

Incanto, manuale per nerd e scienziati fantastici
Fantasia e scienza, un matrimonio improbabile? Forse no, soprattutto per un libro che cerca di mescolare questi due mondi così lontani, ma neppure troppo
In Italia abbiamo ottimi divulgatori scientifici, basta accendere la televisione e sintonizzarsi sul canale giusto per renderci conto del servizio offerto, i più curiosi possono optare per magazine e riviste dedicate o tuffarsi nel cyberspazio pieno di articoli e portali specializzati.
Ci sono, inoltre, numerosi spunti per analizzare la letteratura fantastica, il mondo nerd e geek, la cultura pop e tutto il patrimonio del mondo videoludico/mass-mediatico. Ma, bisogna dirlo, è difficile ibridare queste due nature (divulgazione scientifica professionale e mondi fantastici) apparentemente inconciliabili; invece arriva Michele Bellone, giornalista scientifico e nerd incallito, e ti sforna “Icanto, Storie di draghi, stregoni e scienziati” forgiando una figata che sembrava impossibile da realizzare.
Incan
Incanto è un saggio denso e allo stesso tempo scorrevole, accattivante, ironico e veramente interessante dedicato al connubio tra il mondo del fantasy (in tutte le sue sfumature) e quello più pragmatico delle scienze.
“Il lich divenne in fretta uno dei non-morti più popolari del fantasy, tanto che anche il Voldemort di Harry Potter - che ha diviso la sua anima in oggetti chiamati Horcrux – rientra in questa categoria. Una fama che ha raggiunto anche le stelle: nel 2015, l'Unione Astronomica Internazionale decise di coinvolgere il pubblico nella scelta dei nomi da attribuire a venti sistemi planetari scoperti prima del 2008. Uno di questi sistemi è composto dalla stella PSR 1257+12 e dai pianeti PSR 1257+12a, PSR 1257+12b e PSR 1257+12c. Il nuovo nome della stella, proposto dal Planetarium Südtirol italiano, è proprio Lich, mentre i tre pianeti sono stati chiamati Draugr (non morto della mitologia norrena- SKYRIM! -esclamazione mia), Poltergeist (il classico fantasma che sposta gli oggetti e fa rumori fastidiosi) e Phobetor (divinità degli incubi della mitologia greca).
Nel corso del tempo la figura del negromante fantasy si è evoluta, in alcuni casi perdendo la sua connotazione esclusivamente negativa – come il Dead Man che aiuta il detective protagonista della serie fantasy noir Garrett P.I. Di Glen Cook (LO AMO, sempre io che urlo da dietro lo schermo); i Baelnorn, elfi non morti che in Dungeons & Dragons proteggono i loro clan; o i membri del Dipartimento Comunicazione Post-Mortem del Mondo Disco (ma, mi raccomando, non chiamateli negromanti) – e includendo anche elementi scientifici. Dopo tutto, la negromanzia è una disciplina basata su complesse formule che si apprendono studiando antichi libri, il più celebre dei quali è senza dubbio il Necronomicon inventato da Lovecraft” Incanto, pp. 88-89
Questo è soltanto uno degli esempi che l'autore ci presenta per sottolineare il sodalizio tra mondo immaginario e “reale”.
“Incanto” è un volume irrinunciabile, non lo dico perché ho amato il libro di Bellone, ma perché è rivolto a un bacino di fruitori sterminato. Che amiate il fantasy, la fantascienza, le acrobazie biologico-naturali del nostro mondo e di quello nato dai videogiochi o dalla mente degli scrittori, che siate dei puristi della scienza o semplici appassionati della cultura geek il testo troverà il modo di catturarvi, e catapultare la vostra mente ( e anche il cuore, fidatevi) in un magma saggistico, così stimolante da sembrare una vivace e istruttiva chiacchierata davanti a una birra in una taverna di qualche other world fantastico.
