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Godzilla e Kong: un nuovo impero kaiju al cinema è possibile?

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E se questo film non fosse altro che una raffinata mossa per trasformare Godzilla e Kong nel giocattolo perfetto?

Non vi mentirò: quando sono uscito dal cinema, dopo l’anteprima stampa di Godzilla e Kong - Il nuovo impero, non ero esattamente entusiasta. Anzi. Mi sono lasciato andare nella chat della redazione domandandomi perché fosse stata tentata un’operazione simile: un film che non rendeva giustizia a quanto avevamo visto nel MonsterVerse. Che imprimeva una nuova direzione a questo franchise che troppo si discostava da quanto avevamo visto in questi anni.

A freddo, non ho cambiato opinione.

Però di questo quinto film del MonsterVerse ho parlato e riparlato, con chiunque mi abbia dato spago, ho cercato di ricostruire di quale tipo di interpretazione della leggenda di Godzilla fosse discendenza, e ora capisco un po’ di più cosa è stato tentato. Ciò che Legendary Pictures e Warner stanno provando a fare con questa pellicola è un riposizionamento. Si appellano a un pubblico diverso da me, lo si capisce persino dalla locandina: ci sono due enormi mostri, una specie di dinosauro con dei rostri fucsia sulla schiena e un gorilla con il Guanto dell’Infinito di Thanos, che corrono spalla a spalla. Sembra quasi di guardare un buddy movie anni ‘80: ehi, ecco cos’è questo film!

Il film in cui Kong fa la doccia

Mettiamo subito le cose in chiaro: i protagonisti di questo film sono Godzilla e Kong. Certo, ci sono degli attori umani in scena di tanto in tanto: ma sono solo dei comprimari, sebbene siano tutti attori dal volto noto manca l’attore o l’attrice di prima fascia (la più celebre superstite del repulisti è Rebecca Hall). Le scene che vedono esseri in carne ossa sullo schermo sono poco più che intermezzi: la storia la portano avanti i gesti, le decisioni, gli spostamenti dei due kaiju, che scontano solo la loro incapacità di parlare. Se potessero fare pure quello, tutti gli spiegoni di cui dottori e nerd riempiono alcuni siparietti girati su green screen sarebbero inesorabilmente tagliati dal montaggio.

Oddio. Non diamogli altre idee.

Quello che fanno Godzilla e Kong in questo film è unirsi e fare fronte comune contro una minaccia globale: c’è da salvare il pianeta da una forza distruttrice persino peggiore di loro due messi assieme, e non si fanno problemi a ridurre in briciole quanto si trovano tra i piedi mentre stanno salvando il pianeta perché… ehi! loro stanno salvando il pianeta! In tutto questo c’è uno sfoggio di computer grafica e trovate divertenti, con l’alleggerimento comico messo in scena persino dai due mostri giganti: ecco, il momento della vita domestica di Kong (siamo all’inizio del film, non vi faccio spoiler tranquilli) mi ha messo seriamente in difficoltà. Perché c’ho un’età, per me i kaiju sono una cosa seria. Una scena da film Disney in un film con Godzilla? Cerchiamo di capire se ha il suo perché, mi sono detto: ma più andava avanti la storia, meno ero convinto.

Ritorno all’era Showa

C’è stato un momento, nella storia di Godzilla, in cui il mostro aveva perso la propria carica spaventosa e si era trasformato in un beniamino dei bambini: parliamo di un periodo compreso tra la metà degli anni ‘60 e metà degli anni ‘70, durante il quale Godzilla era innanzitutto un divertente goffo mostro di gommapiuma che faceva a botte con altri goffi mostri buffi di gommapiuma, che salvava in ogni film la Terra da una minaccia catastrofica. A un certo punto, Godzilla sullo schermo aveva persino un figlio: io l’ho sempre trovato insopportabile, ma è proprio durante quegli anni che il successo del franchise si è sedimentato nella cultura della società nipponica.

