

I Colori dell'Anima vanno al passo del cuore
I Colori dell'Anima è un film che parla ai giovani sognatori che spessono faticano a vedere il colore della loro essenza.
I colori sono qualcosa che spesso diamo per scontato, che viviamo quotidianamente senza dargli troppo peso. Del resto è una facoltà innata che ci portiamo avanti dall'alba dei tempi e questo lo mette in chiaro anche I Colori dell'Anima (The Colors Within, non il film del 2004 omonimo) diretto da Naoko Yamada e animato a Science Saru, promosso sulla scia della Forma della Voce. Anche lì, il parlare, diventava un mezzo narrativo di racconto che partiva da un premessa semplice per addentrarsi in spire struggenti.
Nei Colori dell'Anima si parte invece da un concetto ancora più immediato: il vedere le cose in maniera “normale”, spiegato come lo farebbe un bambino. Per Totsuko però i colori non sono affatto tali, anzi rappresentano uno specchio che per altri risulta invisibile. Questa giovane ragazza, liceale quando se ne osserva le vicende, vede per le persone avvolte da colori di diverso tipo e, in un certo senso, ne rispecchiano l'animo interiore. Un concetto che va vicino, per capirci, a Life is Strange: True Colors per cercare un parallelismo visivo da farvi comprendere, nel gioco di Dont Nod però i Colori cambiavano e mutavano a seconda dello stato d'animo delle persone, potevano essere modificati a seconda della situazione dai poteri della protagonista. Per Totsuko, invece, quei colori sono immobili, scolpiti fin dalla nascita e capaci di prendere sfumature più o meno forti a seconda dell'individuo.
Vedere oltre il guscio
La pellicola di Yamada esplora questa particolarità su due livelli: il primo è la reazione di Totsuko stessa ai colori di individui particolari, tanto da farlo sembrare quasi un innamoramento o l'estasi che si ha quando si osserva un particolare spettacolo naturale. Il secondo invece è il modo in cui la particolarità di Totsuko riesce a tirare fuori il meglio di coloro che ne accettano le sfaccettature, quasi come una guida che ne esalta le caratteristiche intrinseche. Nei Colori dell'Anima il legame con Totsuko e due suoi coetanei viene esplorato tramite la musica, infatti per una serie di coincidenze la protagonista finisce per creare una band con la sua senpai Kimi, una ragazza che ha lasciato la stessa scuola di Totsuko per lavorare in una libreria e suonare la chitarra, e Rui, un ragazzo che deve ereditare una clinica medica su una piccola isola e che adora cimentarsi con piano e il theremin. La prima è di un blu intenso con sfumature che ricordano l'oceano e il cielo, mentre il maschio del trio è di un verde placido e sereno, come le colline che caratterizzano la sua isola. Solo Totsuko ne vede la brillantezza e, probabilmente, anche le qualità che le complicazioni delle loro vite nascondono molto bene.
In sé, I Colori dell'Anima non è un film che punta sul dramma o particolari crescendo emotivi per colpirvi al cuore, come la Forma della Voce per intenderci. Yamada qui affronta un ritmo lento, una scoperta interiore ed esteriore di tre ragazzi che lavorano con i propri problemi aiutandosi a vicenda. Kimi deve venire a patti con ciò che vuole fare nella vita senza però nasconderlo, Rui deve trovare il bilanciamento tra passione e dovere, mentre Totsuko fa un po' da guida per tutti e tre ma, allo stesso tempo, non ha mai visto il suo colore. Ho veramente apprezzato la lentezza e serenità che il film vuole suscitare negli spettatori, esattamente la slow life del Giappone lontano dalle grandi metropoli che piace a tanti. E no, non è un allontanamento per un'avventura epocale come nei recenti lavori di Shinkai. Vedere i tre comporre le loro melodie e idee mentre affrontano le difficoltà della vita è un'esperienza difficile da replicare e anche descrivere, è come se fosse una forma veramente cristallizzata del momento in cui tre vite si intrecciano con naturalezza, lasciando da parte tutto il resto del mondo per raggiungere un obiettivo comune e cambiare sensibilmente il proprio futuro senza saperlo.
Di giorno in giorno
Il character design dei protagonisti è poi lontano da molti stereotipi, specialmente Totsuko che di certo non può essere ricondotta a nulla di classico. In realtà c'è un grossissimo tema cristiano che permea tutto il film, partendo dall'Accademia che frequentano arrivando anche alle canzoni e alle figure guida per Totsuko. Non direi che si tratta di esplorare la fede in qualche modo, piuttosto è connesso al discorso di animo e insegnamenti che possono essere tratti dai libri cristiani, tanto da essere un percorso più volte tracciato nei passi del film. A mio giudizio non è tanto una morale o una indicazione di guida, è più un setting per giustificare la dimensione spirituale di Totsuko e del perché si affida così tanto alle proprie sensazioni. In alcuni punti si sarebbe potuto evitare di marcare tanto la differenza, ma non è sta cosa disturbante e poi, ormai lo sappiamo, ai giapponesi piace lo scenario europeo in tutte le sue sfaccettature.
Oltre i crocifissi e le preghiere, il film è pieno di musica e simbolismi uniti in scenografie o scene ricche di dettagli, artisticità e voglia di comunicare una certa fragilità proveniente dai protagonisti. Il loro continuo incedere, sbagliare e imbarazzarsi è qualcosa che scalda il cuore nel momento in cui, accompagnati dalla colonna sonora, scoprono la determinazione di andare avanti e la bellezza di quello che stanno creando con i propri strumenti. Nei Colori dell'Anima non ci sono ostacoli giganteschi o impedimenti che rendono la riuscita dell'intento della band una sorta di miracolo con cui emozionarsi.
Piuttosto è un lento incedere che inanella nota dopo nota come chi si approccia alla musica per la prima volta e il risultato, per quanto costellato da fatica e trepidazione, è esattamente quello che ci si auspicava fin dal principio senza alcuna sorpresa, anzi c'è solo la contentezza di aver dato frutto a un tempo passato insieme. E infatti, la cristallizzazione di quei giorni viene rotta dalle tre canzoni che contraddistinguono i tre elementi del gruppo, pezzi in grado di trasmettere il loro animo proprio come i colori visti da Totsuko. Inutile dire che sono già finiti nelle mie playlist e, sono sicuro, finiranno anche nelle vostre.