, a quanto pare, anche giocando su sottotesti e metafore sempre nuove. In fondo anche Mr. X che insegue Claire, a giudicare alcuni video su YouTube, scatena alcune fantasie, siamo pur sempre su internet, regno della Rule 34.
Lascio a gente più esperta di me eventuali analisi sulla figura della dominatrice, della gigantessa e della zia procace nell’immaginario del gamer maschio, sempre intrappolato in fantasia che rimbalzano tra la potenza e l'infantilismo, tra chad e incel. Certo potrebbe essere un po’ svilente come si cerchi di sessualizzare sempre figure femminili che (almeno in teoria) non nascono per quello, fin dai tempi di Regan ne L’escorcista. Più che altro perché potrebbe portare ad una seria crisi del genere horror, almeno quello videoludico, che negli ultimi anni sembra intrappolato tra titoli che puntano tutto su jumpscare ed effettacci.
Ma intanto aspettiamo e appena possibile giochiamo Resident Evil Village.
Per capire meglio il fenomeno, vi rimando alla pagina a lei dedicata.