La forza di “Incanto” risiede nella sua forza divulgatrice scevra da pretese intellettualoidi e polemiste, non ha l'obiettivo di dimostrare la validità di certe teorie scientifiche in un determinato contesto fittizio o postulare la possibilità “fantastica” di un certo evento sovrannaturale all'interno del nostro mondo; bensì Bellone intende creare un ponte tra il mondi fantastici e quelli scientifici, che in Italia sono sempre rimasti separati.
Una cesura, quella tra fantasia e pragmatismo scientifico/accademico, che si è sempre accentuata portando il fantastico ad essere snobbato e ampiamente criticato dai circoli universitari e (pseudo) sofisticati. Si, purtroppo dobbiamo resuscitare la vecchia chimera di come il fantasy sia (per i critici, intendiamoci) una mera evasione della realtà! Escapismo salvifico dell'uomo che schiacciato dallo stress e dal dolore quotidiano si rifugia in un contesto fittizio... ma quando mai! Grazie a questo libro scopriamo proprio come realtà e fantasia siano soltanto degli strumenti per spiegare il nostro mondo, la nostra interiorità e tutto quello che ci circonda.
Inoltre, non è proprio Licia Troisi a dimostrare come scienza e fantasia siano colori diversi per dipingere il nostro bisogno di conoscenza? L'autrice delle Cronache del Mondo Emerso è anche una validissima ricercatrice in Astrofisica e forse proprio l'amore per le stelle e il cosmo l'ha spinta a creare un altro tipo di universo all'interno dei suoi libri. Potrei anche lasciare la parola a lei:
“Ho sempre pensato che la separazione tra cultura umanistica e scientifica, tra fantasia e scienza, abbia nuocioto molto a questo paese e alla nostra società, e continui a farlo. Per questo sono stata contenta quando Michele Bellone mi ha chiamata e intervistata per questo libro – sì, troverete anche me e le mie storie fare capolino qua e là tra le pagine. E più ancora sono stata contenta quando ne ho potuto leggere le bozze in anteprima, immergendomi in un testo appassionante e divertente che finalmente spiegava con grande chiarezza e sovrabbondanza di esempi perché fossi un'astrofisica e una scrittrice fantasy.
Tra queste pagine troverete la risposta a quella fatidica domanda, alla mano che si alza a ogni mia presentazione: non c'è nessuna contraddizione, la fantasia non è sempre fuga dalla realtà e la scienza non è l'arido regno di una logica priva di immaginazione. E troverete anche citati miliardi di libri fantasy da leggere, giochi di ruolo da provare, videogiochi a cui appassionarvi.
É un atto di resistenza, questo libro. A un mondo che ci vuole monocordi e chiusi in una visione della realtà asfittica. A chi non ha abbastanza fantasia per capire che il nostro è un mondo in cui immaginazione e scienza non possono che andare a braccetto” (APPLAUSI PER LICIA).
Incanto, p.13, prefazione di Licia Troisi
Come ha sottolineato la mamma della mezz'elfa Nihal in questo saggio c'è fin troppo da scoprire e imparare, miliardi di consigli di lettura, riferimenti a film, canzoni, videogiochi e molto altro. Perfino un irriverente apparato di note che spiegano e intrattengono noi lettori, per non parlare delle evocative originalissime illustrazioni che fanno capolino spesso tra le pagine di Elisa Seitzinger.
Ora diciamoci la verità, come ha sottolineato in un altro articolo Mauro Longo (aka un grandissimo scrittore e ideatore di librogame, lo trovate su Caponata Meccanica), è facile stilare i parallelismi tra scienza e science-fiction, ma con la magia è tutta un'altra zolfa, no? Beh Bellone gioca bene le sue carte e dimostra tranquillamente che i sistemi magici dei mondi fantastici non sono semplici anti-scienze ma sono regolati da alcune codificazioni logiche. E qui tocca per forza parlare di Sanderson no? Sempre cosa buona e giusta parlare di Brandon Sanderson.
