

House of the Dragon S01E01 - Ritorno a Westeros
Torna il post settimanale sul mondo di Game of Thrones, almeno finché si avrà qualcosa da dire.
Me lo avete chiesto in tantissimi, quindi torna il post settimanale su Game of Thrones, anche se hanno cambiato quei cattivissimi showrunner che non spiegavano niente al povero spettatore ignaro che si è trovato dalla mattina alla sera un tiranno sul trono dopo averlo eletto per acclamazione.
Ma dove le prendono certe idee?! Io non lo so, signora mia, si vede che è un fantasy, ci sono i draghi.

HOUSE OF THE DRAGONS ep.1
Avviata la puntata con il massimo scetticismo, la serie rispetta tutte le aspettative, prima tra tutte, far arretrare le produzioni HBO a 10 anni fa.
Del comparto tecnico e visivo non c'è niente che ricorda la magnificenza dall'ultima stagione.
Torna la profondità di campo del green screen impastata con una fotografia che esalta i toni terrei dell'ocra e del marrone. Per i draghi in CGI vale la regola resa aurea da Spielberg in Jurassic Park: qui non vogliono che lo spettatore dubiti della loro presenza, te lo tirano addosso immediatamente, senza centellinare, dandolo per scontato, come se fosse un qualsiasi cavallo, rovinando qualsiasi effetto scenico possibile, è il nuovo fanservice della HBO, dove prima c'erano le tette ora ci sono i draghi.

E pure su un altro dei temi ricorrenti tanto cari alla HBO di 10 anni fa c'è un forte spirito di contraddizione: il sesso. Una volta era usato per insaporire l'infobombing, ora è una crocetta da spuntare su una lista di "cose che devono esserci" per far sentire lo spettatore a casa e quindi, via, vediamo Doctor Who che scopa una in un bordello ed è subito canon.
Per quanto riguarda quella roba noiosissima che si chiama trama, siamo dalle parti di The Crown con i draghi, ma nel senso stretto del termine. Le vicende narrate coprono un periodo storico di Westeros che Martin ha descritto con la sua minuziosa opera di world building (non chiamatela lore, ve ne prego) e di conseguenza l'effetto che mi ha fatto è lo stesso di The Crown anche con gli stessi "buchi", nel senso che, come non conosco tutti gli inciuci di Buckingham Palace, allo stesso modo non so tutti gli inciuci della Fortezza Rossa, quel che è certo è che i personaggi sono disposti su binari il cui punto di arrivo è già scritto, sacrificando l'imprevedibilità che ha fatto grande i migliori momenti della serie.

Spicca immediatamente didascalico l'intento della serie di raccontare delle donne che hanno dovuto lottare contro il controllo di uomini manipolatori ed opprimenti che prendono decisioni al posto loro, e mette subito in chiaro che anche il migliore tiene le zelle (sic.) sempre per evitare che il pubblico cada dal pero ad una svolta narrativa.
Per quanto mi riguarda si è compiuto un grande sacrificio sull'altare della soap opera, i fan volevano le teste degli showrunner e le hanno avute, hanno voluto una narrazione lineare e una messa in scena becera e hanno avuto la più elementare delle puntate di una qualsiasi serie televisiva generica, quello che ha reso grande GoT al momento latita.

BEST IN SHOW: Matt Smith ha sempre una presenza scenica notevole, gli è stato messo in mano il ruolo del badass e non fa altro che ribadirlo ad ogni scena contro un cast altrimenti dimenticabile che comunque annovera tra i suoi membri un Rhys Ifans dal quale è legittimo aspettarsi qualche guizzo da qua alla fine della stagione.