

La crescita di Yuji Itadori è un esempio da seguire per tutti i protagonisti shōnen
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Yuji Itadori; AnimePur partendo come un archetipo già visto, nel corso di un breve arco di tempo Yuji Itadori matura e insegna a tutti una grande lezione.
Jujutsu Kaisen è stato sicuramente la più importante fra le nuove uscite del mercato anime della prima metà del 2021. Lo studio Mappa ha preso il racconto del giovane Gege Akutami e con un incredibile lavoro di produzione ci ha donato non il miglior Shonen di sempre, ma uno Shonen perfetto. Pochi personaggi importanti ma tutti con un buon sviluppo, ottimi disegni ma soprattutto, dei combattimenti strabilianti che sono già parte dell’immaginario collettivo degli anime.
Ma questo articolo non vuole parlare di Jujutsu Kaisen, bensì il focus è sul suo protagonista: Yuji Itadori.
Attenzione: l’articolo contiene pesanti spoiler su tutto l’anime
Se pensiamo alle diverse generazioni di manga e anime di successo, vediamo come questi hanno in comune dei protagonisti dalla personalità decisamente simile.
Il più popolare (e vecchio) esempio è quello di Goku, che non ha bisogno di alcuna presentazione. Goku è un ragazzo buono, che tiene ai suoi amici più di ogni altra cosa e con tanta voglia di combattere e di mettersi in gioco. Il guerriero Saiyan non è un genio in nessun ambito e anzi è perfino stupido in parecchie occasioni, ma quando si tratta di combattere, Goku diventa un genio che studia alla perfezione il suo nemico per arrivare a sconfiggerlo. Questo ‘’archetipo’’ di personaggio, in seguito alla popolarità di Dragon Ball, è diventato quasi uno standard per i manga shonen, soprattutto quelli incentrati sui combattimenti.
Possiamo vedere come i protagonisti di opere uscite anni dopo mantengano questi stessi tratti. Luffy, Naruto, Natsu, Toriko e per finire Yuji Itadori.
O almeno questo discorso vale per Yuji nella prima parte dell’anime.
Yuji è un ragazzo buono e sempre allegro, incredibilmente abile negli sport, ma carente dal punto intellettivo. La sua vita cambia dal momento in cui il nonno, suo unico parente conosciuto, sul letto di morte chiede a Yuji di proteggere chiunque, così da vivere una vita felice e morire circondato da amici, al contrario suo che muore in un letto d’ospedale.
Itadori non si deprime alla morte del nonno, poiché egli stesso ammette di non aver mai subito un lutto, e che quindi non sa neanche come reagire di fronte a tale dolore.
Sfortunatamente per il nostro protagonista, la perdita del suo caro nonnino non è la cosa peggiore che gli accade quel giorno.
La sera stessa infatti, una Maledizione si manifesta nella sua scuola e inizia ad attaccare due suoi amici.
In una situazione di vita o morte, Itadori sceglie di mangiare il dito di Ryomen Sukuna, il Re delle Maledizione nella speranza di proteggere i suoi amici, imbracciando quindi le ultime parole di suo nonno come vocazione.
Da quel giorno la quotidianità del protagonista non sarà più la stessa, poiché egli si pone lo scopo di mettere fine alle Maledizioni nel mondo, nella speranza di aiutare più persone possibile.
All’inizio di Jujutsu Kaisen Yuji è un protagonista decisamente generico, con la voglia di proteggere tutti ma dotato di un’immensa forza e di un potere speciale.
E infatti per tutta la prima parte dell’anime Yuji persegue questo ideale, ricordando in ogni momento le parole del nonno. Tuttavia questo riscontra delle difficoltà nel momento in cui si trova a combattere contro degli esseri umani ora trasformate in Maledizioni. Qui Itadori si dimostra reclutante di uccidere tali creature per quanto ormai diventate mostri. Yuji non può scendere a compromessi e non riesce proprio a dare il colpo di grazia a queste oscenità irrecuperabili, preferendo evitare di mettere fine alla loro esistenza.
