

Il flop di Blade Runner 2049
Nonostante (o forse proprio a causa delle) le altissime prospettive d'incasso, Blade Runner 2049 ha preso schiaffi al botteghino, come mai?
L’attenzione mediatica è concentrata sul flop dell’Italia alle qualificazioni mondiali ma per noi nerd c’è un altro flop, ben più significativo ed emblematico, di cui vale la pena discutere. Blade Runner 2049 ha registrato perdite per oltre 80 milioni di dollari, un bilancio nerissimo, simbolo della situazione contemporanea del mercato cinematografico e dei gusti degli spettatori.
Considerando la qualità del prodotto (al di là dei gusti bisogna riconoscere che il sequel del film di Ridley Scott è un’opera qualitativamente eccelsa) risulta paradossale che sia stato un flop commerciale così grave, in quest’articolo cercherò di spiegarvi il perché di ciò, come fosse facile prevederlo e le conseguenze di questo risultato aberrante.
Perché si poteva predire un tonfo simile? Innanzitutto perché il capolavoro originale fu un flop (molto meno clamoroso) di per sé, come tantissimi altri capolavori della fantascienza meno muscolare e dai ritmi più compassati. Per citare l’esempio per antonomasia, anche 2001: Odissea nello Spazio fu un flop commerciale. Denis Villeneuve ha voluto proseguire sulla strada di Arrival, creando un film di fantascienza che usasse il fantastico per esplorare tematiche sociali e filosofiche attuali nella vita dell’uomo contemporaneo. D’altronde questa è una delle caratteristiche che ha reso incredibile l’originale Blade Runner e il regista, da grande fan, ha deciso di creare un degno successore, per sfortuna dei produttori però.
Bisogna ammettere che l’errore è soprattutto il loro per aver sovrastimato la fetta di pubblico interessata, è vero sì che il regista canadese ha chiesto espressamente carta bianca per il lavoro sulla pellicola, ciò ne ha aumentato decisamente i costi, ma anche la qualità finale (esempio pratico la scelta di costruire molte delle ambientazioni che vediamo per facilitare l’immedesimazione degli attori, piuttosto che usare un green screen che sarebbe stato molto meno esoso in termini di risorse) d’altronde, un regista, si occupa solo di quest’ultima, i produttori avrebbero dovuto cercare di trovare un compromesso ammissibile.
Perché i nuovi spettatori non sono stati attratti da Blade Runner 2049? Banalmente non era un film per loro. Le nuove generazioni che sono cresciute, a conti fatti, con i cinecomics e i film di Michael Bay come film di genere non avrebbero mai e poi mai potuto concepire un film di fantascienza così riflessivo e lento (parola che viene usata con connotazione negativa, il chè è tutto dire) come lo è l’opera di Villeneuve.
Inoltre, anche narrativamente, nella seconda parte della pellicola vi sono dei forti collegamenti con l'originale, ciò ha reso ancor più difficoltosa la visione per un giovane spettatore medio che, ovviamente, di certo non si è andato a recuperare una pellicola dell’82, ma che, magari, avrebbe potuto invece godersi la pellicola se si fosse cercato in qualche modo di renderla più digeribile (so che si parla di compromessi che probabilmente ne avrebbero peggiorato la resa, ma per l’impatto che avrebbe potuto avere sul pubblico sarebbe valso il sacrificio). Blade Runner 2049 è insomma un film fatto per gli amanti del cinema, realizzato con un budget da blockbuster che, invece, per sua natura deve puntare ad accogliere una fascia di pubblico molto più ampia.
Ciò che ha scelto di essere questo sequel è una versione 2.0 dell’originale Blade Runner e in ciò è riuscito (non che copi l’opera di Scott, ma ne vuole recuperare lo spirito e reinterpretarlo secondo i canoni contemporanei e della visione del cinema di Villeneuve). Difficilmente i fan dell’originale (come lo stesso Villeneuve che ha dichiarato di aver deciso di diventare regista grazie alla pellicola di Ridley Scott) sono rimasti delusi da questa reincarnazione, chi però non è riuscito ad essere coinvolto sono state le nuove generazioni che più di ogni altra fetta di pubblico avevano bisogno del proprio Blade Runner. Diciamoci la verità, nessuno dei fan dell’originale avrebbe mai potuto preferire questo sequel, perché, oltre ad essere uno dei migliori film della storia del cinema, il capolavoro dell’82 ci ha formato a causa dello scossone emotivo e intellettivo che fu la sua visione.
