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Intervista a Mario Cortese, CEO di DungeonDice e GateOnGames

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Abbiamo intervistato Mario Cortese, uno dei nomi più importanti in Italia nel mondo dei giochi da tavolo, nonché CEO di DungeonDice.

Da 9 anni è CEO di DungeonDice, uno degli e-commerce più importanti del settore. Mario è anche alla guida della casa editrice GateOnGames che ha esordito nel 2015 con il suo primo gioco: 3 Kings. È arrivato il momento di conoscere Mario Cortese, uno dei nomi più importanti in Italia nel mondo dei giochi da tavolo.

N3rdcore: Mario, partiamo da te come giocatore: come ti sei appassionato ai giochi da tavolo, quando è nata questa passione e qual è stato il tuo primo amore?

Mario: Ciao a tutti e grazie per questa opportunità! La passione dei giochi da tavolo mi è stata “imposta” dalla mia zia materna che a Natale e compleanno mi regalava sempre giochi da tavolo. I miei primi due amori sono stati Inkognito e Dragon.

[Il primo amore non si scorda mai]

N3rdcore: Che tipo di giocatore sei? “Duro e puro” o “mi basta tirare i dadi”?

Mario: Sono diventato col tempo un giocatore eclettico. Mi piace giocare a qualunque cosa, ma prediligo i giochi con forte componente tematica, specialmente ad ambientazione sci-fi o horror.

N3rdcore: Gioco preferito e perché.

Mario: Il re di tutti i giochi, Twilight Imperium. Perché? Perché non è un gioco: è IL gioco. Qualunque meccanica, qualunque dinamica, qualunque cosa ti piaccia in un boardgame, è lì dentro. E come diceva Pieraccioni nei Laureati: “tutto il resto, fa volume”.

N3rdcore: Sei nato come venditore, poi distributore e alla fine editore. Imprenditore a tutto tondo. Dovendo scegliere, in quale ruolo ti senti più a tuo agio?

Mario: Nel ruolo dell'imprenditore. L'ho sempre avuto nel sangue. Anche se ho iniziato a lavorare come dipendente durante gli studi all'università e lo sono stato per quasi 10 anni, l'imprenditoria è sempre stato il mio obiettivo. In realtà la mia vocazione sono i “digital biz”, l'e-commerce è stata una declinazione circostanziale e, in parte, imprevista. Avevo avviato l'azienda per consulenze informatiche e come agenzia di servizi digitali. Poi l'idea di DungeonDice.it ed eccoci qui. Ma oggi per me essere imprenditore equivale a respirare. Non riesco ad immaginarmi in nessun'altra occupazione se non questa.

[Quando arriva l'ordine di un collezionista]

N3rdcore: Ho trovato molto interessante la tua posizione rispetto alla famosa questione negozio fisico / e-commerce. Spiegaci perché i negozi sono ancora importanti e perché, pur avendo un e-commerce di successo, hai deciso di aprire un negozio fisico.

Mario: Vedi spesso si mettono le due attività in competizione e sullo stesso piano. Sono profondamente convinto che si tratti di un bias instillato dalle dinamiche prodotte da Amazon nei settori dell'elettronica e dell'editoria libraria. Ma spesso si dimentica che Amazon è due cose: un marketplace e una loss-leading company, ovvero un'azienda che fa del commercio un'attività “parzialmente in perdita” con lo scopo di fidelizzare i clienti su una serie di servizi a valore aggiunto infinitamente più elevati e con un LTF (life-time value) infinitamente più lungo del normale commercio elettronico. Ma gli e-commerce tradizionali, ovvero siti web come DungeonDice.it condividono moltissimo l'esperienza professionale del negozio fisico, non sono loss leader, hanno costi elevati, una concorrenza spietata nazionale e fanno focus su una clientela molto diversa da quella che bazzica abitualmente i negozi. Io credo che i negozi infatti siano la “prima linea” di questo settore. A loro l'onere di creare e coltivare i nuovi giocatori. Nel futuro assisteremo ad una “rivoluzione” tecnica dei punti vendita, che dovranno adeguarsi ai nuovi standard digitali e diventare luoghi esperienzali di creazione clienti e noi aziende di distribuzione e produzione dovremo remunerare adeguatamente questo lavoro. Quello che voglio far comprendere è che il negoziante fisico non è più nel business della vendita dei giochi, ma è nel business della creazione della clientela. Prima questo concetto viene appreso e compreso, prima possono mettere in atto un'enorme quantità di strumenti per rispondere all'attuale crisi del retail. Ne sono convinto e metterò in campo iniziative, anche gratuite, in questa direzione.

