STAI LEGGENDO : L’inevitabile recensione di Star Wars: Episodio VII — Il risveglio della Forza

L’inevitabile recensione di Star Wars: Episodio VII — Il risveglio della Forza

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Come diavolo fai a condensare in poche righe anni di attesa, aspettative, ipotesi, dubbi e terrificante hype? Sono entrato in sala nervoso, seriamente nervoso. E se poi non mi piace? E se poi è un buon film ma sono io quello ormai fuori tempo massimo?

Finito il film non sapevo bene cosa fare: faccio un video? Scrivo un pezzo? Scrivo un video? Mi filmo mentre scrivo? Tutto quello che pensavo su Il Risveglio della Forza se ne stava là, compresso tra cuore e cervello senza sapere bene da che parte uscire.

Come diavolo fai a condensare in poche righe anni di attesa, aspettative, ipotesi, dubbi e terrificante hype? Sono entrato in sala nervoso, seriamente nervoso. E se poi non mi piace? E se poi è un buon film ma sono io quello ormai fuori tempo massimo?

Per farla breve e accontentare chi non legge tanto: sì, Il Risveglio della Forza è un film in grado di far venire i lucciconi agli occhi, ha una fotografia incredibile e i nuovi arrivati si inseriscono nel filone principale senza troppi intoppi. Recati con passo sicuro al cinema, caro appassionato.

Detto questo è giusto anche dire una cosa: è un film che si ama o si odia. Lo so che solo i sith parlano per assoluti, ma è così.

Prendiamo come esempio All Along the Watchtower e Personal Jesus. Sono due pezzi estremamente conosciuti e che tantissimi cantanti hanno interpretato a modo loro, senza cambiarne il testo. Ecco, magari adori l’originale di Personal Jesus ma ti fa schifo la versione di Marylin Manson, magari apprezzi All Along the Watchtower di Dylan, ma tutto sommato preferisci le versioni di Hendrix o quella di Bear McReary per Battlestar Galactica. Sono arrangiamenti della madonna che però non propongono musica nuova, ti ricordano in maniera differente qualcosa che sai già.

Con Episodio VII funziona allo stesso modo, perché è fondamentalmente una cover del primo, è la sua versione riveduta e corretta che passa tutto il tempo a dirti “Ti ricordi quella scena? Eccola citata, ti ricordi la sensazione della Cantina? Te la ripropongo, hai presente le ambientazioni dei tre film? Te le metto tutte assieme, così non si sbaglia”.

Ecco, se c’è una cosa che è mancata a JJ è stato il coraggio di portarci su mondi nuovi, è un prodotto (sì, prodotto, una favolosa operazione marketing) pensato come puro fan service che non osa, non guida guardando l’orizzonte, ma segue una mappa ben precisa. Ha alcune trovate interessanti e un paio di capovolgimenti di ruoli ben fatti, ma è un film scritto con il blaster alla tempia da un fanboy. Credo che non sia tutta colpa sua, la ferita dei primi tre film brucia ancora, ci voleva una buona base su cui lanciare i due film successivi e gli spin-off e sotto questo punto di vista siamo di fronte al film perfetto per lo scopo prefissato. Alla fine del film vuoi senza dubbio saperne di più, perché ti sei reso conto che ciò che hai appena visto è solo l’antipasto di un discorso molto più ampio, esattamente la stessa sensazione che ti lascia Una Nuova Speranza.

Se proprio vogliamo trovare un punto di distacco tra cover e originale, Il Risveglio della Forza è decisamente più cupo, aleggia su tutto un’aria di fallimento, soprattutto dei più vecchi, che non hanno saputo guidare i più giovani e che vedono ripetersi gli stessi errori. Immaginate di vincere due Guerre Mondiali e ritrovarvi poi a vedere sfilare Forza Nuova, qualcosa di simile.

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Il “giovane senza guida” è senza dubbio un altro tema molto forte, e molto young adult, pensato per un pubblico di ragazzi figli di una generazione che li ha cresciuti male. Prima avevamo i maestri, buoni o cattivi che fossero, adesso abbiamo gente abbandonata sui pianeti, corsi per diventare jedi che falliscono miseramente e fanboy che si cambiano la voce apposta.

Io personalmente l’ho amato dal primo all’ultimo secondo, pur avendone scorto i difetti e alcuni salti logici fin troppo facili. Avete presente quando qualcuno atterra su un pianeta e per puro caso si trova esattamente dove dovrebbe essere? Ci siamo capiti.

Un punto su cui difficilmente si può obiettare è la bellezza della fotografia. L’inquadratura ogni tanto si apre su scenari che sembrano fatti apposta per diventare lo sfondo del vostro desktop e in parte già lo sono. Merito di tutto ciò è anche di un comparto di effetti speciali che, come in Fury Road, non abusa della CGI, ma sfrutta costumi e animatroni per un effetto “reale” che un po’ si era perso.

Ottimo anche il casting, anche se il personaggio di Kylo Ren poteva essere gestito meglio. Il confronto con Vader è ovviamente impari, ne scopriamo fin troppo presto il lato umano, che inevitabilmente ce lo fa scadere come “villain”. A voler essere onesti, il comparto dei cattivi ne esce con le ossa rotte, soprattutto Phasma, praticamente inutile.

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Tutti i buoni sono invece in estrema sintonia con un Han Solo che si prende sulle spalle gran parte del film, lavando via da Harrison Ford l’onta del quarto capitolo di Indiana Jones. Senza dubbio è un film molto femminile, non ai livelli di Furiosa, ma poco sotto, pensato per una nuova generazione di spettatori (e soprattutto per una critica che non avrebbe gradito un cast bianco e mascolino).

Nonostante il mio amore e la mia voglia di rivederlo mille volte, capisco benissimo chi lo sta criticando e persino odiando. Al mondo esistono due tipi di nerd, anzi, due tipi di persone: quelli che vogliono sempre qualcosa di nuovo, che sfidi i loro gusti, che osi, rischiando anche di far schifo e chi cerca un prodotto che gli faccia i grattini sulla testa, questo film appartiene senza ombra di dubbio alla seconda categoria.

Quindi, o fate le fusa o tirate fuori gli artigli.

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