Io, come credo tutti, ricordo ancora i dettagli della notte in cui lo vidi per la prima volta, ricordo le sensazione, le emozioni e i pensieri che mi accarezzarono la mente durante la visione di quelle immagini. Mi ricordo della luna che illuminava la mia stanza e del caldo che, stranamente, per una sola sera, aveva lasciato spazio alla brezza estiva. Soprattutto poi, evitando i sentimentalismi, ricordo l’estasi che fu ammirare un’opera così maestosa e che rimaneva intatta nel tempo anche quando io la vidi, decine di anni dopo l’uscita in sala. Brevemente posso dire che, come per il vero cinema, dopo la visione non fui più lo stesso e non guardai mai più la fantascienza nella stesso modo.
Blade Runner è stato un film così avveniristico e rivoluzionario che io, nato ben sedici anni dopo la sua uscita, lo considero una delle pellicole che più è riuscita a farmi crescere e cambiare la mia visione del cinema. Avrei voluto che accadesse lo stesso con molti altri adolescenti che, a differenza mia, non hanno visto l'originale, con Blade Runner 2049.
Non è accaduto, purtroppo. Al di là dei dati che lo dimostrano, in quanto il 50% del pubblico era composto da over 25 di sesso maschile, oggettivamente non era una pellicola realizzata per essere fruibile e interessante per quei ragazzi che, come noi anni fa, stanno iniziando a sviluppare una curiosità diversa per il medium cinematografico. Non più mero intrattenimento o “magia” che si proietta sullo schermo (sensazioni che ricordo benissimo nel mio infantile approccio con il mezzo) bensì analisi ed esplorazione di ciò che può davvero essere il cinema.
In sala avrei voluto vedere tanti adolescenti come me che non avevano visto l’originale e che erano rimasti incantati dalla visione di questo sequel. Avrei voluto discutere con loro durante l’intervallo e consigliargli di recuperare l’originale. Purtroppo io ero il più piccolo durante la proiezione e mi dispiace perché, a prescindere dal risultato, sapevo che non sarebbe mai stato il mio Blade Runner, ma volevo lo fosse per molti altri ragazzi, come me. Anche perché, proprio a causa del dilagarsi della fantascienza spazzatura, avrei voluto che questa pellicola formasse molti giovani e li istruisse verso ciò che può e deve essere la vera sci-fi.
Bisognava puntare a chi al cinema ha visto ancora poco perché, essendo schietti, io, come voi, “ne ho visto cose che voi umani non potreste nemmeno immaginarvi”. Questo doveva dire Blade Runner 2049 alle nuove generazione di apprendisti cinefili, invece è l’ennesima cosa che ha visto chi ha già visto di tutto. Certo, la colpa non è solo dei produttori o della pellicola in sé, il risultato è comunque eccelso, però credo sia una delle prove di come il cinema stia diventando, nella sua espressione artistica, qualcosa di nicchia, laddove, prima, era invece un’arte che raggiungeva una fascia di pubblico molto più ampia. In realtà riconosco di essere contradditorio perché, con questo articolo, non raggiungerò persone che non conoscono l’opera, cosa che avrei voluto fare.
Però voglio dire che dobbiamo essere noi cinefili in prima linea a proteggere il cinema puro. Non relegandolo agli occhi di noi appassionati ma cercando di renderlo fruibile a più persone possibile. Nel nostro piccolo avremo fatto qualcosa per migliorare il cinema, la gente, la società e il mondo. Cerchiamo di accendere la passione per il cinema negli altri, è il minimo che possiamo fare nei confronti di un’arte che ci ha donato così tanto.