L'autore americano Brandon Sanderson (il mio preferito, oh sì) è famoso per una sua teorizzazione dell'uso della magia all'interno dei suoi romanzi, siccome sono pigro e anche voi lo siete per cercarlo online vi copio incollo wikipedia, non prendetelo come un atto di poca serietà, semplicemente lì il tutto è spiegato dannatamente bene! Ecco le tre leggi di Sanderson sul sistema magico:
Le tre leggi di Sanderson sono direttive generali che Brandon Sanderson, autore di heroic fantasy, ha formulato come punto di riferimento per gli autori di narrativa di genere, in tema di costruzione di un universo immaginario. Benché in origine siano state formulate come regole per definire l'ambito d'azione della magia nei romanzi fantasy, Sanderson ha chiarito che le sue leggi sono applicabili non solo al fantasy, ma anche alla fantascienza.
Prima legge di Sanderson
«La capacità dell'autore di risolvere in modo soddisfacente i conflitti fra personaggi tramite la magia è direttamente proporzionale al modo in cui il lettore è messo in grado di comprendere il funzionamento della suddetta magia nel contesto della narrazione.»
Questa legge fu enunciata per la prima volta nell'articolo di Brandon intitolato Sanderson's First Law rinvenibile sul suo sito internet Nell'articolo in questione, egli identifica gli estremi fra le possibilità consentite dalla prima legge nel modo che segue:
Hard Magic
La magia/tecnologia ha regole ben definite che il pubblico comprende. la sua funzionalità a risolvere il conflitto è perciò tanto più grande quanto maggiore è la chiarezza con cui le possibilità e i limiti della magia/tecnologia sono delineati. Brandon contraddistingue questa modalità narrativa come "Hard Magic". C.L. Wilson nel suo articolo "Worldbuilding 101 - Making Magic" ha esplicitato questa procedura di creazione narrativa con l'aforisma, "...creati le tue regole e seguile"
Soft Magic
La magia/tecnologia ha regole poco chiare o quantomeno vaghe, o non ne ha affatto. Un simile espediente accresce il sense of wonder nella percezione del lettore, ma azzera progressivamente la possibilità di risolvere i conflitti fra personaggi senza ricorrere al classico deus ex machina. Brandon contraddistingue questa condizione di partenza come "Soft Magic". In merito Lawrence Watt-Evans ha osservato: "Il trucco sta nell'inventarsi una divinità benevola e coerente, non un essere che sforna miracoli quando ce n'è bisogno"
Seconda legge di Sanderson
Sin dalla formulazione della sua prima legge, Brandon ne ha sviluppato una seconda in termini essenziali:
"Limiti > Poteri."
Questa legge sancisce che i limiti del protagonista devono essere maggiori dei suoi poteri. Per spiegare questa legge, Sanderson fa riferimento a Superman: ciò che, a suo dire, lo rende interessante non sono tanto i suoi superpoteri, quanto le sue debolezze - in particolare la criptonite e l'aderenza al proprio codice etico.
Terza legge di Sanderson
«Espandi ciò che hai già prima di aggiungere qualcosa di nuovo.»
La magia è connessa ad un mondo vivo ed è legata alla religione, guerra, vita e altri aspetti. In definitiva, il lavoro dell'autore è espandere questo mondo in tutti i suoi aspetti.
Come vedete il tutto è inserito in una griglia logica e legata da rapporti di causa e effetto, tutto questo caratterizza una delle saghe più amate dell'autore: Mistborn.
Concludo dicendo che il saggio scritto da Bellone e pubblicato da Codice Edizioni è fin troppo stimolante e tutti gli appassionati di Harry Potter, il Trono di Spade, di anime giapponesi e videogiochi sono OBBLIGATI a leggerlo, dai ragazzi e ragazze, imparate divertendovi. Garantito.