Ad un certo punto, per ordine dei piani alti, Itadori deve seguire un ragazzo di nome Junpei che apparentemente è in stretto contatto con una potente maledizione. In tempo record, il protagonista riesce subito a stringere amicizia con il bersaglio che doveva seguire, arrivando persino a cenare insieme la sera stessa insieme alla madre del nuovo amico.
Appena Yuji va via, la maledizione decide di togliere la vita alla madre di Junpei, trasformando quest’ultimo in una scheggia impazzita che il giorno dopo si reca a scuola creando il caos più totale.
Itadori si reca subito sul posto con l’obbiettivo di fermare Junpei e farlo rinsavire, con le buone o con le cattive.
Dopo qualche bel discorso e qualche pugno, il nuovo amico di Yuji sta cominciando a ragionare, e proprio, la stessa Maledizione che ha ucciso sua madre, lo uccide, di fronte agli occhi di Yuji Itadori.
‘’Le prossime parole che sto per pronunciare vengono così dal profondo che fanno sembrare ogni cosa che io abbia mai detto in vita mia una bugia. IO TI UCCIDO!’’
Queste le prime parole che escono dalla bocca di Yuji dopo la morte dell’amico. Parole piene di rabbia e odio che adesso muovono le sue mani diversamente. I pugni di Itadori ora non colpiscono per vincere, no, colpiscono per uccidere.
Dopo lo scontro fra i due il protagonista non si dispera per il secondo lutto che affronta nella sua vita, ma matura, e capisce che per proteggere tutti lui deve diventare il più forte, anche scendendo a compromessi.
Per il genere Shonen, non è una novità che un protagonista veda un suo amico morire proprio davanti ai suoi occhi, e questo di solito scatena una trasformazione del personaggio principale.
Non è il caso di Jujutsu Kaisen dove Yuji, seppur intenzionato a uccidere, resta se stesso, sia durante lo scontro che dopo. Itadori infatti non si deprime per la morte dell’amico ne perde giorni interi a piangerlo, poiché i due si erano conosciuti appena, ma questo episodio fa maturare il giovane protagonista, rendendo quella vocazione impartitagli dal nonno sua.
Questo sviluppo si consacra definitivamente nell’ultimo episodio della serie, dove il protagonista affronta due fratelli trasformati in maledizioni. Nel momento in cui uno di questi muore, il secondo scappa piangendo e qui Yuji, pur dicendo – ‘’Mi dispiace’’- mette fine all’esistenza della creatura senza esitare.
Yuji Itadori parte come il solito protagonista buonista tipico del genere, ma in poco tempo questo cresce e diventa un protagonista non originalissimo ma molto godibile.
A rendere questo ottimo sviluppo tale è la tempistica con cui questo avviene.
I protagonisti dei manga, così come anche le persone, crescono in seguito ai momenti difficili, poiché sono questi ultimi che temprano l’animo.
Il problema che affligge la maggior parte del genere Shonen è la tempistica con cui avvengono queste crescite. Personaggi come Luffy o Midoriya crescono molto lentamente e questo rende la narrazione statica e di conseguenza nasce uno spartiacque fra chi apprezza il personaggio principale e chi lo odia.
A Yuji Itadori sono bastate solamente 13 puntate per ottenere un’identità tutta sua che non genera altro che ottime aspettative per il futuro dell’opera e del suo protagonista.
Del resto Gege Akutami è un ragazzo cresciuto con gli stessi personaggi con cui è cresciuta la nostra generazione, da cui ha tratto ispirazione per la sua (fatto molto evidente nei primi momenti). E quindi possibile dire che lo scrittore ha preso dai migliori, analizzando i difetti dei grandi nella speranza di rendere il suo Jujutsu Kaisen qualcosa di indimenticabile.