[5 Minute Chase o Imagine?]

N3rdcore: DungeonDice.it è molto presente in rete con diverse iniziative che ti vedono coinvolto in prima persona. Come è nata l’idea di questi format e soprattutto cosa vuoi comunicare?

Mario: Penso che il ruolo dell'imprenditore digitale sia in primis quello del comunicatore. Non c'è impresa senza comunicazione e quindi sì, ho avviato questo progetto, il DungeonCast, in cui mi sono messo in gioco in prima persona. Non perché non abbia di meglio da fare, te lo assicuro. Ma prima di chiedere ai miei collaboratori di lavorare al progetto ho bisogno di comprendere e studiare il percorso, capire le potenzialità e il pubblico. Ci vorrà ancora un po'. Lo scopo però è sempre quello: comunicare, far capire cose che spesso si danno per scontate e altrettanto spesso si trasformano in bias capaci di condizionare le esperienze sia dei consumatori che dei negozi. Credo sia una missione importante. Vedremo se il futuro mi darà ragione o solo bastonate! 😀

N3rdcore: Il mercato del gioco da tavolo, fatta eccezione per il momento storico che stiamo vivendo, è molto vivo e sforna centinaia di titoli all’anno. Cosa ci dobbiamo aspettare dalle future uscite come giocatori? C’è spazio per innovare?

Mario: L'innovazione è giornaliera, solo che a volte riguarda piccoli aspetti che passano inosservati. Hai presente quando da piccoli incontravi qualche parente lontano o un amico dei tuoi genitori che ti diceva: “WOW, come sei cresciuto!!!”. La situazione nel gioco da tavolo è la stessa: per noi che lo guardiamo da vicino l'innovazione è quasi invisibile ma prova a pensare che solo 5/6 anni fa, giochi con centinaia di miniature a meno di 100€ erano semplicemente impensabili, così come la nascita e la creazione di community di playtest digitale, di sviluppo e molto altro. Ci stiamo evolvendo in tantissime direzioni, tranne quella comunicativa. A me sta molto a caro questo aspetto e noto molta superficialità.

N3rdcore: Parliamo del tuo lavoro da editore. Avete un catalogo molto ampio con titoli per tutti i gusti.  Come vengono scelti i giochi di GateOnGames?

Mario: Li sceglie principalmente Giacomo, il mio braccio destro da più di 5 anni. Lui è la persona che sta sul catalogo h24, buyer e quindi selezionatore. La persona senz'altro più competente nel mio staff in termini di qualità dei giochi. La prima selezione la fa lui, dopodiché se lui è convinto che possa essere un buon prodotto intervengo io per la parte finanziaria ed economica ed eventualmente chiudiamo l'accordo.

N3rdcore: Mario! Ho una grande idea per un gioco da tavolo stupendo! Cosa devo fare? Mi potete aiutare nella realizzazione?

Mario: NO! 🙂 Però puoi sempre guardare il video che ho fatto al riguardo. Vedi perché ci tengo ad avere un canale Youtube? 🙂

N3rdcore: C’è un aspetto di cui forse si parla poco: i materiali. Come vengono scelti i materiali per un gioco da tavolo? Esempio: Goryo, che è uno dei miei titoli preferiti al momento, ha una componentistica che alza di molto la percezione che il giocatore ha del titolo. Sbaglio?

Mario: Fa parte dei processi innovativi. Non si innova solo meccanica e dinamica, ma anche tutta la parte di “production management”. Si hanno più contatti con le industrie, si studiano nuovi materiali, nuove combinazioni di carta e cartone, nuovi equilibri economici all'interno dei componenti della confezione e si ampliano le tirature con partner internazionali in modo da bilanciare le economie di scala. Così si ha un prodotto come Goryo che a soli 25€, ti dà 1,1kg di materiale di gioco di qualità eccellente. Anche l'occhio (e la mano) vuole la sua parte.