Oggi Godzilla fa persino il capo della polizia di Tokyo per un giorno, è ambasciatore del turismo in Giappone: è il protagonista di storie affascinanti come quella di Hideaki Anno, che con Shin Godzilla ha provato addirittura un reboot in chiave moderna del personaggio, ma è anche per diverse generazioni di spettatori un ricordo legato all’infanzia e al divertimento. L’equivalente per noi occidentali di una certa generazione dei Transformers, o dei Pokemon per qualcuno più giovane. Se dici Godzilla, tutti sanno di chi stai parlando e di che tipo di storia si tratta: a tantissimi verranno in mente quei bei palazzi finti, che venivano distrutti da questi mostri antropomorfi che si muovevano goffi sullo schermo.

La manovra di Legendary Pictures e Warner è evidente, a questo punto. Si saranno detti: e se provassimo a rendere Godzilla quel tipo di personaggio-beniamino anche per i giovani occidentali? A dirla tutta, ora che ci penso, Kong in versione originale e nella variante Guanto dell’Infinito diventerebbe due perfetti giocattoli da regalare a Natale. E vogliamo parlare del Godzilla più potente del 200 per cento dopo che ha assorbito le radiazioni solari attraverso il campo magnetico terrestre (si vede letteralmente questa scritta su uno schermo, durante il film), e per questo ha sviluppato quella corazza luminescente che sicuro nel giocattolo mangerà un sacco di batterie?

Godzilla e Kong possono diventare tutto questo. Forse lo sono già, ma io non me ne ero ancora accorto.

Il mio problema con Godzilla e Kong è l’età

La verità è che sono arrivato a questo film con un carico di pregiudizi non da poco. Avevo appena rivisto il primo film del MonsterVerse, quello diretto da Gareth Edwards, che mi era piaciuto tanto all’epoca e che mi piace abbastanza anche oggi. Poi negli anni successivi sono usciti anche l'azzeccatissimo Shin Godzilla di Anno, già citato poche righe fa, e nel 2023 Godzilla Minus One ha fatto faville: ha persino vinto l’Oscar. Insomma, mi ero convinto da solo che i kaiju al cinema fossero una cosa seria: e quando poi, qualche giorno fa, m’ero rivisto anche il secondo Godzilla (King of the monsters), a schermo c’era sempre il sacrificio di Ken Watanabe che accarezza il muso del kaiju un attimo prima della fine. Un gesto che continua a smuovermi qualcosa dentro.

Ecco, Godzilla e Kong è un film completamente diverso: lo è in modo evidente rispetto al primo film della saga, lo è in modo altrettanto significativo rispetto al più recente Godzilla Vs. Kong. Cambia l’atmosfera, cambiano i colori (ormai super saturi e sgargianti), cambiano le ambientazioni e cambiano i dialoghi: cambiano anche i combattimenti, che non sono più quelli tra giganti possenti, ma vere e proprie rivisitazioni in chiave wrestling. Non c’è alcun bisogno di essere verosimili, men che meno credibili: passato un certo limite è tutto fanservice o, se preferite, ce la si può spassare guardando a schermo un enorme dinosauro che ribalta un altro enorme dinosauro dopo aver sparato un raggio d’energia dalla bocca. Siamo più dalle parti di Dragon Ball, che nel mondo dei kaiju.

In fin dei conti, devo confessare che non riesco a parlar male di ‘sto film: non è il Godzilla di cui avevo bisogno, ma è senz’altro quello che può fare felici i suoi produttori e una potenziale nuova leva di spettatori. Ha ragione Roberto Recchioni: se volete un Godzilla da adulti, allora guardatevi Monarch su Apple TV+ o Minus One (che in Italia, vabbè, purtroppo è stato distribuito poco e male). Per guardare questo Godzilla e Kong bisogna spegnere la testa e accettare le sue contraddizioni, la sua assenza di trama, i buchi che lascia per strada, i dialoghi assurdi: se ci riuscirete, vi divertirete.

Altrimenti, venite sul canale Telegram di N3rdcore: sono pronto a intavolare una conversazione.

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