N3rdcore: Andiamo a fondo. Parlando sempre di Goryo, come vi siete mossi per l’artwork? Come scegliete gli illustratori dei vostri giochi?

Mario: Cerchiamo di lavorare con illustratori che oltre ad avere un'ottima mano, hanno già esperienza lavorativa con aziende editoriali. Purtroppo molti illustratori hanno molta creatività ma i piedi poco per terra e sono un disastro con scadenze, tempistiche e soprattutto hanno poco spirito di teamworking. Un conto è disegnare da soli di fronte alla propria tavoletta, un conto è piegare la propria arte al servizio di un'azienda che ti commissiona un progetto specifico in un tempo specifico. Per questo spesso gli illustratori sono sempre gli stessi, perché sono quelli che hanno saputo maggiormente professionalizzarsi. Credo che in questo senso le scuole d'arte, di fumetto e di disegno dovrebbero avere maggiori contatti con le aziende e creare workshop e simulazioni lavorative vere e proprie. Escono talenti che non sanno gestirsi e questo è uno spreco enorme.

[Goryo, in tutto il suo splendore]

N3rdcore: Quale altre figure professionali gravitano intorno alla creazione di un gioco da tavolo?

Mario: Lo trovi sempre in quel video! Scherzi a parte, tantissime. Autore, illustratore, colorista, grafico, editor di testi, scrittore per le parti narrative, traduttori di varie lingue, playtester, sviluppatori, matematici, poi tutta la parte industriale e logistica, la parte economico-finanziaria, fino alla parte commerciale e promozionale. Siamo a tutti gli effetti un'industria, non ricchissima economicamente, ma ricca di personalità e professionalità incredibili.

N3rdcore: Da editore. Un gioco di cui sei particolarmente fiero e un gioco che invidi alla concorrenza.

Mario: Il gioco di cui sono più fiero è senza dubbio Goryo. Questo gioco rappresenta il nostro ritorno alla produzione dopo quasi 2 anni e mezzo di stop, in cui ci siamo dedicati solo allo studio e alle localizzazioni. Ed è stato un ritorno col botto: più di 3500 copie vendute in meno di un anno e non si arresta. Stiamo già pianificando edizioni in altre lingue. Sul fronte delle localizzazioni sono strafiero di aver portato in Italia due classici senza tempo: Glen More II e Mississippi Queen, che restano due gioielli incredibili che dovrebbero essere presenti in ogni collezione di ogni appassionato (sì, sono di parte, ma è vero!). Il gioco che invidio alla concorrenza (relativamente) è Escape Room di Cranio Creations: l'escape room definitiva.

N3rdcore: Grazie mille Mario della disponibilità. Adesso però è arrivato il momento delle richieste impossibili a cui solo un esperto del settore può rispondere. Sei pronto?

Mario: Sono carico a pallettoni, tipica espressione del cacciatore di cinghialozzo maremmano!

N3rdcore: Sono un grande appassionato di Curling. C’è un gioco per me?
Mario: Sì, Compact Curling, portato in Italia da Oliphante. Tra l'altro, una figata.
N3rdcore: Amo le guerre napoleoniche. Che mi consigli?
Mario: Commands & Colors: Napoleonics.
N3rdcore: Scommetto che non esiste un gioco sul Foliage!
Mario: Indian Summer!
N3rdcore: Vivo la vita un quarto di miglio alla volta.
Mario: U-Boot e passa la paura della misurazione in miglia marine!
N3rdcore: Star Wars, ma solo la trilogia originale mi raccomando.
Mario: Sono d'accordo!
N3rdcore: Monopoly?
Mario: Per fortuna è esistito, per fortuna continua ad esistere. Fa più bene il monopoly del gatekeeping, ve lo assicuro.

Come mai non abbiamo parlato con Mario di Covid-19? Semplice, perché ne parla ampliamente in questo video.

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